Re: [Hackmeeting] Consigli stesura documento utile anche per…

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Author: gin(e)
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To: hackmeeting
Subject: Re: [Hackmeeting] Consigli stesura documento utile anche per hackmeeting
On 04/21/2014 10:02 AM, Fabio Pietrosanti (naif) wrote:

> "Hack-meeting" è un ottimo brand.


ma cazzo cazzo.. tanto non vogliamo che sia brand che ogni anno ci
mettiamo di brutto umore a fare il logo nuovo. dei deficienti del
marketing autogestito. cioè.. è fondamentale che togli la salsa business
"talk" dalla logica e allora potrai aver cose più chiare.

> Ma lo statement è generalista "Incontro annuale degli hacker", però
> #define di hacker è "specifico" e questo genera inequivocabilmente
> fraintendimenti.


la definizione di hacker è molto differente a seconda degli ambiti, e
con se a mio avviso, porta un connotato punk e politico fortissimo
tant'è che il mondo dell'informatica s'è creato degli altri termini per
distinguere le varie situazioni. per fare un esempio su un terreno
limitrofe:

hacker sta a free software, non ad opensource. dando per scontato che
free è diverso open per la concezione filosofica e politica.

lo statement non è generalista visto che appresso si porta la
definizione di hacker che questa "comunità" si è data, lo sarebbe se non
ci fosse.

> Penso possiamo condividere che hackmeeting non è un evento "focalizzato
> sugli hacker" nella più ampia accezione del termine, quindi organizzato
> e fatto in modo tale da essere omni-inclusivo delle comunità di hackers,
> puntando alla loro crescità e aggregazione.
>
> E' invece un evento focalizzato sulle comunità di "activism", è
> itinerante per fare quello che nell'NGOs business chiamano "Capacity
> Building" all'interno dei nuclei di attivismo (i vari CSOA) che hanno
> uno scopo/mission "diverso e specifico" rispetto alla eterogeneità
> "delle comunità hacker at large" .


ti sbagli, hackmeeting non ha un focus specifico. a fatica a volte
riesce ad avere un tema ma il metodo distribuito, estremamente
eterogeneo crea dal kaos un valore aggiunto collettivo e/o individuale
in base a quello che i partecipanti(tutti organizzatori) prendono e
mettono.

se fosse solo hacktivism che cazzo ci serviva fare WS su arduino, droni,
git, il pane. tutto ciò ha un senso se e solo se si pensa alla
definizione larghissima (e non stretta come vuoi far credere) che diamo
di hacker.

>> 5 righe 3 cazzate:
> Permettimi un chiarimento:
> - Verticale, ovvero rivolto ad ambiti che hanno in comune la parola
> "attivismo politico"
> - Circoscritto, ovvero strettamente legato ad ambiti di attivismo
> - Meno aperto, ovvero non orientato ad "includere" le comunità hacker
> perchè focalizzato a "includere" le comunità activist


non ci siamo, le motivazioni stanno sopra.

> Se vuoi fare un paragone che potrebbe funzionare, NoisySquare starebbe
> ad Hackmeeting (ambito legato all'attivismo digitale e non, con evento
> itinerante e organizzazione "spontanea") come HAL2001/OHM2013/CCC2007
> stanno ad ESC (ambito legato in senso più ampio rivolto al mondo
> dell'hacking con organizzazione più definita).


son paragoni molto labili e forse anche inutili, per concetto però ci
può stare.. meglio darti ragione da qualche parte. :)

> Possiamo concordare che la comunità "activist" (in quelle parti vicine
> all'hacking) è un sottoinsieme delle comunità degli hackers?
>
> In Italia possiamo convenire che per motivazioni variegate, che possiamo
> riassumere come "frammentazione", non esiste un evento che abbia portata
> "nazionale" che sia rivolto ad aggregare le comunità degli hackers (in
> senso più ampio, non solo activist).


è più corretto dire che: ci sono dei paletti filosofici che
necessariamente riducono il sotto insieme di partenza. gli esclusi a
causa dei paletti, io non li considero hacker ma informatici o nerd o
geek.. insomma altro.

è perciò altrettanto giusto affermare che sia un sottoinsieme degli
informatici/nerd/tecnofili, chi non è escluso dai paletti a volte non
può venire o non ha voglia di venire perchè ci sono delle mancanze della
organizzazione e nella autogestione che non permettono una diffusione
ottima e anticipata dei contenuti.

questo non è sufficiente per poter convenire che l'evento "hackmeeting"
non abbia carattere nazionale, non che io ci tenga, secondo me
hackmeeting dovrebbe avere carattere universale, alieni e non morti sono
ben accetti. non saprei come chiamarlo un evento dal quale hacker e
curiosi da diverse città dello stivale si incontrano una volta all'anno
in un evento delle caratteristiche sopra elencate

> Se volessimo cercare di aggregare le comunità di hackers italiane,
> puntando a ridurne la frammentazione, riuscendo a stimolare il
> networking, possiamo pensare di raggiungere 250 campeggiatori e 600
> partecipanti (che vengono, partecipano ai talk, magari fanno relazioni,
> workshop, ma non pernottano)?


Solo? allora quest'anno a Bologna sbanchiamo. tin tin tin tutti i frutti!

> Sopratutto non puoi farlo "in modo abusivo" (vedi luogo occupato) perchè
> senno' la stessa location su cui hai investito in
> apparecchiature/materiale e relazioni, l'anno successivo non te la danno
> più e si è di punto a capo. Magari non ti prendi proprio "tutte tutte"
> le autorizzazioni, ma un po' si.


1. xm24 è convenzionato ca dicembre con il comune che ha concesso ad una
associazione chiamata ESA per la promozione dell'autogestione

2. il vocabolario ti da ragione, ma lotterò strenuamente per sostenere
il contrario. di abusivo c'è solo la repressione che tenta di mantenere
gli stabili vuoti nello stesso modo. xm24 si auto-organizza nello spazio
cittadino lasciato a marcire da 12 anni, inserendosi all'interno di un
quartiere multietnico e ultra popolare favorendo lo scambio e
l'accrescimento culturale di chi lo ha attraversato. non c'è un solo
corso/laboratorio che sia stato fatto a pagamento. se vai al sito[1]
puoi renderti conto della estrema frequenza dei laboratori. la stessa
cosa vale per gli altri spazi occupati/liberati/concessi ma autogestiti.

> Non sono per nulla convinto, perchè se riesci ad organizzare bene una
> location (come da 10 anni Seba & co. dell'ESC sono riusciti ad avere la
> disponibilità di Forte Bazzera a Mestre) allora puoi rimanere sempre
> nello stesso posto.
>
> Stare nello stesso posto ti consente di investire sulla logistica,
> ammortizzare strumentazione, apparecchiature, mobilio, relazioni con
> fornitori locali, quindi ti semplifica l'organizzazione e ti consente di
> crescere in termini di partecipazione.


certo, ma non è possibile senza accentrare l'organizzazione in un direttivo.

> L'hackmeeting è itinerante perchè c'è built-in nell'idea delle comunità
> che lo organizzano quella di "lasciare qualcosa" nei vari luoghi in cui
> avviene (Vedi "Capacity Building" in terminologia NGOs), e questo è
> sicuramente un valore ma sicuramente un limite perchè non ti consente di
> "capitalizzare" materiali e relazioni sul territorio (perchè il
> territorio cambia ogni anno).


quello di lasciare qualcosa nei vari luoghi io direi che di fatto è più
un auspicio. chi si è conosciuto ad hackmeeting ha formato ad esempio
autistici, chi ha conosciuto persone locali che non conosceva a formato
i LUG, altri collettivi o gruppi di vario genere, ecc.. insomma la
fucking "Capacity Building" c'è, è che non la vedi.

trovo che sei stato tremendamente ripetitivo nel esplicare ogni volta
"activist", è anche questo un modello di marketing.

> Forse ci starebbe un momento di talk/discussione su questo macro-tema ad
> hackmeeting, cioè come fare per riuscire ad uscire da questa
> frammentazione di tante comunità per fare si che, una volta all'anno,
> tutte assieme possano incontrarsi, incrociarsi e influenzarsi le une con
> le altre.


lasciate che gli hacker vengano a me (cit.)

[1] http://ecn.org/xm24