Re: [Hackmeeting] Modi "etici" di portare a casa il pane (Er…

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Aihe: Re: [Hackmeeting] Modi "etici" di portare a casa il pane (Era: A Roma pc riciclati)
scusate se questa mail è frammentata, ma volevo rispondere a tutti in modo
sintetico senza creare troppa entropia :)


In data 27 marzo 2008 alle ore 13:20:16, DW <dw@???> ha scritto:

> Secondo me, possiamo considerare il modello capitalista nelle nostre
> vite come un'occupazione straniera.


Ilmodello dell'occupazione straniera può essere ontologicamente valido,
ma questo presuppone che gli "occupati" si differiscano dagli "occupanti",
a ancor di più si riconoscano come tali e facciano collettività (e non
ghetto,
o forse si, comunità, condivisione?).

> Secondo me si. Pero' sotto due presupposti almeno:


> - decrescita NETTA dei bisogni dell'individuo (no al consumismo ma anche
> risparmio energetico!)
> - espansione della conoscenza umana verso una vera auto-determinazione
> nei processi produttivi


Semmai Decrescita NETTA dei bisogni INDOTTI e materiali, ma AFFERMAZIONE
NECESSARIA dei propri bisogni, che non sono quelli materiali, ma che sono
la libertà di movimento, la riappropriazione della sessualità e dei corpi
dalla loro mercificazione, l'orizzontalità e l'autorganizzazione (anche
dei servizi informatici), l'affermazione Arendtiana di se stessi e la
liberazione dal lavoro salariato.

La questione dei b/sogni è ancora insoluta, credo, anche nell'era digitale.

> Lesion wrote
> nella seconda faccia della medaglia c'e' la vita vera, dove ti
> ritrovi a parlare con gente che ti vuole salvare, ripulire, trovare
> un lavoro serio, fare felice, non riuscendo a comprendere come non
> ci sia niente di piu' lontano rispetto a quello a cui aspiri.


quoto! credo che molti di noi vivano quotiodianamente anche questo
conflitto,
su cui si potrebbe anche discutere, nel quale rientra il problema del
linguaggio
(credo) e dell'impossibilità di comunicare a persone che hanno fatto
percosi
di vita totalmente "comuni", il fatto che la possibilità di creare
percorsi "altri"
esiste.
E' come se vado da mio padre e gli dico "pà, sai oggi ho fatto un seminario
sulla guerra globale permanente e il post colonialismo..."
Lui mi direbbe "ma che stai a dì? la guerra sta in afghanistan, guarda che
te
stai a sbaglià!" o ancora "permanente? ma la permanente non è quella che si
fa tua madre il sabato dal parrucchiere?"

> Lesion
> perche' c'e' della materia dietro?
> cioe' la discriminante non sono le ore da spenderci dietro ma
> la materia prima? perche' per fare del pane alla fine serve
> solo del tempo, e anche per fare il grano per dire in realta'
> serve solo del tempo.


la discrepanza tra produzione di bit e quella di materia "vera" è evidente.
Il pane non lo riproduci con un "copia/incolla".
E' difficile a credersi ma è più facile offrire al mondo intero un servizio
come A/I con sottoscrizione volontaria che far del pane anche per sole 10
persone
per un mese consecutivo, ma questa rappresenta la discrepanza che cè tra
produzione intellettuale/cognitiva e produzione materiale.

Il fatto è che il capitale ha assunto forme nuove da quelle fordiste o
postfordiste.
Ora noi "deleghiamo" alle macchine il compito della produzione materiale,
e ciò
avrebbe dovuto liberarci dal lavoro, o meglio, sottrarci dai ritmi del
capitale,
perchè le macchine lavorano per noi. Il capitale in risposta a pensato
bene di
sussumere il lavoro cognitivo dentro i suoi ritmi, e quindi che vuol dire?
Che se la produzione di merce la deleghiamo, quella mentale non possiamo
farlo,
e che la nostra creatività, il nostro ingegno, lanostra intelligenza viene
dominata e asservita alla produzione di pubblicità, comunicazione,
marketing,
servizi di ogni genere (anche informatici, per l'appunto)
Tutte quelle persone che come noi Informatici fanno un lavoro
espressamente
immateriale, nel nuovo ordine capitalistico, diventano i nuovi operai.
Precari, i precari dell'informazione.

Ciò che possiamo fare (credo) è quello di riprenderci le nostre
intelligenze,
riprenderci la nostra creatività e sottrarle al capitale e alla
mercificazione,
creando in questo modo soggetti nuovi, servizi nuovi, nuove forme di
creatività
collettiva. Questo è il piano su cui possiamo entrare in conflitto con gli
"occupanti" del mondo, sottraendo ed eccedendo attraverso le "nostre"
modalità.

Forse questo è l'hacker di cui tanto facciamo poesia, colui che si
riappropria
della sua intelligenza creativa e crea conflitto, anche creando bit.


"credo che dovremmo buttare tutti i nostri computer, scendere nelle strade
e popolare il mondo di gente nuova, che come noi, eccede di felicità"
zion
b-sogno.noblogs.org