Re: [Hackmeeting] Articolo: "L’ Uomo, la Rete e la minaccia…

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Autore: Jaromil
Data:  
To: hackmeeting
Oggetto: Re: [Hackmeeting] Articolo: "L’ Uomo, la Rete e la minaccia cyber-utopista"
On Thu, 24 Jan 2013, Florian wrote:

> Sono contento di aver stimolato qualche discussione. per quanto
> riguarda il commento di Jaromil, certamente il pezzo non è per nulla
> esauriente, anzi, sarebbe meglio che di queste cose si iniziasse a
> parlare molto di più :)


concordo. l'anno scorso ci fu un bellissimo thread con post di newmark
bomboclat ed altri che faceva metafore su monti post-apocalittici
trattando anche quest'argomento, credo, dato che il discorso del "walled
garden" lo vedo calzante.

> In particolare l' articolo puntava però sull' illusione del
> "reale-virtuale", cioè la trasposizione di movimenti reali nel mondo
> dei click. Altra questione può essere invece, una volta assodato che
> la dinamica di piazza non è sostituibile con quella da schermo,
> discutere di pratiche conflittuali di nuovi media, e possiamo
> discuterne a lungo.


si', appunto il tuo articolo come il libro che cito sicuramente servono.

ci medito ancora, dopo esser stato coinvolto in pochi dibattiti sulla
"primavera araba" per esempio, che han riportato tante di quelle
fesserie che fai bene a svelare, e seppure fosse mia intenzione fare
interventi che demistificassero i media non ci sono mai riuscito.

per qualche motivo alla gente piace parlare sempre di quanto siano fighe
le novita', piuttosto che riflettere criticamente su quanto poco siano
novita' e sul fatto che non sono solo "superfighe", ma portano con se
anche un'involuzione politica nell'enfatizzare il mezzo.

credo che negli anni a venire ci sia bisogno di un'approfondimento, tu
come anche Ippolita e Geert fin'ora avete fatto bene a sollevare un
fronte critico, ma quel che mi manca di piu' di leggere sono concrete
storie di vita che possano raccontare davvero quale sia il ruolo dei
social media nella guerra quotidiana (fuori e dentro la fortezza Europa)

> Per il Partito Pirata potrei anche essere cascato in un tranello,
> comunque oltre che restare con qualche dubbio da contatti personali
> avuti con esponenti o membri del PP resto dell' idea che sia anch'
> esso contaminato da quell' atteggiamento populista-qualunquista
> *simile* al M5S, che trattando le tematiche un pò semplicisticamente
> non assume una vera caratterizzazione politica e diventa così
> vulnerabile alla contaminazione di idee contrastanti, talvolta affini
> alla destra.


come in molti casi di istituzionalizzazione di una moltitudine, il
processo e' caotico e diviene presto oggetto di interessi che nulla
hanno a che fare con il soggetto politico originario. ma e' importante
prima di tutto badare ai dettagli e soprattutto non restare
semplicemente a commentare, ma unire azione alla riflessione.

con cio' non voglio dire che ci si deve immischiare con il PP, ma voglio
dire che ne abbiamo abbastanza di intellettualoidi che commentano su
come fanno male gli altri, ma non si mettono mai in gioco loro. unire
l'azione alla teoria e' fondamentale, rispecchia un po' il problema dei
social network che tu stesso sottolinei: star comodi a teorizzare e'
come star comodi a twittare.

ciao