[Intergas] punti ODG

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Author: caloges@libero.it
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To: intergas
Subject: [Intergas] punti ODG
Ho saputo per caso che i punti proposti per il prossimo ODG possono venir mandati direttamente al coordinamento senza passare per la lista Intergas.In questo modo gli iscritti alla lista non possono rendersi conto di quali, quanti punti vengono proposti; in più così non c'è discussione e non ci si può rendere conto di quali punti sono condivisi e quali meno.Propongo che almeno fino a quando diventerà operativa la "sottolista" della quale si è parlato nell'ultima riunione, riservata ai soli rappresentanti dei gas che hanno sottoscritto la carta, si continui a mantenere una comunicazione aperta a tutti (che a mio avviso non guasta mai).
Per quanto riguarda me, propongo due punti; anche se con tutti i punti rimasti in sospeso dall'ultima riunione, più quelli incogniti proposti da altri, non so se ci sarà spazio per la discussione di questi, che lascerei comunque in lista d'attesa:
1) Quale modello vogliamo promuovere come Intergas per il futuro: un modello "accentrato" di raggruppamento sia geografico che organizzativo dei produttori, e con una distibuzione "chilometricamente" ridotta, oppure vogliamo lavorare a un migliore sistema di distribuzione che consenta di mantenere ed implementare il rapporto con i piccoli produttori, sparsi su territori anche lontani, che lavorano in situazioni più disagiate, in condizioni ambientali meno inquinate, e svolgono un'attività di "presidio" dei terreni periferici e marginali? Come integrare, eventualmente, i due opposti modelli?
2) Proposte per un'agricoltura non-food, di sostegno anche economico ai produttori del Parco Sud, in collaborazione con i gas urbani.In prossimità delle grandi città si rendono possibili per i produttori agricoli una serie di attività "collaterali" che non sarebbero sostenibili per i produttori lontani: tutto quel che riguarda accoglienza, didattica, convegnistica, fruizione degli spazi verdi (per tempo libero, sport o altro); rapporto con animali (da compagnia, terapia, o altro), attività per scuole e bambini... ma anche coltivazioni non alimentari quali vivaistica, fibre tessili, biopolimeri, recupero e propagazione di varietà produttive non ogm non più tutelate quando non proibite dalle nuove normative comunitarie; magari in sinergia con le vicine università ..gli esempi non mancano. Interessa parlarne?
sabina