[Intergas] adesione GAS Cuccagna a campagna di pressione su …

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Author: Stefano Manfredi
Date:  
To: robycuda, r.brambilla, 'Alessandra Cangemi'
CC: 'Ileana', 'Lista del coordinamento dei GAS milanesi', 'gas citta studi'
Old-Topics: Re: [Intergas] adesione urgente a campagna di pressione su Banca Intesa
Subject: [Intergas] adesione GAS Cuccagna a campagna di pressione su Banca Intesa
Salve a voi,
con la presente siamo a comunicarvi che GAS Cuccagna aderisce campagna di
pressione su Banca Intesa secondo i contenuti espressi nel testo sotto
riportato.
A presto.

Stefano Manfredi
Piazzale Ferdinando Martini, 1/B
20137 Milano (Italy)
Tel. Fax. (+39) 02 5461.251
Mobile (+39) 349 8678.901
e-mail <mailto:tetelino@libero.it> tetelino@???



_____

Da: intergas-bounces@??? [mailto:intergas-bounces@inventati.org]
Per conto di Ileana
Inviato: martedì 6 dicembre 2011 19.16
A: Alessandra Cangemi
Cc: Lista del coordinamento dei GAS milanesi; 'gas citta studi'
Oggetto: Re: [Intergas] adesione urgente a campagna di pressione su Banca
Intesa


ciao se dobbiamo dare la nostra adesione in fretta credo proprio di poterla
dare a nome di Città Studi, a cui giro la mail per conoscenza
Ileana



Il 06/12/2011 18.29, Alessandra Cangemi ha scritto:


care/i tutte/i, come sapete avremmo dovuto discutere dell'adesione alla
campagna di pressione su banca Intesa come finanziatrice di Brebemi, TEM,
Pedemontana e Cremona/mantova (incollo sotto il testo) all'ultima riunione
ma poi per motivi di orario la cosa è stata rimandata. Il problema è che
adesso l'adesione si è fatta urgente (come vedete dal messaggio di uno dei
promotori e membro del coordinamento nord sud del mondo, Roberto Cuda): le
adesioni dovrebbero arrivare entro il 10, anche se lui mi ha detto che può
aspettare al massimo fino al 13. Possono aderire anche singoli Gas, tra
l'altro.
La Carta prevede anche l'adesione tramite email, purché si pronuncino i due
terzi degli aventi diritto entro due giorni lavorativi (quindi con i tempi
ci staremmo, benché stretti): vogliamo fare così?
Ciao e grazie
Sandra


Inizio messaggio inoltrato:

Da: "robycuda@???" <robycuda@???>
Data: 06 dicembre 2011 17:41:50 GMT+01:00
A: sandra.cangemi@???
Oggetto: GRUPPO INTESA E NUOVE STRADE LOMBARDE
Rispondi a: "robycuda@???" <robycuda@???>


ciao sandra, come d'accordo ti giro tutto. grazie rob



----Messaggio originale----
Da: robycuda@???
Data: 06/12/2011 16.59
A: <ppcontropedemontana@???>
Ogg: GRUPPO INTESA E NUOVE STRADE LOMBARDE




Ciao, come Movimento stop al consumo di territorio, Rete civica italiana e
Coordinamento nord sud del mondo stiamo lanciando una campagna di pressione
su Intesa Sanpaolo in relazione al finanziamento di infrastrutture molto
impattanti come Brebemi, Pedemontana, Tem e Cremona-Mantova, anche a
supporto delle azioni dei gruppi locali.


Vi invio in allegato un appello da sottoscrivere da parte di tutti i gruppi,
associazioni o organismi che condividano la campagna, oltre a un dossier più
approfondito.


In questa fase stiamo cercando soprattutto ADESIONI, per poi lanciare un
comunicato stampa e partire con la campagna su larga scala. Le adesioni
vanno inviate a <mailto:robycuda@libero.it> robycuda@??? o
<mailto:r.brambilla@mclink.it> r.brambilla@??? entro il 10 dicembre.


Pensate di poter aderire? O anche solo di poter veicolare l'appello nelle
vostre liste?


Grazie in anticipo, aspetto vostre


A presto! Roberto Cuda - 340.2284686


Fermiamo la banca che distrugge il territorio. Votiamo con il portafoglio!

Si cercano adesioni!



Noi della Rete Civica Italiana, Movimento Stop al Consumo di Territorio e
Coordinamento Nord Sud del Mondo stiamo organizzando una campagna con un
duplice scopo:

1) fare pressione su Intesa Sanpaolo per chiedere di non finanziare le
nuove autostrade lombarde.

2) far prendere coscienza ai cittadini di quanto sia importante usare i
soldi in modo critico (voto con il portafoglio) in questa epoca in cui la
finanza prevale sulla politica



Stiamo pertanto cercando gruppi/enti ecc. che promuovano alla pari con noi
questa iniziativa.



Motivazione. Il Gruppo Intesa Sanpaolo finanzia grandi infrastrutture come
Pedemontana, Brebemi, Tem e autostrada Cremona-Mantova, che perseverano
nell'adozione di un modello di trasporto, quello su gomma, che ormai è
sorpassato. Esse comprometteranno un territorio già fortemente inquinato,
abbasseranno la qualità della vita e allontaneranno ulteriormente il nostro
paese dagli obiettivi di Kyoto. Questa campagna nazionale intende quindi
aprire un confronto tra i cittadini italiani e gli istituti di credito
attivi nel finanziamento di nuove grandi opere. In un periodo caratterizzato
dall’evidente segnale di una crisi economica e sociale di “sistema”, che
obbliga tutti noi allo sforzo di identificare un nuovo modello di gestione
del presente e del futuro, abbiamo ritenuto che le azioni sviluppate a
difesa dei paesaggi, dei territori e dei beni comuni nei confronti degli
amministratori (che qualche importante risultato inizia a far intravedere),
dovessero essere affiancate da una specifica richiesta di “cambiamento”
anche al mondo dei finanziatori di nuove impattanti opere (ormai
anacronistiche in questo momento storico). Occorre far capire che “il voto
con il portafoglio” è un'arma molto potente e ancora troppo sottovalutata:
il suo buon uso è una nostra responsabilità quotidiana.



Strategia. In questo dossier proponiamo di esercitare la nostra pressione su
Intesa Sanpaolo, che risulta essere l’istituto di gran lunga più coinvolto
nei tre progetti. Il nostro invito è che ognuno scriva al direttore della
sua filiale e, in caso di risposte insoddisfacenti, interrompa ogni rapporto
con la banca spostando il conto su altri istituti più attenti come Banca
Etica o le MAG. Ovviamente la decisione di interrompere il rapporto va
comunicata sia ai promotori della campagna che alla direzione della propria
banca. E’ un’azione che ovviamente non sostituisce altre forme di pressione,
ma vuole essere uno strumento che integra le iniziative dei comitati e dei
cittadini, che possono in questo modo promuovere la loro lotta nonviolenta
in tutto il paese. L’iniziativa potrebbe anche offrire spunti e suggerimenti
per altre situazioni analoghe nel paese.



Tempi. Fino al 10 dicembre cerchiamo ADESIONI da parte di gruppi,
associazioni o qualsiasi altra organizzazione che ha a cuore la difesa del
territorio, per poi lanciare un comunicato stampa e partire con la campagna
su larga scala. Per questo dobbiamo aderire in tanti, per dare forza
all’iniziativa e smuovere la situazione, forti dei risultati già ottenuti in
campagne analoghe (Es. la Campagna Banche Armate, che ha prodotto
cambiamenti nelle politiche sugli armamenti di importanti gruppi bancari).



Per le realtà che aderiscono e che poi vogliono fare di più. In un periodo
di tempo che concorderemo effettueremo volantinaggi in tutta Italia fuori
dalle sedi del Gruppo Intesa Sanpaolo per dire cosa stanno facendo rispetto
al territorio, chiedendo ai correntisti e ai propri associati/attivisti che
abbiano il conto corrente con il Gruppo Intesa di andare dal direttore a
chiedere chiarimenti sul comportamento della Banca ed eventualmente cambiare
istituto.

Riportiamo di seguito il testo dell’introduzione al dossier di presentazione
(che trovate completo su <http://www.retecivicaitaliana.it/>
www.retecivicaitaliana.it o su www. Vizicapitali.org e che comunque vi
alleghiamo). Le adesioni devono essere inviate a:
<mailto:robycuda@libero.it> robycuda@???,
<mailto:r.brambilla@mclink.it> r.brambilla@???



*****************

Perché ancora strade?

8.200 morti nelle 13 principali città italiane, di cui 7.000 solo nella
pianura padana secondo il Centro europeo ambiente e salute Oms (dati
dell’Agenzia europea per l’ambiente, febbraio 2011), 50.000 morti all’anno
in tutta Italia secondo il Programma Clean Air for Europe della Commissione
Europea (febbraio 2011), quasi mille morti all’anno solo nella città di
Milano. E potremmo continuare. Qualunque sia la fonte, il metodo applicato e
il numero complessivo di vittime, è evidente che siamo di fronte ad una vera
e propria strage. I numeri sono certamente quelli di una guerra, ma stavolta
l’ecatombe è provocata da un killer molto più silenzioso e impalpabile:
l’inquinamento atmosferico. Responsabili sono sostanze chimiche come
monossido di carbonio, piombo, idrocarburi policiclici aromatici, benzene e
le famigerate polveri sottili (Pm10). Esse provengono dalle industrie, dai
riscaldamenti delle nostre case e soprattutto dai trasporti, che da soli
producono il 34,7% del Pm10, il 55% del benzene, il 51,7% degli ossidi di
azoto e il 43,1% del monossido di carbonio (Legambiente, Mal’aria di città
2011).

Ma se questo è il problema, i nostri amministratori dovrebbero adottare
misure che riducano il trasporto privato su gomma e promuovano l’uso della
ferrovia, come sta avvenendo in tutta Europa. In Italia, invece, i nostri
governi continuano a spendere miliardi di euro per costruire grandi arterie
stradali ed autostradali, anche in territori già densamente popolati e
infrastrutturati. Una scelta miope e irresponsabile e uno spreco di denaro
pubblico, ben sapendo che tra pochi anni il petrolio sarà in via di
esaurimento, mentre mancano risorse per le scuole e gli ospedali. Eppure
l’Italia avrebbe bisogno più di altri di scelte decise contro l’inquinamento
(siamo anche ai primi posti per numero di automobili rispetto alla
popolazione) almeno per ridurre i ritardi accumulati. Infatti da sei anni è
in vigore il Protocollo di Kyoto – un trattato internazionale che punta a
ridurre le emissioni di gas che alterano il clima e prevede pesanti sanzioni
per i paesi che non lo rispettano – ma l’Italia si è distinta per una
clamorosa inadempienza: mentre l’Europa ha ridotto le proprie emissioni del
2,2% (la Germania del 18,1%) il nostro paese le ha aumentate del 9,9%,
quando avrebbe dovuto ridurle del 6,5%. (Legambiente Lombardia, Le nuove
autostrade lombarde non portano a Kyoto, dossier 2009)

In questo contesto la Lombardia spicca per l’arretratezza delle sue
politiche sulla mobilità e, invece di seguire l’esempio di regioni avanzate
come l’Ile de France, la Ruhr, la Greater London o la regione di Madrid, che
hanno investito nel trasporto su ferro, continua a inseguire lo stesso
modello degli anni ’60, quando il nostro paese viveva per la prima volta
l’avvento della motorizzazione di massa. Oggi, casi emblematici di questa di
obsoleta politica sono le grandi infrastrutture lombarde, prime fra tutte la
Pedemontana, la Bre.be.mi., la Tengenziale Est Est Milano (Tem) e
l’autostrada Cremona-Mantova, che abbiamo preso ad esempio di una strategia
che sta impattando pesantemente sul delicato equilibrio ambientale e sulla
nostra salute. E’ lo stesso modello che sta portando ad un consumo
dissennato del territorio, a cementificazioni selvagge e all’impoverimento
delle risorse naturali primarie. Al tempo stesso assistiamo a una profonda
crisi della rappresentanza politica e a un grave scollamento tra istituzioni
e società civile, laddove i partiti al potere rispondono sempre più agli
imperativi dei gruppi economici che li sostengono.

A queste scelte distruttive – alimentate da potenti interessi economici e
finanziari – bisogna porre un freno, chiamando a raccolta tutte le
associazioni, i gruppi, i comitati, i singoli cittadini, le forze sociali e
politiche. Per questo occorre organizzarsi con forme di pressione
democratiche e nonviolente, ma efficaci, che pongano un limite alla
distruzione del territorio. Una via da percorrere, accanto ai tradizionali
percorsi istituzionali (petizioni, ricorsi, manifestazioni, ecc), è quella
dell’obiezione finanziaria. Non dobbiamo dimenticare che la realizzazione di
grandi opere è resa possibile dal sostegno finanziario di grandi banche, che
spesso entrano anche nella compagine azionaria delle società concessionarie.
Allora, considerata l’insensibilità della classe politica, perché non fare
leva proprio sugli istituti di credito, che operano grazie ai nostri soldi?
Perché permettere che i nostri risparmi vengano utilizzati per finanziarie
progetti distruttivi?

Il caso della Lombardia è emblematico e perciò lo abbiamo preso come
modello, oggetto di questo dossier e delle iniziative che speriamo
seguiranno. La Lombardia è uno dei centri propulsori dell’economia italiana
e le sue nuove grandi arterie sono considerate prioritarie nel piano di
sviluppo infrastrutturale del paese, sebbene all’interno di una logica che i
paesi più avanzati hanno abbandonato da tempo. Esse rispondono anche a un
modello di crescita illimitata del PIL che ormai ha mostrato il fianco e
comincia ad essere messo in discussione in diverse sedi nazionali e
sovranazionali, a vantaggio di un nuovo concetto di benessere, slegato dalla
logica angusta dello sviluppo quantitativo. Quello che succede il Lombardia
interessa tutti, poiché qui si gioca molto delle scelte politiche ed
economiche del paese e delle strategie dei governi attuali e futuri.
Un’opposizione decisa, diffusa e costante da parte della società civile è il
primo passo di un nuovo corso nella gestione del territorio, che non può
ignorare le istanze delle persone che vi abitano a vantaggio dei soliti nomi
dell’industria e della finanza. Pedemontana, Bre.be.mi, Tem e
Cremona-Mantova danneggeranno la vita dei residenti e degli agricoltori,
elimineranno molte terre coltivate, aumenteranno l’inquinamento e la
cementificazione, per questo bisogna opporsi.








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