Re: [Cm-roma] presidio a s.sebastiano per l'angelo mai

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Author: oltre
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Subject: Re: [Cm-roma] presidio a s.sebastiano per l'angelo mai

Scontri e contusi per liberare l'Angelo Mai. Tafferugli davanti all'ex
convitto, poi i ragazzi tentano una scorreria in Campidoglio.

LE PROTESTE Arrivano consiglieri e parlamentari e gli «sfrattati» intonano
slogan contro la Quercia: «Ds/Ss».
IL COMUNE «Li avevamo già avvertiti una settimana fa, siamo sorpresi, delusi
e amareggiati per quanto è accaduto».

Si può chiamare sgombero, ma non c'era polizia se non quella del Campidoglio
e all'interno dormivano in pochissimi, una decina: in ogni caso la vicenda
dell'Angelo Mai occupato - il convitto del Settecento nel rione Monti da un
paio d'anni laboratorio culturale e ora destinato a diventare, dal 2010,
scuola per gli alunni del Viscontino - la vicenda che fa discutere la
maggioranza e che viene presa ad esempio per contrapporre Veltroni a
Cofferati, questa vicenda, dunque, così locale eppure così simbolica, non si
conclude così.

Perché, certo, gli occupanti avranno uno spazio a Parco San Sebastiano dove
proseguire l'esperienza, seppure con modalità e forme inevitabilmente
diverse da quelle che hanno fatto infuriare parte degli abitanti della zona.
Ma soprattutto perché quando tutto sembra concluso - occupanti fuori, nessun
incidente - ecco che tutto comincia. E non tanto per l'arrivo di
parlamentari di Prc che non riescono a entrare (Bonadonna, Martone,
Smeriglio) e protestano, e minacciano interpellanze parlamentari urgenti, e
non finisce così ne-anche per ciò che accade al consigliere regionale dei
Verdi, Peppe Mariani, che bloccato all'ingresso crolla in terra e viene
portato via in ambulanza. Ma non finisce così soprattutto per quello si
verifica a metà giornata.

Una ventina di occupanti puntano verso il Campidoglio, entrano correndo,
salgono le scale: a quel punto scatta la reazione della sicurezza, commessi
e vigili urbani. «Siamo stati aggrediti, a calci e pugni e insulti», diranno
i poi i ragazzi. Di certo, non accade spesso che il Campidoglio sia teatro
di tafferugli, urla, celere che arriva, commessi e vigili contusi, e così i
ragazzi, che escono com'erano entrati, correndo. Questa, dunque, è l'ultima
scena dell'esperienza culturale che ha animato le notti del centro e di Roma
tutta. Tafferugli in Campidoglio.

Alle nove del mattino, fuori dall'Angelo Mai non più occupato, il
consigliere di Rifondazione punta con tono accusatorio verso Fabio
Nicolucci, segretario Ds del centro storico che tempo fa disse una frase
destinata a far discutere: «Chiamare i carabinieri, se bisogna liberare uno
spazio per una scuola pubblica, è una cosa di sinistra»; il consigliere
provinciale di Prc è Nando Simeone, e a Nicolucci dice: «Lo sai che è colpa
tua, no?». E quello lo sa, eccome, sola che la parola che userebbe lui,
ovviamente, è un'altra: merito. Ed è così vero che Nicolucci è venuto a
guardarsi lo spettacolo, stamattina: ci sono anche un paio di residenti, una
signora francese e un'altra romana, e tutte a dire, in questo piccolo
capannello, che «è un giorno di festa per il rione tutto». Nicolucci, ex
ghost writer di Fassino, le parole le sa usare e ha già pensato alla sintesi
più efficace per descrivere il momento. Si sente sulla Luna, evidentemente:
«Un piccolo passo per Monti, un grande passo per Roma».

Invece lo slogan degli occupanti è «Ds/SS, Ds/SS», scandito verso
un'amministrazione che «ha offerto loro - dice il capo gabinetto di
Veltroni, Luca Odevaine - cinque destinazioni possibili prima di questa, che
è di prestigio, in una zona bellissima. Abbiamo sempre dialogato con loro, e
per questo siamo sorpresi, delusi e amareggiati per ciò che è accaduto».
Nella conferenza stampa di metà pomeriggio in Campidoglio,ci sono esponenti
dell'amministrazione (anche l'assessore competente, Claudio Minelli) ma non
i ragazzi. Che del resto avevano già espresso al mattino prima, «fascisti,
ci hanno preso in giro», e a metà giornata poi, con l'irruzione in
Campidoglio, il proprio punto di vista. Adesso, «entro fine anno», avranno
la nuova sede: «Ma gli accordi erano che rimanevamo nella vecchia fino fine
dei lavori». «Macché - dice Odevaine avevamo avvisati una settimana fa di
questo sgombero, sapevano bene ciò che sarebbe accaduto perché i patti erano
questi». I patti in verità, erano altri già parecchio tempo «Quando
occuparono - dice Odevaine - si impegnarono a uscire non appena fossero
cominciati i lavori». Invece, evidentemente, così non è stato. «Ma infatti
secondo me si è anche esagerato col dialogo - dice il presidente del Centro,
Giuseppe Lobefaro - e lo dimostra l'irruzione in Campidoglio: si tratta di
fatti gravi che danneggiano la città tutta». Dice anche un'altra cosa,
Lobefaro: Il consigliere che era all'Angelo Mai a protestare, stamattina
(Alfonso Perrotta, ndr) era a titolo personale». A titolo personale o no,
protestava parrecchio: a un certo punto della mattinata s'è arrampicato
sulla macchina dei vigili del Campidoglio, quelli lo tenevano per le
caviglie, urlava. E in questa confusione, l'uomo della Digos s'avvicina al
consigliere di Rifondane e, spietato, gli dice: «Ma voi adesso non state
anche al governo?». Questa vicenda d l'Angelo Mai, così locale, così
simbolica.

Articolo di Alessandro Capponi tratto dalla "Cronaca di Roma" del "Corriere
della Sera", di giovedì 5 Ottobre 2006, pag. 3.

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