non si è parlato mai di valori ma solo dell"aspetto tecnico e legato
a un certo modo di intendere la progammazione in provincia:
(filosofia teoretica)
https://web.uniroma1.it/disp/sites/default/files/nuove-accessioni/DOMINIO.pdf
https://www.amazon.it/Dominio-sottomissione-macchine-Intelligenza-Artificiale/dp/8815284230
https://www.mulino.it/isbn/9788815383167
https://maria2021.noblogs.org/files/2024/01/Dominioesottomissione-Remo-Bodei.pdf
hit-parade "di chi l ha visto" in lista ciociara" problematico" non è che si diviene chiedendo consenso, ma liberandoci dal concetto di tecne, integrandoci prima di tutto a una teoria della scienza
e non andando onda su onda alla deriva di link farlocchi da bar:
come mai possiamo ancora dialogare
tra Taine e Barthes, Renan e Foucault, Bourdieu e Durkheim?
"La vita intellettuale, in
particolare in campi come la storia letteraria, è sempre in una sorta di
universo in cui tutti obbediscono all’illusione del déjà-vu e del jamais-vu:
facciamo continuamente finta di scoprire vecchie questioni come nuovi
problemi. Ma scoprirle come vecchie questioni è un altro modo per non
pensarle fino in fondo, perché o le storicizziamo troppo o non le
storicizziamo abbastanza. È più o meno quello che cerco di fare spesso
quando resuscito vecchi dibattiti: credo che una delle funzioni più potenti
della cultura storica, se fosse davvero utilizzata, sarebbe proprio quella di
distruggere questa sorta di complicità nella semi-analisi che costituisce i
cosiddetti dibattiti “eterni”. Non credo che esistano dibattiti eterni: esistono
solo dibattiti storici. Il che non significa che non ci siano invarianti trans-
storiche dei dibattiti storici, che non ci siano leggi trans-storiche, anche di
quel che è più storico, cioè dell’evento storico nella sua singolarità, la crisi
per esempio."
https://www.mimesisedizioni.it/libro/9788857590523
https://www.amazon.it/Forme-capitale-campi-lotte-Sociologia-ebook/dp/B0CVRY7HQP
https://maria2021.noblogs.org/files/2024/01/Forme-di-capitale-e-campi-di-lotte-Sconosciuto.pdf
> Il 24/02/2024 20:39 CET Giacomo Tesio <giacomo@???> ha scritto:
>
>
> Ciao Agnese,
>
> Il 24 Febbraio 2024 10:44:52 CET, Agnese <agnese@???> ha scritto:
> >
> > Anche a me questo parallelo con le sostanze che danno dipendenza disturba perché
> > non credo che stiamo parlando proprio della stessa cosa
>
> potresti condividere le differenze che hai osservato finora?
>
> Io finora ho notato queste differenze
> - le dipendenze "digitali" non producono (ancora?) lo stigma sociale delle tossicodipendenze
> - quando i danni individuali diventano visibili vengono spesso ricondotti ad altre cause
> - i danni collettivi sono tabù
> - il numero di spacciatori è nettamente inferiore e non si nascondono
> - la catena di distribuzione è cortissima: dal produttore al consumatore in un click (km0)
>
> Tutto questo rende queste dipendenze difficili da dibattere pubblicamente e da affrontare
> individualmente.
>
> Se la distribuzione dei danni è diversa, l'entità complessiva di questi danni è paragonabile.
>
>
> > Sono d'accordo a ragionare di tecnologie appropriate, secondo me quello di cui parli
> > tu sono i social network, che prima che digitali sono relazionali e fisici, e dove la tecnologia
> > si intereseca per mantenerli vivi e magari farli crescere.
>
> Questa promessa è però anche il cavallo di Troia con cui i sistemi più tossici (facebook,
> whatsapp, tiktok etc...) si diffondono.
>
> Dunque non possiamo usarla come discriminante analitico o anche solo narrativo.
>
> > Sono d'accordissimo con te che bisogna partire dalle persone e dalle loro relazioni
> > e costruire social network appropriati :D Per fortuna ci sono tante cose che vanno
> > in questa direzione: il fediverso per dirne una.
>
> Un'idea interessante cui sono stato recentemente esposto è quella del permacomputing
> https://permacomputing.net/Principles/
>
> Manca (forse) di una attitudine a "combattere"/"reagire" che temo essere
> necessaria in questa epoca: non basta creare alternative, bisogna anche trovare modi
> di contrastare gli agenti cibernetici più pericolosi e potenti della storia umana.
>
> Ai principi del permacomputing si ispira ad esempio l'autore di Seppo
> https://seppo.social/en/about/
>
>
> > Abbiamo così tante possibilità che il limite è la nostra stessa immaginazione, quindi
> > perché schiacciarla sul modello dei social media commerciali?
>
> Beh, ci si concentra sui social media commerciali perché sono progettati per
> causare dipendenza, manipolare opinioni e comportamenti etc...
>
> E i sistemi che potremmo realizzare noi, difficilmente diventeranno mai tanto problematici.
>
> Giacomo
> _______________________________________________
> Hackmeeting mailing list
> Hackmeeting@???
> https://www.autistici.org/mailman/listinfo/hackmeeting