Re: [Hackmeeting] Free the Droids now! Un raccontino fresco …

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Autore: Agnese
Data:  
To: Giacomo Tesio, HackMeeting
Oggetto: Re: [Hackmeeting] Free the Droids now! Un raccontino fresco fresco
Ciao Giacomo,

grazie per il feedback e per le riflessioni, e per i complimenti :)

Rispetto alle critiche, per risponderti quoto direttamente l'ultimo
paragrafo della tua mail:

> Altrimenti inizieremo a trattare le persone come oggetti, buttandoli

via quando si rompono,
> danno fastidio o sono in qualsiasi modo inadatti a scopi... che non

saranno nemmeno i nostri.

perché leggendo qui mi pare che siamo d'accordo, parliamo entrambi della
centralità della relazione.

Ci sono i pentiti della silicon valley (quelli di humanetech) che in un
episodio del podcast [1] dove si stracciano le vesti mentre osservano lo
sviluppo selvaggio delle "ai", parlano di relazione come "la tecnologia
più trasformativa" "Relationships are the most transformative technology
that I think human beings have."

Quando parliamo di esseri tecnici non è per umanizzarli (e infatti sono
esseri "tecnici" non "umani") ma per porre l'accento sul valore della
relazione che si instaura, che non deve essere di servitudine, pena il
non liberarsi dalla catena di obbedienza e comando.

Nel raccontino "L'echo del capo" [2], avevo proprio ragionato su questo
scrivendo che se ci abituiamo a trattare male gli assistenti vocali,
molto facilmente ripeteremo le stesse dinamiche relazionali con gli
esseri umani. Penso ad un'educazione alla gentilezza e al valore delle
relazioni che in quanto cyborg intratteniamo sia con tecnologie che con
umani.

Ovviamente non vuol dire che non posso aprire, smontare o rompere la
macchina, anzi, ma già nel buttarla magari mi approccio non in modo
consumistico ma attento, perché il valore di quella tecnologia sta anche
nel rapporto che ci ho instaurato.

In un mondo dove macchine e umani non sono più facilmente distinguibili
(come social media manager ho visto gente innamorarsi dei chatbot di
messenger) la relazione empatica è già sfruttata e già subiamo la
manipolazione delle macchine asservite a scopi estrattivi.

Un approccio diverso all'oggetto tecnico, il non vederlo più come mero
servitore, forse può aiutarci anche a non esserne asserviti.

Ecco è un po' questo. E sì, sono licenze poetiche, ma non pericolose
secondo me, anzi generative, per usare un termine oggi un po' abusato,
che ci consentano di vedere le cose da diverse prospettive.

baci baci!
xx
a

[1] https://www.humanetech.com/podcast/synthetic-humanity-ai-whats-at-stake
[2] https://ima.circex.org/storie/2-relazioni/g-echo-alexa.html


Il 23/04/23 20:22, Giacomo Tesio ha scritto:
> Ciao Agnese, splendido racconto (come sempre).
>
> Ti propongo però una critica che ho già proposto altrove a Karlessi [1]: a ben guardare, la prospettiva soggettiva dell'androide Marj non è, di per sé alienante?
>
> Attribuire soggettività ad un oggetto, per quanto utile dal punto di vista narrativo e artistico,
> diffonde un meme estremamente pericoloso di questi tempi: l'empatia per l'artefatto.
>
> Tale empatia può essere sfruttata per manipolare individui e società.
>
> Se iniziamo a trattare gli automatismi come autonomie, finiamo inesorabilmente per
> comprimere l'autonomia delle persone vere.
>
>
> Allora, forse, una sfida più grande sarebbe narrare la solitudine della vecchietta,
> consapevole dell'alienazione allucinata che dilaga sulla rete a cui quell'androide è connesso
> e a cui, evidentemente, sono connesse tante altre persone, altrettanto sole ed allucinate.
>
>
> In generale, ogni proiezione di soggettività su una macchina è parimenti alienante.
>
> Che si parli di "intelligenza artificiale", di "macchine cognitive" o di "esseri tecnici".
>
>
> Se vogliamo preservare l'autonomia e la libertà umana (almeno quel poco che possiamo
> ottenere), dobbiamo iniziare a distinguere chiaramente cose e persone, rispettivamente
> strumenti e fini.
>
> Altrimenti inizieremo a trattare le persone come oggetti, buttandoli via quando si rompono,
> danno fastidio o sono in qualsiasi modo inadatti a scopi... che non saranno nemmeno i nostri.
>
>
> Giacomo
>
> [1] https://server-nexa.polito.it/pipermail/nexa/2023-April/050861.html
>
> Il 23 Aprile 2023 07:54:06 UTC, Agnese <agnese@???> ha scritto:
>> Ciao,
>>
>> era qualche mese che stavo lì che mi arrovellavo sulla questione delle reti generative che produrranno artefatti sempre più indistinguibili dalla realtà provocando un corto circuito informativo dove la linea di demarcazione tra vero e falso sarà sempre meno visibile...
>>
>> Mi sembra che tutt stiano pensando a come trovare soluzioni tecniche o forensiche sempre più precise, macchine che intelleggano altre macchine...
>>
>> Visto che secondo me non si centra il problema (non esistono soluzioni tecnologiche a problemi che non sono tecnologici) per tirare fuori quello che avevo in testa ho scritto questo raccontiello:
>>
>> https://circex.org/it/news/free-the-droids-now
>>
>> Buona lettura a chi vorrà!
>>
>> bacetti
>> a
>>


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