Re: [Hackmeeting] i gravi limiti del software libero (da nex…

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Autore: Federico Leva (Nemo)
Data:  
To: HackMeeting
Oggetto: Re: [Hackmeeting] i gravi limiti del software libero (da nexa-ml)
Il 27/03/22 13:38, Andrea Collina via Hackmeeting ha scritto:
> In un articolo pubblicato tempo fa  si analizzava in parte la questione
> https://rizomatica.noblogs.org/2020/07/contro_hackerism/


Leggo che si spera la "riappropriazione tecnologica possa essere
utilizzata come arma contro il Capitale" e "Se Mastodon inizia il suo
viaggio con una domanda tecnica, FairBnB lo inizia con una domanda
politica e sociale [...] Una volta data risposta alla seconda domanda, è
facile implementarne la risposta con strumenti tecnici".

Mi sembra una posizione alquanto ingenua, perché presuppone un
riduzionismo tecnologico.

Il seguace di Marcuse nel 1967 avrebbe controbattuto che "la razionalità
scientifica favorisce una specifica organizzazione della società" e che
"la razionalità tecnologica protegge piuttosto che abolire la
legittimità del dominio", quindi i sedicenti obiettivi di Fairbnb sono
intrinsecamente contradditori.*

Il seguace di Popper nel 1945 (ed. 1966) avrebbe aggiunto che in ogni
caso la domanda di partenza era una perdita di tempo perché "We must
think in these matters in even more materialist terms, as it were, than
Marx did. We must realize that the control of physical power and of
physical exploitations remains the central political problem". (Hanna
Arendt aggiungerebbe qualche precisazione sull'identificazione fra
"potere" e "violenza".) Posto un certo problema sociale relativo alle
abitazioni, bisognerebbe allora andare a guardare chi ha fisicamente
controllo delle chiavi di ingresso, degli allacci alla luce e all'acqua,
ecc.

E cosí via.** A mio modesto avviso, se si vuole fare una critica
generale in questo ambito, conviene almeno specificare le proprie
coordinate e partire dal secolo circa di lavoro già fatto nell'ambito,
altrimenti è difficile avere una conversazione.

Federico

(*) E in effetti, apro Fairbnb e scopro che già dalla pagina principale
cerca di mandare i miei dati personali a Google, Twitter, Facebook,
Amazon, MapBox, DigitalOcean, l'azienda di un miliardario del Wisconsin
e vari altri. Ciascuna di queste potrà poi vendere i dati allo Zillow di
turno, il quale andrà poi a esacerbare il problema che ci si proponeva
di risolvere. Chiaramente qualcosa è andato storto.

(**) Esempi

https://www.marcuse.org/herbert/pubs/64onedim/odmcontents.html
https://archive.org/details/opensocietyitsen02popp/page/130
https://archive.org/details/crisesofrepublic00aren