[inquieto] Ris: Scritto da Finimondo

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Autore: ca_favale_mlist
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To: ca_favale_mlist@inventati.org, Mailing List del circolo
Oggetto: [inquieto] Ris: Scritto da Finimondo
Una piccola precisazione:"I mass media sonoriusciti, senza sollevare ondate di ilarità, a dare notizia dellaproduzione di un vaccino contro il coronavirus la cui efficacia,dichiarata al 94%, arriverebbe al 100% nei casi più gravi. Ora, comedovrebbe essere universalmente risaputo, un vaccino va somministrato apersone sane per evitare che si ammalino e quindi non ha alcun sensodarlo ai pazienti che versano in gravi condizioni"Significa semplicemente che il vaccino protegge nella stragrande maggioranza dei casi (il famoso 100% che come si sa non significa la garanzia che nessuno si ammalera') dalle più gravi complicazioni e nel 94% dalle altre sintomatologie maggiori. Nessuno ha mai affermato che il vaccino avrebbe protetto chi si è già ammalato. PaolidaInviato dal mio dispositivo mobile Huawei-------- Messaggio originale --------Oggetto: [inquieto] Scritto da FinimondoDa: ca_favale_mlist@???A: Mailing List del circolo ,ca_favale_mlist--- via Ca_Favale_mlist CC: È possibile la critica sociale dopo l'emergenza pandemica?Parafrasando una celebre quanto provocatoria riflessione formulata daun intellettuale tedesco all'indomani della seconda guerra mondiale,vien voglia di chiedersi se scrivere un testo di critica sociale dopoil Covid 19 non sia un atto di barbarie che avvelena la consapevolezzastessa del perché è divenuto impossibile oggi scrivere testi di criticasociale. Con ciò non si intendono equiparare i campi di sterminonazisti agli odierni reparti ospedalieri democratici, semmaiinterrogarsi se l'inimmaginabile enormità di quanto sta avvenendo nonrenda patetica e superflua ogni ulteriore analisi della realtà. Se inpassato lo Sterminio burocratico di milioni di ebrei ha ucciso lapoesia, oggi la Servitù Volontaria sanitaria di miliardi di esseriumani non ha forse ucciso la critica, rendendo anch'essa in-scrivibile,il-leggibile, im-praticabile? Se lo Sterminio ha messo fine allaricerca della bellezza, la Servitù Volontaria non sta mettendo finealla ricerca di significato? Con questa premessa, che senso haostinarsi a diffondere un qualsivoglia pensiero critico in una societàche — trasversalmente, dall'alto in basso — cerca in tutti i modi diessere spensierata, ovvero di non dover pensare a nulla, non essendodisponibile ad ascoltare e ricevere alcuna critica? Chi potrebbe maiinteressarsi a questo pensiero altro, chi trascorre le proprie giornatea «chattare» nei social network? Chi liquida come negazionismo oideologia qualsiasi messa in discussione delle (altrui) convinzioniintroiettate come proprie? Chi si preoccupa ossessivamente di indossarecorrettamente la mascherina, di garantire il distanziamento sociale, divenire al più presto vaccinato? O chi, animato da pruriginosi intentiradicali, organizza qualche «chiacchierata» sul conto di qualche«narrazione»? Ci sembra che quanto sta accadendo da quasi un anno intutto il mondo — le scomposte reazioni alla diffusione di un virus pocopiù che banale, fra stati di emergenza che negano ogni libertà epsicosi di massa che scatenano qualsiasi brutalità — abbia fatto piazzapulita di ogni benché minima illusione necessaria sulle residuecapacità della critica di contrastare lo sgretolamento del senso. Dopouna così formidabile, simultanea e planetaria dimostrazione diannichilimento delle intelligenze, chi si sente di scommettere ancorasulla possibilità di un risveglio delle coscienze? Quanta spavaldaschizofrenia è necessaria per sorvolare sull'ovvietà che, perrisvegliarsi, la coscienza dovrebbe comunque esistere, palesarsi,essere viva, seppur addormentata e sepolta sotto uno strato diautomatismi? Si tratta di un’ipotesi impossibile da prendere inconsiderazione oggi, dopo aver visto milioni (se non miliardi) dipersone invocare maggior coercizione, giustificare ogni controllo,partecipare alla delazione, senza il minimo scrupolo, con rabbia edeterminazione. Facciamo un paio di piccoli esempi. I mass media sonoriusciti, senza sollevare ondate di ilarità, a dare notizia dellaproduzione di un vaccino contro il coronavirus la cui efficacia,dichiarata al 94%, arriverebbe al 100% nei casi più gravi. Ora, comedovrebbe essere universalmente risaputo, un vaccino va somministrato apersone sane per evitare che si ammalino e quindi non ha alcun sensodarlo ai pazienti che versano in gravi condizioni. Se invece non sitratta di un vaccino, bensì di un intruglio terapeutico, allora sì cheandrebbe somministrato a chi è già ammalato — ma in questo caso nonavrebbe senso spacciarlo per vaccino, né soprattutto farlo assumere achi gode di buona salute. Davanti alla minaccia pandemica pare quindiche la scienza medica abbia superato Gesù Cristo nell'arte di compieremiracoli: non solo ha creato un vaccino contro un virus misterioso insoli 7 mesi, ma per di più è efficace sia come vaccino preventivo checome farmaco curativo! Quanto ai suoi effetti collaterali, è di nonmolti giorni fa la notizia che in Norvegia si sono registrati decine dimorti fra coloro a cui era stato somministrato. Preoccupate che ciòavrebbe fomentato i dubbi e i timori di gran parte della popolazione(influenzata dall'ignorante propaganda dei cattivi no-vax, anzichédall'informazione oggettiva dei buoni scienziati), le autoritàsanitarie norvegesi hanno fornito questa spiegazione: «per pazienti conpiù grave fragilità, anche gli effetti collaterali relativamente lievidei vaccini possono avere gravi conseguenze». E ciò può esseresenz'altro vero, tanto quanto per pazienti con più grave fragilità,anche gli effetti relativamente lievi di un virus possono avere graviconseguenze. Senza accorgersene, le autorità sanitarie norvegesi hannoripreso la stessa argomentazione sostenuta da quasi un anno a questaparte da chi non prova il minimo senso di panico ad uscire di casa,respirare, sfiorare e toccare gli altri. Il vaso trabocca perché ècolmo fino all'orlo, è assurdo demonizzare l’ultima goccia. Soloun'umanità che non sa né ricorda più se sia in guerra con l'Eurasia ocon l'Oceania, può terrorizzarsi se il colpo di grazia adultraottantenni ammalati lo dà un virus e tranquillizzarsi se a darlo èun vaccino. Eppure, è proprio il cosiddetto vaccino — e non il virus —a venire intenzionalmente somministrato. Eccolo qui, il nostrotormento. Cosa resta da dire a chi è palesemente, caparbiamente,furiosamente convinto che due più due fa cinque? Oltre settant'anni faOrwell scriveva che per il potere «da parte dei proletari, inparticolare, non vi è nulla da temere: abbandonati a se stessi,continueranno — generazione dopo generazione, secolo dopo secolo — alavorare, generare e morire, privi non solo di qualsiasi impulso allaribellione, ma anche della capacità di capire che il mondo potrebbeanche essere diverso da quello che è». E ciò non riguarda solo i bravicittadini, quelli per bene, quelli più usi ad acconsentir tacendo. Comeammoniva Primo Levi, «un regime disumano diffonde ed estende la suadisumanità in tutte le direzioni, anche e specialmente in basso...corrompe anche le sue vittime ed i suoi oppositori». Una società dalfunzionamento totalitario, come quella in cui viviamo, ottiene ilmedesimo effetto. Come stupirsi e indignarsi delle telefonate delatoriedi onesti cittadini alla vista di qualcuno che si bacia per strada, odei Trattamenti Sanitari Obbligatori inflitti a chi invita la gente aduscire da casa, o della radiazione di medici dubbiosi sullavaccinazione, quando ci sono comunisti antistalinisti che ammirano ledrastiche misure anti-pandemia prese da governi orientali, anarchicianti-tecnologici che invitano a battersi per la vaccinazione gratuita,anarco-comunisti che si vantano di disinfettare il megafono da passaredi mano in mano, critici radicali entusiasti della capacitàauto-organizzativa di fare da tappabuchi alle mancanze statali,sindacalisti rivoluzionari che garantiscono il distanziamento sociale,intellettuali moltitudinari che rivendicano il comunismo dei vaccini,militanti insurrezionalisti che condividono le preoccupazioni sanitarieistituzionali pur di avere qualcosa da narrare agli operai insciopero... Sommersi dalla nausea, ci ritroviamo di nuovo tentati aparafrasare Adorno e sostenere che l'emergenza pandemica ha dimostratoinconfutabilmente il fallimento della cultura e che tutta la culturadopo il Covid 19, compresa la critica urgente ad essa, è spazzatura.Poiché essa si è restaurata dopo quel che è successo nel suo paesaggiosenza resistenza, è diventata completamente ideologia. Chi parla per laconservazione della cultura radicalmente colpevole e miserevole diventacollaborazionista, mentre chi si nega alla cultura favorisceimmediatamente la barbarie, quale si è rivelata essere la cultura.Neppure il silenzio fa uscire dal circolo vizioso: esso razionalizzasoltanto la propria incapacità soggettiva con lo stato di veritàoggettiva e così la degrada ancora una volta a menzogna. Intrappolatiall'interno di questo circolo vizioso, non si intravedono vie di fuga.Il processo di disincanto della vita non ha raggiunto il suo apicenelle atrocità più crudeli commesse nel secolo scorso. La porta restasempre aperta all'oscurantismo, come testimoniano gli elicotterisollevati per braccare chi si prende la tintarella in spiaggia, ilinciaggi di chi esce di casa per fare ginnastica o portare a spasso ilcane, per non parlare del silenzio sulle morti avvenute durante leproteste scoppiate in carcere, proteste — giova ricordarlo — nate perle restrizioni subite e poi recuperate e trasformate in richieste dimaggiore tutela sanitaria. Davanti a questa realtà, terrificante esotto gli occhi di tutti, quali parole restano? Dovremmo commentarel’assalto fallito a Capitol Hill per meglio tacere sull’assaltovittorioso ai nostri desideri? Proprio quando si appresta a compiere ilsuo decimo ed ultimo anno di vita, Finimondo si accorge di non averormai più nulla da dire. O meglio, di non voler più dire al nulla. Edil problema, contrariamente a quanto pensano alcuni, non è lo strumentotecnico. Le parole non diventano in sé stolte non appena vengonoproiettate su uno schermo, né in sé intelligenti non appena vengonovergate su carta. È però vero che la lettura su carta stampata richiedeuno sforzo che allontana automaticamente chi è abituato a lanciarefacili cinguettii, operando così una selezione necessaria. È quindialla pubblicazione di libri che intendiamo in futuro dedicarci assaipiù che a siti in grado solo di fare schiuma alla superficie degliavvenimenti. Finimondo è quindi destinato a spegnersi progressivamente,scomparendo dalla rete nel prossimo periodo. Probabilmente Adorno nonavrebbe mai scritto nel 1949 quelle parole sulla poesia se avesseconosciuto Bożena Janina Zdunek, una giovane polacca combattente nellaresistenza clandestina, catturata dalla Gestapo e liberata da Auschwitznel 1945. Quando uscì dal campo di sterminio, aveva in tasca unquadernetto di 32 pagine che le detenute si passavano di mano in mano eche lei avrebbe conservato per tutta la vita. Bożena Janina Zdunek èmorta nel 2015 e suo figlio ha di recente donato quel quaderno al Museodi Auschwitz. Al suo interno ci sono i pensieri e le poesie che leprigioniere ebree scrivevano di nascosto, in quotidiana attesa dellamorte. Non dopo o prima di Auschwitz, ma durante e dentro Auschwitz.Atto di barbarie? No, atto di resistenza davanti all'indicibile — lavita, nonostante tutto! Ma quel quadernetto così prezioso leprigioniere di Auschwitz erano costrette a nasconderlo, sottraendoloalle perquisizioni, ai controlli, agli sguardi degli aguzzini. Eraquesta la condizione preliminare per continuare a scrivere poesie,perfino dentro un campo di sterminio. Che si tratti di un'esigenzavalida anche oggi per la critica sociale? Che il pensiero critico,quale che sia, non possa che essere confidenziale? Che ruminarerancorosamente sulla propria marginalità, tipico assillo di politicantiin erba, sia solo l'effetto di un'inconfessabile vanità? Viviamo interritorio nemico, davvero non ce ne siamo accorti? Smettiamola con leallucinazioni consolatorie (il popolo, le masse, il proletariato, ilmovimento…) e traiamo le dovute conseguenze. Ad esempio, come diceva ilDivino Marchese, che ci rivolgiamo solo a coloro che sono capaci dicapirci. O, sull’altro versante, che Caracremada sapeva che fare assaimeglio di Lenin o Malatesta.  Finimondo 1 febbraio 2021_______________________________________________Ca_Favale_mlist mailing listCa_Favale_mlist@???https://www.autistici.org/mailman/listinfo/ca_favale_mlist