Autore: ca_favale_mlist Data: To: ca_favale_mlist, Mailing List del circolo Oggetto: Re: [inquieto] Ris: Scritto da Finimondo
Le questioni che mi vengono in mente relative al cosiddetto "vaccino"
sono molteplici.
La prima e' che le cose andrebbero chiamate con il loro nome.
Chiamare "Vaccino" una cosa che non ha piu' nulla a che fare con quello
che fino all'altro ieri veniva chiamato vaccino dovrebbe far
riflettere. Il nome piu' aderente sarebbe "terapia genica".
Seguendo la vulgata, e continuando a chiamarlo
vaccino, dobbiamo renderci conto che ossequio e riverenza alla
semplificazione che diventa regola ci portera' sempre piu' lontano
dalla complessita' del presente.
L'impossibilita' di usare il vaccino su persone ammalate o con problemi
di immunodeficienza mi porta a chiedermi quale giovamento avranno le
persone con problemi di salute dalla diffusione del vaccino tra i
soggetti sani: l'unica stampella che rimane e' l'idea dell' "immunita'
di gregge".
Forse gli italiani sono davvero un popolo di pecoroni, solo allora
potrebbe spiegarsi tale balzana teoria, che tanto somiglia all'obsoleta
"teoria dei germi" di tale Pasteur.
Non credevo fosse possibile che nel 2020 si tornasse indietro a
credenze del genere, ma invece pare vero il contrario, e a nulla
paiono valere le innumerevoli evidenze (in ogni campo e disciplina) atte
a mostrare i retroscena della scelta del bivio "barnard vs pasteur"
fatta dalle case farmaceutiche, e non dai medici, un centinaio di anni
orsono.
Ma e' oramai diventato impossibile sostenere un qualsiasi confronto
perche' la natura stessa del confronto non e' neanche presa in
considerazione dalla scienza separata. Un epistemiologo del calibro di
Feuerabend ha provato per decenni a denunciare questo fatto *(Ho avuto
la fortuna di leggerlo, un testo di critica puntuale sulla "pretesa
autonomia della scienza dal consesso delle arti". consiglio a tutti di
leggerlo.)
Come ho avuto in passato la fortuna di conoscere di persona un
ex-virologo tedesco, stephan lanka, che ritrovo oggigiorno piu' in
forma che mai, e nelle cose che dice oggi ritrovo quella stessa
discussione che avemmo 20 anni fa. In effetti nulla e' cambiato da
allora, le cose sono solo peggiorate nella medesima direzione.
Il discorso potrebbe essere affrontato da infiniti punti di vista, e
quando i diversi punti di vista concorrono a disegnare un medesimo
quadro, uno dovrebbe avere il coraggio di interpretare i segnali che
riceve. Inutile mettere la testa nella sabbia e nascondersi alle
evidenze.
L'utilizzo dell'infodemia "covid19" come pugno di ferro per
irreggimentare il governo su scala globale e' un'autoevidenza.
E' da anni che stanno distruggendo alla base l'idea stessa di autonomia
nel nome dell'interdipendenza alla megamacchina. L'assuefazione
all'idea di servitu' volontaria preconizzata da La Boetie' 500 anni
orsono e' quantomai all'ordine del giorno e la comunita' umana si
rispecchia oramai nella sua controparte alienata virtuale.
Il ministro dell'istruzione (!) ha candidamente chiarito che la
"didattica a distanza" durera' nei secoli a venire, essendo la scuola
del futuro. Almeno cosi' han detto alla radio stamattina.
Con un generale a capo della logistica dell'operazione covid 19 siamo
in una botte di ferro, e pure chiodata.