Re: [Hackmeeting] virus tracking e sorveglianza

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Author: dan
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To: hackmeeting
Subject: Re: [Hackmeeting] virus tracking e sorveglianza
On 21/04/20 15:34 +0200, codanera wrote:
>Il 21/04/20 12:57, ginox@??? ha scritto:
>> io propendo per l'interpretazione buzz word su problema difficile.
>[cut]
>
>+2


+3

Ecco, attacco qui perché penso che l'elemento "percezione" sia nodale.

Mi sono trovato a sudare in piena infodemia e a riflettere che qui se
non leggi almeno 8 paper di 6 pagine l'uno prima di mezzogiorno non sei
nessuno. E allora _devo_ ricorrere a sistemi più vecchi: per esempio
quando mi viene proposta una soluzione/progetto/tecnologia mi sembra
giusto chiedere e sapere chi lo propone e per chi lavora.

Se dovessi riassumere il mio pensiero di adesso, -vi scrivo da una
situazione di isolamento domiciliare "volontario", fuori volteggia il
drone e qualche giorno fa passava la macchina dei vigili col megafono a
dire: state a casa e i giornali han detto che "il virus è nell'aria".
Dunque escludo che ci sia del panico e sono certo di esprimermi con la
massima lucidità.

In una frase direi: La sanità pubblica costa, la App è cheap.

dunque tutt* a parlare di App si/no/quale mentre il problema è altrove.

La sanità pubblica è il punto.
Grazie Pinke del concetto di: "sanità pubblica di prossimità". Claro.

Grazie Lobo per aver detto che: cosa c'entra un sistema decentralizzato
se lo scopo della app per definizione è il contrario, cioè di riportare
tutti i dati a un autorità sanitaria centrale? (e poi manco all'autorità
sanitaria, ma alla Telco).

Grazie CIRCE per aver detto che: qui non siamo più al controllo, qui siamo alla
manipolazione (non approfondiamo, diciamo solo: facebook)

Oh, ma intanto grazie un po' tutt*
di questi tempi, o tra non molto, potrebbe diventare difficile esprimersi
criticamente, soprattutto se viene richiesta obbedienza come valore solidale.

Grazie Blallo per aver detto: non voglio lavorare alla realizzazione del
tecnocontrollo.

Ancorché sanitario, aggiungo.

Qui c'è la questione del meno peggio:
Annosa questione.
Per cui: ehi guarda che qui arriva comunque il totalitarismo, meglio che lo
facciamo noi.. -- No. aspé.. che dici..

Ma tornando alla buzzword (grazie ginox),
Il dibattito sulla decentralizzazione e sull'open source come "automaticamente
buono" mi pare basato su una assunzione sbagliata. Sono entrambi forse
requisiti, ma non garanzie. Non è che se uno fabbrica la macchina che tira
schiaffi ma il codice sorgente è open allora: aah.. allora.. allora è bella"

Poi come dice il (grazie Putro) il codice è oramai troppo lungo da leggere, non
basta dire: guarda è li leggitelo. E poi tanto domani esce l'aggiornamento.

Comunque, ci sta di riassumere i vari tentativi di: "mantenere
l'equilibrio tra la privacy e le necessità del tracciamento durante una
pandemia". Come dice la EFF.
Che poi ti trovi a doverle spiegare queste cose: Il PEPP, il PD-13, e la
variante del joint apple-google, e dice il Kobessi che..
però il punto è davvero altrove:

* un sistema sanitario pubblico ha come interesse che la gente sia sana
* un sistema sanitario privato ha come interesse che la gente sia malata (e paghi).

E dunque con la App, ma senza la sanità pubblica efficente, si finisce tutt* ai
domiciliari ed esce solo chi ha i soldi per curarsi ed è autorizzato dalla App.
E magari non è cosa di breve durata.

Siccome sappiamo che la tecnologia non è neutrale ma dipende ad esempio da chi
comanda, vedi che bella prospettiva. Poi a me pare che l'algoritmo predittivo
abbia quanto meno fallito: nessuno si aspettava la pandemia! ma che davero?
Ma cosa li abbiamo dati a fare i dati sanitari della regione lombardia
alla IBM?

Dunque aggiungo la mia vocina al coro de: la soluzione non è tecnica
(e manco legale).

# Sull'emergenza:

* l'emergenza non viene revocata, viene prorogata.
(perché non c'è mai un momento in cui va -tutto- bene)

* Durante un'emergenza gli strumenti di una "democrazia avanzata", come
la privacy, soprattutto se non sono esercitati altrove che in ambito
giuridico, non sono in uso. (senno' che emergenza è se valgono le
stesse regole di prima?") Non mi ricordo chi ha detto: "la prima vittima
della guerra è la verità", ci aggiungo che: la prima vittima dello stato
d'emergenza è la privacy.

Lo stato d'emergenza è una grande buzzword, a prescindere che ci sia o
meno la pestilenza. Si traduce in cessazione dei diritti civili o legge
marziale, dipende dalla longitudine e dal contesto. Mi riprometto che lo
stato d'emergenza non mi impedisca di esprimermi criticamente, non
voglio partecipare alla costruzione del tecnocontrollo e siccome ho
delle belle pretese, non voglio neanche deprimermi, perché il sistema
limbico è compatibile con quello immunitario e dunque cerco di evitare
la gravitas. Ognuno combatte il panico come può. E poi nella mia
esperienza, non è la prima volta che Roma brucia.


--
"Come va?" -Bene-. "Si, ma bene come?"
"Andrà tutto bene". Si, ma -come- andrà tutto bene?