Re: [Hackmeeting] a/i , social network, forum e cloud milita…

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Autore: lucha
Data:  
To: hackmeeting
Oggetto: Re: [Hackmeeting] a/i , social network, forum e cloud militanti
On 2015-12-23 12:00, daniele.florian@??? wrote:
> E poi scusate, ma una domanda provocatoria mi viene in mente: pensare
> che stare fuori da facebook abbia una valenza di strategia politica,
> non è essa stessa un esempio di tecno-feticismo, che è come dire che
> usando il mezzo nel senso di non-iscrizione, si cambia qualcosa nel
> reale?


Scusate se rispondo alle domande provocatorie, ma ovviamente la risposta
è no, a meno di voler fare leva su delle ambiguità del linguaggio e fare
l'equivalenza "il non-uso di una tecnologia è una tecnologia".

Io invece vedo una certa confusione riguardo al "dentro e contro",
perché il punto è: anche chi rifiuta di usare certi canali di
comunicazione sa che non è "fuori" da essi, perché il potere che questi
hanno di plasmare la società attorno a noi ci influenzano nonostante
tutto. Più che strategia politica io la chiamerei forma di resistenza:
un rifiuto apparentemente irrazionale che però segnala una diversità. Io
credo che chi viene in contatto con Hackmeeting, ma anche chi si
avvicina ad altre esperienze politiche o anche perfino individuali,
rimane in primo luogo sorpreso da questa cosa. La reazione "Non sei su
facebook?" (curioso il passaggio dal verbo "avere" a quello "essere" tra
l'altro), così come "non usi l'automobile?" o "non cucinate carne?" o
"invece di formare un circolo arci e chiedere degli spazi al potente di
turno avete occupato un edificio dismesso?" sono il segno che si è
disturbato qualcosa nella testa di chi è entrato in contatto con queste
esperienze.

A me questo interessa, stupire le persone dimostrando che l'ovvio non è
ovvio, che è possibile attuare una resistenza ai meccanismi che sembrano
totalizzanti fino ad essere naturali. E non è testimonianza, ma appunto,
un modo di entrare nella testa delle persone e instillare il dubbio.
Esiste un'altra Internet fuori da Facebook!

Quando ad hackmeeting si perculavano i giornalisti, per fargli
pubblicare delle notizie completamente assurde, non lo si faceva solo
per pubblicizzare hackmeeting: perché anche in quel caso il giornale ha
un business di annunci pubblicitari attorno alla notizia del virus Lulz
che non viene disturbato. Quello che si otteneva invece era mettere a
nudo il sistema di creazione della notizia, e svelare in che modo il
processo di produzione delle notizie funziona.

A me piacerebbe che il discorso sull'usare facebook per "portare fuori
la gente da facebook" (verso altri contenuti/esperienze/etc.) cercasse
di fare questo: non usare facebook meglio di altri, perché abbiamo già
perso in partenza. Ma usarlo per dimostrare ai suoi utenti la gabbia
dorata in cui li stanno infilando a mangiare merda. Non ho ancora visto
nessuna proposta che mi convinca in questo senso: forse l'unica che si
avvicina vagamente a quel che sto descrivendo è la reazione scomposta
della gente quando una pagina facebook viene "censurata". Mentre la
potenza della reazione sorpresa davanti al "non sei su facebook" non ha
uguali al momento.

Infine, vorrei segnalare che questa idea che "il boicottaggio non serve
a niente ed è solo un chiudersi nella propria gabbia dorata" è priva di
basi fattuali e discente direttamente dall'altra idea, questa si
certamente ideologica, che "non si può mai interrompere i flussi di
mercato", da cui discende anche quell'altra bella idea che gli scioperi
sono inutili e anzi dannosi per l'insieme della società. Per dire, a
volte un suo piccolo contributo al miglioramento del mondo il
boicottaggio l'ha fatto, tipo
https://en.wikipedia.org/wiki/Academic_boycott_of_South_Africa

> se Hackmeeting avesse una pagina facebook o un
> evento temporaneo (nel senso di una pagina che ad agosto non esiste
> più)


ma questa cosa non è possibile, dato che facebook -al contrario di noi-
non dimentica.

l.