[Forumlucca] A CHI SI AFFIDA LA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE

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Autore: Aldo Zanchetta
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To: forumlucca
Oggetto: [Forumlucca] A CHI SI AFFIDA LA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE
Il Manifesto

Concorsi-truffa, i saggi sono bari. Anzi baroni


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Una rete di favori incrociati e di patti di fedeltà fra docenti universitari
di prestigio e potere. C'è persino chi descrive una 'cupola' di baroni di
tutta Italia uniti per cercare di pilotare gli esiti di decine di decine di
concorsi per docenti di prima e seconda fascia in diritto ecclesiastico,
costituzionale e pubblico comparato. Per molti degli esclusi, la notizia di
oggi è solo la conferma di alcuni dei tanti casi di malauniversità baronale
di cui negli atenei da sempre si mormora fuori dalle stanze dei luminari.

È uno spaccato di una 'normalità' sconfortante quello che emerge dal
fascicolo di un'inchiesta dalla procura di Bari aperta nel 2008 - ora al
vaglio dei pm Renato Nitti e Francesca Romana Pirrelli - e in particolare da
un'informativa della Guardia di finanza. Le accuse sono quindi ancora tutte
da mandare a processo e dimostrare.

La vicenda si riferisce a concorsi concorsi universitari svolti dal 2006 al
2011. Negli atti delle fiamme gialle, provenienti per lo più da
intercettazioni telefoniche, però spuntano nomi eccellenti
dell'intellighenzia italiana, progressiva e conservatrice; noti
costituzionalisti, un ex ministra, l'ex garante della Privacy e persino
cinque 'saggi' solennemente incaricati dal presidente della Repubblica
Napolitano di istruire la pratica delle riforme costituzionali incardinata
dal governo Letta. Nel dettaglio, risulterebbero coinvolti nell'inchiesta
l'ex ministra Anna Maria Bernini (Pdl), l'ex Garante della Privacy Francesco
Maria Pizzetti (area centrosinistra) e i 'saggi' Augusto Barbera, Beniamino
Caravita, Giuseppe De Vergottini, Carmela Salazar e Lorenza Violini. Che
negano il proprio coinvolgimento (Barbera), minacciano di difendersi in sede
legale (Bernini, oggi senatrice e viceportavoce del Pdl) e per lo più negano
di aver ricevuto avvisi di garanzia.

In tutto i presunti baroni di cui parla la Guarda di Finanza sono 38. La
procura di Bari, dopo un'inchiesta in cui sono state eseguite perquisizioni
in 11 città (Milano, Bari, Roma, Napoli, Bologna, Firenze, Piacenza,
Macerata, Messina, Reggio Calabria e Teramo), ipotizza i reati 'pesanti' di
associazione per delinquere, corruzione, abuso d'ufficio, falso e truffa. Da
alcune intercettazioni sarebbe emersa l'intenzione, da parte di alcuni, di
esercitare pressioni sull'allora ministra dell'Istruzione Mariastella
Gelmini, per frenare la riforma dell'università, poi approvata in via
definitiva nel dicembre 2010, e soprattutto per bloccare l'adozione di un
codice sui conflitti di interesse legate alle parentele e delle procedure di
valutazione degli aspiranti professori universitari.

Gli accordi fra baroni avvenivano anche durante congressi in cui i referenti
di ciascun ateneo si incontravano e pianificavano lo svolgimento e l'esito
dei concorsi e dei loro vincitori: un'estesa lobby universitaria dedita al
reciproco e indebito aiuto, con una rete di favori truffaldini fra luminari.
Non c'è studente che non ne abbia sospettato, o intravisto l'esistenza,
nella propria carriera universitaria. Sta ora ai pm provarla.