Autore: Alberto Peretti Data: To: forum lucca Oggetto: [Forumlucca] Creare 10,100,1000 Vietnam
Cosi si gridava negli anni '60 e '70 nelle strade di mezzo mondo per
esprimere la vicinanza al popolo vietnamita in lotta per la liberazione.
Venerdi è morto, all'età di 102 anni, il generale GIAP uno degli artefici
principali , insieme ad Ho Chi Minh, di quella lotta : alla guida di un
esercito di contadini scalzi e male armati e con il sostegno di un'intero
popolo , seppe sconfiggere le potenze coloniali ed imperialiste di Giappone,
Francia e Stati Uniti.
Di seguito un breve commento di Alessandro Portelli sul Manifesto di ieri
La mia generazione e il rap Giap-Giap
Il suo nome ha ritmato i passi di un paio di generazioni: «Giap - Giap - Ho
Chi Minh». Anche di queste cose è fatto un mito: un nome che diventa suono e
un suono che si rende autonomo dalla materia a cui si riferisce. Adesso che
arriva la notizia della sua morte, a 102 anni, tanti di quelli di noi che
scandivano col suo nome i cortei, e magari qualche volta non sapevano
neanche tanto bene chi fosse, sono quasi sorpresi dal fatto che non si era
dissolto insieme con quelle sfilate. Giap-Giap era il suono di un sogno e
di un mito che era una persona e una storia. Era vivo, anche se dopo tanto
tempo non sapevamo più se lottava insieme a noi, o se noi lottavamo ancora
insieme a lui. Il Vietnam è stata una delle ultime volte in cui potevamo
pensare di sapere da che parte stare, chi aveva torto e chi aveva ragione.
Poi le cose si sono confuse, il Vietnam libero e rosso è stato diverso da
come lo sognavamo, le tessere del «domino» sono cadute in direzione
contraria a quella che immaginava la paranoia imperialista; ma il nome di
Giap è indissolubilmente legato non solo a quel sogno ma soprattutto alla
memoria di una volta almeno che «i nostri» hanno vinto. «Vietnam vince
perché spara», abbiamo gridato. Giap aveva combattuto e vinto contro i
francesi, i giapponesi e ora gli americani. Di quella rivoluzione, Ho Chi
Minh era la saggezza e Giap era la forza. La sua morte lo riconduce dal mito
alla storia, gli restituisce per intero il suo nome. La sua lunga vita ha
attraversato tutto il secolo breve e gli ha dato forma. È stato un secolo in
cui spesso i deboli hanno osato sfidare i potenti e qualche volta hanno
vinto. Per questo i vincitori di oggi vogliono ossessivamente esorcizzare il
Novecento. Ricordare Giap, sapere che è esistito, magari anche rivedere
(modificare, ma tornare a vedere) certe nostre immagini di allora, ci aiuta
a non pentirci e ad essere orgogliosi del nostro tempo. Dal 1993 Vo Nguyen
Giap era cittadino onorario di Genzano antica cittadella rossa dei Castelli
romani.