Il 12-03-2013 18:06 dickreckard@??? ha scritto:
> Il 12.03.2013 14:21 Jacopo ha scritto:
>
>> Prima che parta il dibattito su wikipedia, invito all'ascolto di
>> questo (iniziativa del ciclo "Reti Comunità Mediattivismi" su
>> Wikipedia che si è tenuta a Bologna un po' di tempo fa):
>> http://www.arkiwi.org/path64/aGFjay9yY20vV2lraXBlZGlh/html
> mah ascoltato, si può iniziare il dibattito ora?
No, continuiamo a parlare di bestemmie :)
> perchè come si può interagire con la condivisione di saperi che porta
> a fondare potere?
eh?
> wikipedia è la "verità" liquida e ormai è verità quasi totale,
> qualsiasi altro tipo di informazione è minoritaria in confronto.
Concordo, l'egemonia totale - il monopolio in sostanza - di un unico
strumento porta al fatto che qualunque cosa questo veicoli sia "verità".
Poco importa se la "verità" è costruita socialmente dal basso o frutto
di "mediazioni" o imposta dall'alto. Di fatto si sostanzia come "unica",
"assoluta", etc. In alcuni casi, "crea" la realtà che descrive
(paradosso).
Ma probabilmente il problema sta ad un livello di astrazione superiore
rispetto al problema classico dell'egemonia rispetto a delle
organizzazioni orizzontali (o presunte tali).
Vedi sotto.
> la "casta" dei custodi del sapere come treccani o britannica è stata
> sostituita dalla "democrazia diretta dellinternet", e mo?
Forse, come scrivevo, un buon punto potrebbe essere interrogarsi sul
concetto di "neutralità" e come questo viene utilizzato ideologicamente
contro le "ideologie".
Personalmente, questa questione me la sto trovando davanti molto spesso
(è in nuce emersa anche qui in altre discussioni) e ho trovato
abbastanza utile un ragionamento che c'è nella parte iniziale di
"Valutare e punire".
Il Popper di "Miseria dello storicismo" di fatto parla di questo,
quando si scaglia contro gli olismi: propone un modo di ragionare basato
sulla razionalità strumentale (dell'homo economicus), apparentemente
neutrale (parla di "mentalita' dell'ingegnere") che possa procedere per
"piccoli errori". Di fatto, questo insieme di azioni - apparentemente -
frammentarie rispondono ad una logica, non neutra, ma di mercato. E'
questo il discorso profondamente neoliberale (neoliberista) che informa
esperienze all'apparenza "post-ideologiche" o a-ideologiche. E questo
discorso è centrale quando si ragiona sulla valutazione e sulla
meritocrazia, ad esempio.
E' portando la critica a questo livello che possiamo decostruire il
discorso pseudo-neutrale "io _valuto_ le idee". (l'etimologia del
termine valutare è indicativa di quanto questo sia legato alla
razionalità economica)
Scusate se mi sono espresso male e se non si capisce. Si intrecciano
vari discorsi, a vari livelli.
[cut]
> p.s. un venetissimo DIOCAN di commiato
Sempre e comunque :)
Jacopo (tubia87)