"[...] Voi dite che Grillo non è un incendiario ma un pompiere, perché pratica la sistematica occupazione dello spazio discorsivo dei movimenti: la No-Tav, l’acqua bene comune, la scuola e l’università, il reddito. E lo ricolloca in una cornice che definite di «destra». Potete spiegare che cosa significa?
WU MING:La nascita del grillismo è una conseguenza della crisi dei movimenti altermondialisti di inizio decennio. Man mano che quel fiume si prosciugava, il grillismo iniziava a scorrere nel vecchio letto. Nei primi anni, i liquidi erano ancora «misti», e questo ha impedito di vedere cosa si agitava nel miscuglio, oltre ad attenuare certe puzze. In seguito, la crescita tumultuosa del M5S è divenuta a sua volta una causa – o almeno una concausa importante – dell’assenza di movimenti radicali in Italia, per via della sistematica «cattura» delle istanze delle lotte territoriali, soprattutto di quelle più «fotogeniche». Non c’è lotta «civica» su cui il M5S non abbia messo il cappello, descrivendosi come suo unico protagonista. Temi, rivendicazioni e parole d’ordine sono stati cooptati e rideclinati in un discorso confusionista e classicamente «né-né», cioè che si presenta come oltre la destra e oltre la sinistra. È un discorso che accumula sempre più contraddizioni, perché mette insieme ultraliberismo e difesa dei beni comuni, retorica della democrazia diretta e grillocentrico «principio del capo», appoggio ai No Tav che fanno disobbedienza civile e legalitarismo spicciolo che confonde l’etica col non avere condanne giudiziarie. Quest’ultimo aspetto era già evidente al primo V Day, quando dal palco Grillo accomunò Daniele Farina del Leoncavallo a gente in odore di mafia, solo perché anche lui aveva «condanne». Già tutto questo tanfa di cultura di destra, ma a essere destrorso è innanzitutto il racconto dell’Italia che fa Grillo [...]