Author: ciuotino@libero.it Date: To: hackmeeting Subject: [Hackmeeting] R:e: Riflessioni (Lavanda)
Salve a tutti, questo è il primo messaggio che scrivo in lista e chiedo subito
scusa se ho sbagliato in qualcosa nel farlo.
Volevo condividere brevemente la mia impressione sull'Hackmet che si è appena
concluso
portando il contributo (cioè il mio) di uno che è la prima volta che ci
partecipa.
Parto dalla fine e sarò breve. ^^
Durante la plenaria conclusiva (che sinceramente mi aspettavo più lunga) è
trapelata un pò di delusione rispetto alla
scelta della location (l'Aquila), sia in termini organizzativi che
"aggregativi".
Io non ho partecipato alla messa in piedi dell'evento (quindi posso solo
immaginare le difficoltà pragmatiche che si sono dovute
affrontare per far funzionare tutto, cosa che comunque è successa) ma posso
assicurarvi che la scelta di un luogo
come quello mi ha stupefatto e entusiasmato.
E' vero, la risposta da parte della città non è stata esplosiva, ma questo non
sminuisce neanche di una virgola il valore politico
dell'aver deciso di portare socialità, visibilità, solidarietà e conoscenza in
una località così problematica.
L'interazione con la città non è una cosa che avviene in automatico. Non
dipende solo da come è strutturato e organizzato l'evento.
Ci sono decine di fattori che incidono e che possono portare al successo o
meno un'operazione del genere e il solo essere riusciti
a portarla a termine le dona un immenso valore. All'Aquila c'è stato un
Hackmeeting, un seme è stato gettato; le ripercussioni di ciò non
sono per forza immediate.
Tutto questo per dire che (sono consapevole che questa cosa avrei dovuta
esprimerla in plenaria, ma cercate di capirmi, prima volta in un'assemblea
con 15 anni di vicende alle spalle, non è semplice) mi trovavo d'accordo con
le proposte di portare i prossimi hackmeeting in località dove si
sta svolgendo una lotta condivisa con la comunità, se all'Aquila non è andata
al meglio, questo non vuol dire che da altre parti non possa funzionare.
In ogni caso grande evento, volevo congratularmi con tutti. Bravi.
Non ci capisco una sega di informatica, ho difficoltà con Ubuntu e quando
leggo IMHO spesso mi dimentico cosa significa e lo vado a cercare in rete.
Detto ciò, sono stato contentissimo di conoscere, seppur superficialmente,
l'esistenza di Tor e delle sue applicazioni, di capire come comportarsi in caso
di perquisizione in casa propria e di quanto lavoro è in corso per la difesa
dell'anonimato in rete.
Forse non arriverò mai a dare un contributo effettivo alle varie lotte che
un'Hacker (esperto di informatica) porta avanti, ma una comunità non ha bisogno
di
persone che svolgono tutte la stessa funzione e si specializzano tutti nello
stesso ambito, IMHO credo che la comunità debba essere il più variegata e
fluida
possibile, contaminata e estroversa, capace di assimilare tutte le esperienze
che (in qualsiasi ambito) possano portare ad una maturazione della comunità
in vista di un riscatto sociale.
E' un percorso difficile (soprattutto vista la condizione del movimento oggi),
ma se fosse stata facile ora non saremmo qui a parlarne.
Ci tengo a precisare che non conoscevo praticamente nessuno ma sono stato
trattato, con chi ho avuto la possibilità di parlare, come se fossi lì da anni,
fosse lui/lei un
anarco primitivista o un aderente al partito pirata.
I giovani? Ma chi sono i giovani? Sembra una tematica da RaiSport1 (io ho 28
anni, cosa sono?)
Non sacrificare la dignità per una maggiore fascinazione.
Spero di non essere stato troppo retorico.
Ciao a tutti e grazie