[RSF] Clamori dalla Colombia

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         05/04 - LE FARC HANNO MANTENUTO LA PAROLA : LIBERATI GLI ULTIMI 10
PRIGIONIERI DI GUERRA!
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/2614-0504-le-farc-hanno-mantenuto-la-parola--liberati-gli-ultimi-10-prigionieri-di-guerra.html>


Lo scorso lunedì 2 aprile l'insorgenza rivoluzionaria delle FARC ha
liberato, in un villaggio nei pressi del fiume Guaviare, gli ultimi 10
prigionieri di guerra (tra militari e poliziotti) in suo potere,
accolti dalla commissione composta da delegati del governo
brasiliano, del gruppo dei “Colombiani e Colombiane per la Pace ”
e della Croce Rossa Internazionale.

La ex senatrice Piedad Córdoba, nella conferenza stampa tenutasi a
Villavicencio,

capoluogo del dipartimento del Meta, ha espresso di aver provato
grande soddisfazione nel vedere arrivare una canoa con i dieci ex
prigionieri, accompagnati solo da due guerriglieri, posto che gli
accordi prevedevano le liberazioni in due gruppi distinti, segnalando
che le liberazioni rappresentano “un atto di pace delle FARC”.

“Abbiamo conseguito questo risultato senza spargere una sola goccia
di sangue, nel rispetto di tutti, e soprattutto con la convinzione che
la Colombia vuole la pace”, ha sottolineato con fermezza la
coordinatrice delle “Donne del Mondo per la Pace in Colombia”.

In merito alla stizzita affermazione del presidente “Jena”
Santos, per il quale “le liberazioni sono solo un passo, ma non
sufficiente”, Piedad Córdoba ha detto di trovarsi d'accordo,
spiegando che in effetti “c'è ancora moltissimo da fare” poiché
continuano i casi di cosiddetti “falsos positivos”, e aggiungendo:
“Mai più sparizioni, assassinii, mai più poveri in questo
paese”.

Il regime colombiano ha fatto in modo che la notizia fosse il più
possibile occultata dai media oligarchici, per timore di valorizzare
l'importante gesto delle FARC. Ma per proseguire nella ricerca di una
soluzione al conflitto, Santos deve smettere di impedire le visite
nelle sue carceri ai prigionieri politici da parte di attivisti per i
diritti umani.

Solo così sarà possibile costruire percorsi che vadano nella
direzione della soluzione politica, e che -a dispetto del veleno
guerrafondaio sputato dai soliti corifei locali ed internazionali del
regime- l'insorgenza rivoluzionaria ha dimostrato per l'ennesima volta
di voler percorrere.

         03/04 - USA INVIERANNO VETERANI STATUNITESI DI IRAQ E AFGHANISTAN
IN COLOMBIA
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/2607-0304-usa-invieranno-veterani-statunitesi-di-iraq-e-afghanistan-in-colombia.html>


Il Pentagono ha annunciato che invierà in Colombia comandati di
brigata statunitensi che hanno combattuto in Afghanistan e Iraq,
paesi invasi e occupati dagli Stati Uniti rispettivamente nel 2001 e
nel 2003.

La notizia è stata diffusa dall'Agenzia di Stampa delle Forze
Armate; l'intervento servirà a intensificare la guerra
contro-insorgente contro il popolo colombiano e la guerriglia
rivoluzionaria delle FARC, e naturalmente a potenziare la

presenza imperialista in Colombia, pericolosa piattaforma di
aggressione nei confronti dei paesi della regione non allineati a
Washington, e tutt’altro che incidentalmente si dislocherà in gran
misura lungo la linea di confine con il Venezuela.

L'annuncio è stato dato dal Comandante dello Stato Maggiore
Congiunto degli Stati Uniti, il generale Martin Dempsey, che, al
termine della sua visita in Colombia, ha affermato che i comandanti
di brigata reduci dalle guerre in Medio Oriente “condivideranno le
proprie conoscenze” con le Forze Armate colombiane; l'obiettivo
dichiarato sarebbe nientemeno che dimezzare le capacità militari
delle FARC in due anni.

Sorprende che il regime, che sostiene da anni di aver sferrato
presunti colpi micidiali all'insorgenza, debba ricorrere -oltre che
agli “aiuti” militari di centinaia di milioni di dollari ogni
anno- anche all'intervento di macellai “specialisti”; inoltre, al
di là delle pompose dichiarazioni (e degli inverosimili scenari) che
gli alti comandi yankees e colombiani vomitano attraverso i media
dell'oligarchia, gli Stati Uniti, con le credenziali di due
sanguinose invasioni imperialiste, aumenteranno il sostegno militare,
logistico ed economico all'aggressione del regime colombiano contro il
popolo, calpestando per l'ennesima volta la sovranità nazionale.

         31/03 - REGIME COLOMBIANO DEMONIZZA E REPRIME IL MOVIMENTO
“MARCIA PATRIOTTICA”
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/2590-3103-regime-colombiano-demonizza-e-reprime-il-movimento-marcia-patriottica.html>


La mattina dello scorso 27 marzo, truppe dell'Esercito Nazionale,
presentatesi come appartenenti alla V Brigata, hanno fatto irruzione
a Puerto Matilde, nel municipio di Yondó, dipartimento di Antioquia,
ed hanno strappato i manifesti del Movimento Sociale e Politico
“Marcia Patriottica”, affermando che sono “manifesti affissi
dalle FARC”. La comunità esige che un tale gesto non si ripeta, e
denuncia che fra le truppe dell'esercito si trovava personale

incappucciato, presumibilmente delatori e informatori al soldo dei
militari. Questo è solo l’ultimo esempio, in ordine di tempo,
della campagna di stigmatizzazione di questo movimento in
particolare, e dell’opposizione politica e sociale al governo
fascista di Juan Manuel Santos in generale.

Recenti sono anche le svergognate dichiarazioni di diversi alti
funzionari dell’esecutivo colombiano, secondo le quali la “Marcia
Patriottica” sarebbe una semplice emanazione della guerriglia; e tra
i pennivendoli dei media oligarchici non sono mancati quelli che hanno
chiesto a gran voce un intervento deciso delle “autorità
democratiche” per evitare che “il terrorismo s’impadronisca
delle strade e delle piazze del paese attraverso un movimento di
facciata”.

Si tratta dell’ennesimo capitolo della guerra psicologico-mediatica
di disinformazione strategica, indirizzata a creare le basi per una
successiva caccia alle streghe senza esclusione di colpi.

“Marcia Patriottica”, che verrà lanciata ufficialmente a Bogotá
il prossimo 22 aprile con una gran manifestazione ed un meeting, è un
movimento politico, popolare e sociale costituito da diverse
organizzazioni sociali, sindacali, indigene, studentesche, di
quartiere, di donne, contadine, ecc, che dal luglio 2010 si sono rese
protagoniste di un percorso di confluenza, confronto, incontro e
unità nella lotta per “costruire una Colombia veramente
democratica, con un modello economico e politico in cui i diritti
alla salute, all'educazione, alla cultura, alla casa ed alla
ricreazione siano una realtà per l'intera popolazione”.

Il regime colombiano, dal canto suo, è terrorizzato dalla
costruzione di un processo politico che si propone di democratizzare
il paese e, conseguentemente, di abbattere i privilegi
dell'oligarchia al potere, che mostra ogni giorno di più il suo
carattere intrinsecamente fascista.


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