[RSF] Clamori dalla Colombia

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        18/03 - CONTINUANO LE PROTESTE POPOLARI CONTRO IL MEGAPROGETTO DI
EL QUIMBO
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/2557-1803-continuano-le-proteste-popolari-contro-il-megaprogetto-di-el-quimbo.html>

Dall’inizio del mese di marzo, nel dipartimento del Huila
(sudovest della Colombia), si sono andate intensificando le
mobilitazioni popolari per salvaguardare il fiume Magdalena
-principale arteria fluviale del paese andino e patrimonio di tutto
il popolo- e bloccare i lavori di costruzione del megaprogetto di El
Quimbo, un impianto idroelettrico la cui gestione e realizzazione è
nelle mani della multinazionale EMGESA (tra i cui azionisti figurano
le italiane ENEL ed

Impregilo), il cui consiglio di amministrazione è presieduto da
José Antonio Vargas Lleras, fratello del ministro degli Interni del
governo Santos.

Nel 2008 il governo dell’ex-narcopresidente Uribe, attraverso il
Ministero delle Miniere e dell’Energia, svendendo la sovranità
nazionale dette in appalto il progetto alla suddetta multinazionale.
La politica neoliberista di saccheggio, spoliazione, repressione e
dominazione dei popoli imposta da Uribe con la violenza terrorista
del paramilitarismo, le cui azioni sono propedeutiche all’avanzata
del gran capitale, è con evidenza consolidata dal governo Santos
che, nonostante una mobilitazione generalizzata sostenuta dalla
solidarietà internazionale, persegue il consolidamento del progetto,
subordinando i diritti di un popolo, la salvaguardia dell’ambiente e
le risorse del paese ai rapaci investimenti stranieri, e causa
sfollamenti forzati, distruzione e miseria, favorendo il
neocolonialismo nordamericano ed europeo. Contadini, pescatori,
studenti e popolazioni indigene portano avanti la resistenza in modo
unitario, nonostante la pertinace repressione del regime che mette
per l’ennesima volta a nudo la vera essenza violenta e
proimperialista del governo Santos

         15/03 - ESERCITO TORTURA CONTADINO NEL CAUCA, CUCENDOGLI LE LABBRA
COL FILO DI FERRO
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/2550-1503-esercito-tortura-contadino-nel-cauca-cucendogli-le-labbra-col-filo-di-ferro.html>


Lo scorso 24 febbraio, i media dell'oligarchia colombiana hanno
diffuso una macabra “notizia”; secondo diverse testate, infatti,
l'insorgenza delle FARC avrebbe torturato un contadino a Palos, nel
dipartimento del Cauca, per essersi rifiutato di condurre un “asino
bomba” da far esplodere contro una pattuglia dell'Esercito.

Gli stessi giornali però, si sono ben guardati dal confessare,
qualche giorno dopo, di essersi prestati, nel migliore dei casi, alla
solita

mistificazione cui i media di regime ci hanno ampiamente abituati.

Si è trattato in realtà di uno dei cosiddetti “falsos
positivos”, eufemismo di comodo che non può occultare le barbare
pratiche cui l'Esercito colombiano sottomette i contadini. A Palos,
infatti, un contadino è stato davvero torturato, le sue mani sono
state lacerate e le labbra cucite con il filo di ferro; ma gli autori
di tali abusi sono ovviamente effettivi dell'Esercito, come denunciato
dai contadini stessi, che, provenendo dai municipi di Miranda, Caboto
e Toribío, si sono riversati nelle strade a centinaia, bloccando la
via che mette in comunicazione i municipi del dipartimento del Cauca
con quelli del dipartimento del Norte del Valle, protestando contro
questo e gli altri innumerevoli abusi di integranti dell'Esercito
Nazionale.

I media oligarchici si sono naturalmente ben guardati dallo smentire
la prima falsa notizia, confermando per l'ennesima volta di essere
testa di ponte della disinformazione mirata e della propaganda di
regime.

         12/03 - ONU ESPRIME PREOCCUPAZIONE PER MINACCE A DIFENSORI DEI
DIRITTI UMANI
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/2525-1203-onu-esprime-preoccupazione-per-minacce-a-difensori-dei-diritti-umani.html>


L'Ufficio in Colombia dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per
i Diritti Umani ha manifestato preoccupazione per le minacce di morte
a persone e organizzazioni che lavorano per i diritti umani nel paese
andino-amazzonico, in particolare associazioni di donne.

Gi autori delle minacce sono le famigerate Águilas Negras ed i
Rastrojos, gruppi paramilitari riciclatisi sotto nuove sigle.

Secondo il rappresentante dell'Onu, “Il dovere

degli Stati di proteggere i difensori dei diritti umani è un
principio fondamentale, che include molto di più che misure fisiche
di protezione. La protezione integrale richiede una risposta
coordinata fra la diverse entità dello Stato, e che si investighino
i casi delle aggressioni, si sanzionino i responsabili e si
implementino le misure strutturali per affrontare gli attacchi”.

Tutto vero, peccato che i principali violatori di diritti umani in
Colombia sono proprio quelle entità statali che dovrebbero essere
preposte alla protezione degli attivisti minacciati! E se le Forze
Armate, in collaborazione con i paramilitari, si “occupano” delle
violazioni -beninteso, a tutto vantaggio dell'oligarchia che detiene
il potere, anche politico, e delle multinazionali- i magistrati si
occupano di garantire l’impunità ai “fedeli servitori dello
Stato” nella stragrande maggioranza dei casi.

Così, mentre l'Onu esprime le sue vibrate proteste, le vittime del
terrorismo di Stato in Colombia aumentano di anno in anno.



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