[RSF] Clamori dalla Colombia

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Autore: Associazione nazionale Nuova Colombia
Data:  
To: forumroma
Oggetto: [RSF] Clamori dalla Colombia


         16/02 - WIKILEAKS CONFERMA: STUDENTI MASSACRATI A SUCUMBÍOS NON
APPARTENEVANO ALLA GUERRIGLIA
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=1048:1602-wikileaks-conferma-studenti-massacrati-a-sucumbios-non-appartenevano-alla-guerriglia&catid=8:accordo-umanitario&Itemid=19>


Un cablo diplomatico trasmesso a Washington il 28 marzo del 2008
dall'ambasciata degli Stati Uniti in Messico, e recentemente diffuso
in rete da Wikileaks, afferma che Verónica Natalia Velázquez
Ramírez, Soren Ulises Avilés Ángeles, Juan González del Castillo
e Fernando Franco Delgado, studenti messicani assassinati dal
terrorismo di Stato colombiano nel bombardamento del 1 marzo di
quell'anno all'accampamento diplomatico del Comandante

Raúl Reyes in territorio ecuadoriano, non erano “i contatti”
delle FARC in Messico, né avevano ricevuto addestramento militare da
parte della guerriglia.Tali informazioni menzognere, sbandierate dal
governo colombiano e smentite in primo luogo dai familiari delle
vittime, erano state artatamente diffuse dai media di regime
messicani, colombiani e statunitensi, nonostante i governi coinvolti
sapessero perfettamente che erano prive di qualunque fondamento.

Gli studenti, che portavano avanti una ricerca universitaria sul
campo, avevano da poco partecipato a un congresso pubblico
organizzato alla Casa della Cultura di Quito; prive di fondamento,
dunque, anche le accuse contro Lucía Morett, unica sopravvissuta al
bombardamento e tuttora perseguitata dall’Interpol su richiesta dei
governi di Colombia ed Ecuador.

Wikileaks rivela, inoltre, che l'informazione secondo la quale nel
computer del Comandante Reyes ci sarebbero stati dati relativi ad un
presunto carico di droga che la guerriglia avrebbe inviato ad un
cartello messicano, era altrettanto falsa.

Come sempre, dopo la gogna mediatica nessuno dei giornali implicati
in questa vergognosa operazione di guerra psicologica (con l'evidente
scopo di “legittimare” un’azione di guerra completamente
illegale, in spregio a tutte le convenzioni internazionali che
regolano i conflitti) ha pubblicato smentite di alcun tipo:
inesorabilmente, giornali e tv di proprietà della famiglia del
presidente “Jena” Santos pubblicano solo le veline
dell'oligarchia, e l'obiettività nell'informazione dei grandi media
resta una chimera irraggiungibile.
         14/02 - IL 60% DEI SINDACALISTI UCCISI NEL MONDO E’ TRUCIDATO IN
COLOMBIA
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=1037:1402-il-60-dei-sindacalisti-uccisi-nel-mondo-e-trucidato-in-colombia&catid=8:accordo-umanitario&Itemid=19>


Il dipartimento dei diritti umani della Centrale Unitaria dei
Lavoratori (CUT), la più grande confederazione sindacale colombiana,
ha reso note le cifre relative alle violenze antisindacali perpetrate
dal 1986 ad oggi nel paese, che confermano che il 60% di sindacalisti
uccisi nel mondo sono colombiani.

Nel corso degli ultimi quindici anni in Colombia sono stati
assassinati almeno 2.778 sindacalisti, si sono registrate 196
sparizioni

forzate e più di 11.096 atti di violenza, dati che configurano un
vero e proprio genocidio contro il movimento sindacale colombiano.

Questo fenomeno ha profonde radici storiche, e non riguarda solo il
movimento sindacale, ma molti settori sociali e politici che hanno
sofferto una pratica di sterminio massivo.

La CUT segnala che non esistono le condizioni per l’affermazione
dei diritti delle vittime; in primo luogo per la vergognosa legge
“Giustizia e Pace”, che ha smobilitato solo sulla carta le
organizzazioni paramilitari, funzionali al regime, negando di fatto
ogni possibilità di ricostruzione della verità, di giustizia e
d’indennizzo delle vittime; in secondo luogo, per le intrinseche
limitazioni del fallimentare e fumoso progetto di legge in
“favore” delle vittime della violenza, che non prevede la
consultazione delle associazioni delle vittime stesse, né delle
organizzazioni sociali e sindacali.

A questo proposito, secondo Luis Alberto Vanegas, portavoce della
CUT, qualora questa legge venisse approvata il regime si arrogherebbe
“il diritto di definire chi è una vittima e chi invece non lo è,
mentre la discussione si concentra più sui costi e sulla
sostenibilità fiscale che sui diritti delle vittime”. Si aggiunga
a questo che “il progetto di legge del governo non prende in
considerazione il risarcimento collettivo per le organizzazioni che
hanno subito la repressione, né prevede che lo Stato si assuma
qualsiasi responsabilità nel genocidio”.

In terzo luogo, si mantiene l'intollerabile situazione d’impunità
per gli esecutori degli atti di terrorismo di Stato, pari al 100% dei
casi nel 2007, e scesa di appena il 3,89% negli ultimi anni.

In sostanza, da venticinque anni a questa parte ogni tre giorni in
Colombia un sindacalista cade sotto i colpi del terrorismo di Stato,
implementato dall'oligarchia, dai latifondisti e dalle
multinazionali; non stupisce dunque la diffusa impunità per questi
crimini, poiché il regime stesso è il mandante degli omicidi
eseguiti da agenti militari e dalla manovalanza paramilitare.

11/02 – COMANDANTE DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA COLOMBIANA ARRESTATO
CON OLTRE 100 KG DI COCAINA
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=1026:-1102-comandante-della-polizia-giudiziaria-colombiana-arrestato-con-oltre-100-kg-di-cocaina&catid=8:accordo-umanitario&Itemid=19>

Il comandante della Polizia Giudiziaria di Florencia, capoluogo del
dipartimento del Caquetá, maggiore César Torrijo, è stato
arrestato mentre trasportava 103 kilogrammi di cocaina. Il comandante
della Polizia nazionale, il generale Naranjo, ora chiede un castigo
esemplare verso l’alto ufficiale coinvolto nel narcotraffico,
dichiarando che un simile individuo non dovrebbe appartenere a detto
corpo, e si è detto “preoccupato” per l’aumento del traffico
di

stupefacenti in quella regione.

Ma ciò che è veramente “stupefacente” è la faccia tosta di
questo individuo; il generale Oscar “Coca” Naranjo, infatti, è
stato a sua volta inquisito nel 2004 per narcotraffico, avendo
collaborato con il capo del cartello del Valle Wilber Varela, alias
“Jabón”.

Inoltre, suo fratello Juan David Naranjo è agli arresti in Germania
sempre per traffico internazionale di stupefacenti.

Il governo colombiano è la vera cupola mafiosa che tiene in mano le
redini del narcotraffico, e attraverso la manovalanza in divisa
garantisce un continuo afflusso di narcodollari all’oligarchia.
Questo regime putrefatto è in rapido decadimento ed i criminali che
lo sorreggono, in un futuro non troppo lontano, dovranno rispondere
dei propri crimini alla Giustizia Popolare.
         07/02 - DESTITUITO PER PARAMILITARISMO EX GOVERNATORE COLOMBIANO
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=1020:0702-destituito-per-paramilitarismo-ex-governatore-colombiano&catid=8:accordo-umanitario&Itemid=19>


La Procura Generale colombiana ha ordinato l'inabilitazione
all'esercizio delle cariche pubbliche e la contestuale destituzione
dell'ex governatore del dipartimento di Santander, Hugo Aguilar, a
causa delle sue comprovate e storiche collaborazioni con i
paramilitari delle Autodefensas Unidas de Colombia.

Secondo le indagini, Aguilar, con l'appoggio del blocco Central
Bolívar e del blocco di Puerto Boyacá, formazioni criminali armate
appartenenti alle AUC, ha ottenuto la carica di

governatore di Santander, mettendo il suo mandato a disposizione di
questa struttura armata criminale di estrema destra. Inoltre, la
Procura ha accertato che l'ex governatore ha sostenuto e collaborato
con le AUC, accettando il loro appoggio per ottenere, tramite la
violenza e l'intimidazione, i voti sufficienti per arrivare al
governo, permettendo sotto la propria amministrazione la crescita e
lo sviluppo di tale gruppo criminale.

A riprova di queste accuse, i magistrati hanno portato la
designazione di Bonel Patiño Noreña come Segretario dell'Educazione
Dipartimentale, il quale aveva dichiarato che l'ottenimento di tale
incarico era dovuto ad una promessa fatta da Aguilar a Iván Roberto
Duque, alias “Ernesto Báez”, capo paramilitare condannato per 18
omicidi.

Ex poliziotto decorato dal narco ex-presidente Uribe, coinvolto in
numerosi scandali per appropriazione indebita, corruzione e
nepotismo, Aguilar riassume in sé le caratteristiche tipiche
dell’oligarchia mafiosa e paramilitare che domina le istituzioni
colombiane da decenni.

La Procura Generale, suo malgrado, è costretta ad agire contro
alcuni politici per via dell’insostenibilità politica e
d’immagine che lo scandalo della parapolitica ha palesato a livello
nazionale ed internazionale. Tuttavia, lo fa con estrema lentezza, con
omissioni ingiustificabili e con la chiara intenzione di garantire
l’impunità complessiva ai pezzi grossi del regime oligarchico, che
su mandato dell’imperialismo ha storicamente allestito il
paramilitarismo quale politica controinsorgente di Stato.



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