Re: [cm-Roma] alcune cose di cui vorrei parlare pubblicament…

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Autore: Adriano Bono
Data:  
To: critical mass Roma
Oggetto: Re: [cm-Roma] alcune cose di cui vorrei parlare pubblicamente
Hi hi hi :)

Interessante questa finestra sul mondo delle ciclifficine...

Per esempio non mi aspettavo tutta questa "formalità" di verbali, punti,
paragrafi, deliberazioni, etc. etc.

Pensavo il clima fosse più da riunione "tribale", del tipo che la parola
spetta a chi impugna la chiave inglese in quel momento etc. etc.

Sono molto curioso di leggere il "manifesto" e tutte il resto allora :)






Il giorno 22 novembre 2010 14:17, ilaria(inbici)
<ciclobertuccia@???>ha scritto:

> addirittura ora c'è, maledizione all'istinto da sempre suicida della
> "sinistra", una differenziazione tra ciclofficine. che trovo orribile.
> oscena. a mio parere imbecille
>
> Rispondo con una riflessione postata tempo fa sulla lista ciclofficine
> popolari:
>
> "Ho riflettuto sull'importanza che ha chiarire alcuni elementi e penso di
> essere arrivata alla seguente conclusione:
>
> Ogni esperienza che riguarda il bicicletto, dal semplice spostamento
> urbano, al limite, alla gara, è l'inizio di un percorso che può portare come
> no ad un utilizzo consapevole del mezzo.
>
> Le ciclofficine, cosi come sono nate, quindi con tutte quelle
> caratteristiche ( vedi il resonto punto 6 ) che ormai abbiamo capito, hanno
> questa pratica e questa pratica, diciamo cosi, originaria, deve essere
> tramandata e ribadita. Se un giorno le ciclofficine saranno tutte a reddito,
> oppure saranno dei negozi, sarà perchè nessuno ha ritenuto importante che
> quelle caretteristiche siano un valore e piano piano la pratica è andata
> persa. Ritengo che le esperienze si debbano moltiplicare in piena liberta,
> ma ritengo altresi importante che la pratica originaria venga rispettata da
> chi lo desidera.
> Coloro che desiderano questo hanno ritenuto necessario fare un manifesto o
> un volantino, chiamatelo come vi pare.
> Penso che nessuno di quelli che condivideranno questo volantino per nessuna
> maniera vorranno frammentare e dividere un movimento che si manifesta in
> modo molto vario, ma semplicemente caratterizzare la propria identità"
>
> *Punto 6 del resoconto della riunione delle ciclofficine fatta il
> 29/10/2010 alla ex snia:*
>
>
>    1. *Manifesto della Rete delle Ciclofficine Popolari, rapporto con le
>    altre realtà  e ciclofficine.*

>
>
>
> La riunione è stata organizzata invitando tutte quelle realtà che si
> considerano ciclofficine popolari. L’obiettivo della riunione è quello di
> cercare di fare il punto sull’identità che caratterizza le ciclofficine
> popolari evidenziando due elementi chiave che le differenziano da chi,
> condivide la filosofia e gli obiettivi di fondo delle ciclofficine, tranne
> che su questi punti:
>
> 1- Non c’è autoreddito. *Per noi* autoreddito significa ricavare guadagno
> dall’attività prestata alla ciclofficina a titolo personale, ovvero il
> ricavato non rimane nella cassa della ciclofficina, ma risulta un compenso
> per il meccanico di turno. L’autoreddito non significa Profitto, il profitto
> è altra cosa e non ci riguarda ne ci interessa darne una definizione in
> questa sede.
>
> 2- Non si svolgono lavori per conto terzi, ovvero le biciclette non si
> aggiustano su commissione e dietro un compenso prestabilito
>
> 3- Non si vendono biciclette. Per vendita di biciclette si intende avere
> delle bici pronte e aggiustate da destinare al pubblico dietro un compenso
> prestabilito.
>
> Tutte le altre situazioni ed esperienze che si differenziano per uno o piu
> di questi elementi si continuano a considerare come ciclofficine, poiché
> condividono e portano avanti un messaggio che le accomuna tutte
>
> Le motivazioni per le quali si ritiene necessario evidenziare quelle che
> sono le differenze tra le ciclofficine sono:
>
>    1. Le relazioni non sono mediate dal denaro, ma *solo *dallo scambio di
>    conoscenze e la condivisione di saperi.
>    2. Non c’è subordinazione nei ruoli, il rapporto è alla pari. Per
>    rapporto alla pari si intende una relazione tra persone all’interno della
>    ciclofficina *non necessariamente* mediata dal denaro, la cui attività
>    si realizza prestando il proprio tempo libero. Per tempo libero si intende
>    tempo al di fuori dalla personale attività lavorativa svolta in altre sedi.
>    3. Le scelte che muovono la ciclofficina non hanno come fine la
>    realizzazione di denaro. ( es. ?)

>
>
>
> Questi elementi si realizzano se sussistono le tre ( 1,2 e 3)
> caratteristiche di cui sopra. Ciò non significa che se sussistono forme di
> mediazione con il denaro, come l’autoreddito, non si abbia uno scambio di
> conoscenze e di condivisione di saperi, oppure vi sia una subordinazione di
> ruoli. L’esperienza ci ha però mostrato qualora sussistano forme di
> autoreddito non necessariamente si realizzano i punti 1 ,2 e 3 ( il caso di
> alcuni centri sociali ce lo dimostra ). Dipende dalle persone che si
> occupano della gestione della ciclofficina e come avviene nel tempo
> l’alternanza di persone, e se queste contiunuino a perseguire gli obiettivi
> originari.
>
> *Criticità.*
> Rispetto a questi elementi la criticità che salta fuori riguarda il senso
> della Rete delle Ciclofficine ed in termini in cui si realizza questa rete,
> considerando le differenze prima evidenziate.
>
>
>
> baci&bici
>
> --
> Ilaria
>
> www.ciclonauti.org
> Ciclofficina di Irriverenti Ciclisti Liberi, Offriamo Fantastiche Feste,
> Inizitive Cicloattive, Inventiva Naturale e Assistenza
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> Cm-roma@???
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