Re: [Hackmeeting] dal report del pre-hackit

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Author: lucha
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To: hackmeeting
Subject: Re: [Hackmeeting] dal report del pre-hackit
Il giorno mer, 16/06/2010 alle 12.35 +0200, caparossa ha scritto:
> - - analisi tecnico-politica: che significa capire come funzionano, ma
> anche perché funzionano così. Una delle cose che mi sta colpendo
> maggiormente è il fatto che con sistemi alla fb si rendono trasparenti
> all'utente meccanismi informatici che prima erano sistemi singoli su cui
> si poteva scegliere. Esempio stupido: da un po' di tempo quando chiedo
> le mail a gente giovane, mi viene risposto "la mail? non la uso, mi
> trovi su fb".


in questo discorso che al pre-hm avevamo chiamato "riduzione del danno",
a me piacerebbe esporre un'altra questione che non è collegata al
problema dell'utente personale individuo e la sua privacy, ovvero la
comunicazione politica attraverso facebook (continuo a parlare di questo
SN in particolare perché a me sembra emblematico).

qualche mese fa ricordo di aver visto un adesivo di qualche campagna
politica/sociale che, dopo aver lanciato uno slogan accattivante,
concludeva con "cerca xxxxx su facebook". nessun url, nessun indirizzo
email. completamente opaco per chi non è in _quel specifico social
network_. Ora, la domanda che mi pongo è: qual'è il ragionamento che c'è
dietro a chi decide di impostare una campagna comunicativa di questo
tipo?

Di solito, le argomentazioni "contro" ad avere un account personale su
fb, cadono quando la questione si sposta nel campo della comunicazione
politica, dove si parla non di dati personali bensì di utenze collettive
(che tra l'altro mi pare che siano vietate/scoraggiate da fb, o no?),
gruppi, campagne virali, informazioni che si vuole che siano rese il più
possibile pubbliche.

Gli argomenti "a favore" che fino ad ora ho sentito pronunciare,
fondamentalmente si fondano sui benefici della replicazione e
moltiplicazione dei canali ("fb è un altro canale mediatico ed è giusto
sfruttare tutti i canali possibili") da un lato, dall'altro
dell'importanza strategica del canale fb ("riusciamo a raggiungere molte
più persone rispetto ad una newsletter o ad una pagina web"), a volte
nella variante che dato che è un canale di comunicazione diffuso,
rifiutarlo o abbandonarlo significa "lasciarlo nelle mani" di qualcun
altro (impegnandosi in un discutibile "presidio" dello "spazio pubblico"
del sn).

Di solito mi sembra che ci sia una piena sottovalutazione del fenomeno
di "chiusura" e non di apertura che comporta la veicolazione delle
informazioni attraverso un sn chiuso come fb (vedesi sopra l'esempio
dell'adesivo), e implicitamente comunque si da per scontato che tutti
hanno un account, e che ci non ce l'ha è trascurabile da un punto di
vista comunicativo. Il che a me sinceramente offende molto, dato che
essenzialmente vuol dire che preferisci parlare a 1.000 persone di cui
non gliene frega un cazzo di te piuttosto che con me che quanto meno ti
posso essere affine, però è un po' come quelli che quando organizzano
una cena popolare non prevedono le opzioni vegetariane/vegane.
Ugualmente i discorsi sui meccanismi economici che ci stanno dietro i
social networks vengono minimizzati in nome della strategia e della
pragmatica della comunicazione.

Piuttosto, a me sembra spesso un riflesso del fatto che il proprio
canale personale comunicativo/informativo quotidiano è diventato fb, e
che quindi è naturale cercare di portare su tale canale la comunicazione
che si genera in maniera collettiva. In qualche modo è il riflesso
collettivo di quel fenomeno di abdicazione della scelta individuale che
descrivevi tu.

In ogni modo, anche se in pochi vedono fb come la nuova "agorà
democratica" di cui si riempiono la bocca i neo-girotondini viola, la
pratica di usare come strumento di comunicazione politica fb è talmente
diffusa che secondo me non ha senso negare che esista.

Ecco, a me piacerebbe discutere anche di questa cosa. Magari ritirando
fuori dal cassetto qualche vecchia analisi sulla proprietà dei mezzi di
comunicazione, l'importanza dei media indipendenti, e magari per fare un
confronto su cosa accade oggi rispetto a cosa accadeva -per esempio-
quando è nata indymedia. Perché il paragone tra fb e indymedia è saltato
fuori durante il pre-hm e non l'ho fatto io, che all'epoca a malapena mi
facevo le seghe.

Poi si, concordo che sarebbe molto meglio fare una "inchiesta" che una
discussione chiusa nell'astrattezza teorica, che di grandi elucubrazioni
sui social network scollegate dalla realtà ce n'è già abbastanza a giro.

lucha