E' triste, per me, dover dare l'addio a quello che per tanti anni è 
stato qualcosa di simile ad un mito: Marcello Baraghini.
Ero giovane, 25 anni fa, quando studente delle superiori mi leggevo i 
suoi 1000 lire in metropolitana, mentre andavo a scuola. E' con lui che 
ho conosciuto l'anarchia, Boris Vian, il jazz e tante altre cose che amo 
ancora oggi.
Poi, un paio di anni fa, la svolta: invito Marcello all'Hackmeeting di 
Pisa, per presentare i suoi "Bianciardini", gli eredi dei 1000 lire, ma 
a 1 centesimo e liberamente scaricabili dalla rete.
L'incontro ad hackit fallì, ma non il rapporto, tanto che per un tot di 
mesi ci si incontrò spesso e si mise su una serie di progetti, per la 
mia gioia.
Poi....
Poi Marcello, probabilmente per farsi pubblicità, decise di pubblicare 
sul blog di Ettore Bianciardi 
(
http://www.riaprireilfuoco.org/blog/?p=170), figlio di Luciano e suo 
complice nell'idea e nella progettazione dei bianciardini, un post in 
cui non solo spiegava, ma pure rivendicava la sua partecipazione alla 
fiera del libro di Torino dedicata alla nascita dello Stato di Israele.
In molti, sul blog, criticammo questa scelta, sottolineando che una cosa 
è, giustamente, conoscere e studiare e apprezzare parte della cultura 
israeliana (ed ebraica in generale), altra cosa festeggiare la nascita 
di uno Stato che ha significato l'esilio di milioni di palestinesi e la 
morte di centinaia di migliaia.
Anche il sottoscritto attaccò, penso civilmente, quella scelta e da quel 
giorno non ebbi più il piacere di sentire Marcello (ed Ettore). Mai più. 
Fine dell'amicizia, fine dei progetti, fine di tutto. Di punto in 
bianco, senza una spiegazione, senza una telefonata, nulla.
Vabbuò, ognuno fa quel cazzo che gli pare, pensai, e proseguii per la 
mia strada. Fino a qualche settimana fa quando, sempre sul blog di 
Ettore leggo l'ennesima 
"provocazione"(
http://www.riaprireilfuoco.org/blog/?p=220) di Marcello:
"rivendicare la libertà di poter parlare liberamente di Luciano 
Bianciardi e  di quello che facciamo io e Ettore, anche a Casa Pound, 
ammesso e non concesso che  ci invitino e che ci sia garantita libertà 
di parola e di idea".
In molti tentammo di far ragionare Marcello, ricordandogli chi sono e 
cosa fanno la feccia di Casa Pound (si era a pochi giorni 
dall'aggressione agli studenti di Roma in P.zza Navona), ma nulla.
Così si arriva ad oggi (
http://www.riaprireilfuoco.org/blog/?p=223):
"Non scherzavo affatto, quando ho dichiarato  che per parlare di 
Bianciardi, del Bianciardi che amo e che è l’ispiratore dei miei 
quarant’anni di editoria, sarei andato volentieri da chiunque mi avesse 
invitato e mi avesse garantito la libertà di espressione, anche a Casa 
Pound.
E quelli di Casa Pound l’hanno saputo e, puntuali come un orologio 
svizzero, ieri mi hanno invitato. Ci andrò? E che editore 
all’incontrario sarei se non ci andassi, se rifiutassi l’invito o 
confessassi di aver solo scherzato? E quindi mercoledì 10 dicembre, alle 
ore 21, sarò ospite di Casa Pound a Roma, in via Napoleone III, 8".
Per quel che mi riguarda è la, triste, fine di un percorso iniziato 
almeno 25 anni fa.
Non posso accettare di condividere un percorso culturale e politico con 
chi legittima le merde fasciste di Casa Pound. Tanto meno quando lo si 
fa in un ambito di marketing da 2 lire, pur di avere visibilità e 
chiacchiere su di se e la propria casa editrice. Se questo è il livello 
raggiunto da Marcello e da Stampa Alternativa, allora meglio che chiuda, 
almeno ci rimarrà il bel ricordo di un glorioso passato.
Se Marcello non cambierà idea 
(
http://pinna.noblogs.org/post/2008/11/25/stampalternativa-fategli-
cambiare-idea), per quel che riguarda, inizierà una campagna di 
boicotaggio di Stampa Alternativa.
-- 
"un carabiniere mi disse: lottate lottate, che poi se vincete,
a noi ci mettono una stella rossa sopra il cappello 
e vi picchiamo lo stesso".                          Roma, 1971
                          Guglielmo "Billi" Bilancioni