[NuovoLab] *SPAM* CGIL TREVISO: BASTA IMMIGRATI!

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Autore: Mgow
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To: forumgenova@inventati.org
Oggetto: [NuovoLab] *SPAM* CGIL TREVISO: BASTA IMMIGRATI!
/Apre un caso la richiesta di Paolino Barbiero, segretario del sindacato
"Tanti immigrati in lista di mobilità. Tra sei mesi rischieranno
l'espulsione"/
E a Treviso anche la Cgil vuol frenare i nuovi ingressi
Ma il leader regionale fa appello al cardinale Scola
http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/cronaca/immigrati/cgil-treviso/cgil-treviso.html
di NICOLA PELLICANI

TREVISO - La Cgil della Marca chiede di sospendere i flussi d'immigrati.
"Basta nuovi ingressi di stranieri, finché non saranno ricollocati
quelli lasciati a casa in questi mesi dalle aziende". Esattamente quello
che dice il ministro dell'Interno Roberto Maroni. La richiesta di
Paolino Barbiero, segretario della Cgil di Treviso, accende un caso.
Spiazza i sindacati e i partiti, prende in contropiede gli industriali e
guadagna ovviamente gli applausi della Lega, che nella Marca governa
quasi ovunque.

L'idea della Cgil di Treviso sarà formalizzata giovedì al "tavolo" sui
problemi del lavoro convocato dalla Provincia. "Noi non chiederemo -
precisa Barbiero - di bloccare totalmente i flussi d'ingresso. Partendo
però dalla considerazione che nella nostra provincia sono ormai migliaia
gli immigrati rimasti senza lavoro e molti di loro ora rischiano di
venire espulsi o di rimanere sul territorio in condizione di
clandestini, abbiamo chiesto alle autorità d'intervenire sul governo per
sospendere i nuovi arrivi, finché non saranno riassorbiti i disoccupati
stranieri. Oltre, ovviamente a quelli italiani".

La "molla" dell'iniziativa di Barbiero, insomma, è la paura delle
ricadute sociali della recessione alle porte. Ma c'è anche, nella stessa
Cgil veneta, un altro modo di guardare alla questione-immigrati. Il
segretario regionale Emilio Viafora ha inviato al Patriarca di Venezia,
cardinale Angelo Scola, una lettera ispirata dalla preoccupazione che le
spinte xenofobe limitino i diritti degli stranieri. Viafora chiede al
presule di "farsi promotore di una carta di principi, per sconfiggere
fondamentalismi di ogni genere ed affermare la cultura della
tolleranza". È la proposta di un'alleanza sindacato-Chiesa con
l'obiettivo di "sconfiggere quell'immagine intollerante che il Veneto
proietta di sé". Viafora non ritiene tuttavia in contraddizione la sua
lettera con la richiesta di Barbiero. Anzi, la appoggia.

In provincia di Treviso vive una percentuale di stranieri doppia
rispetto alla media nazionale. Nella Marca abitano oltre centomila
immigrati, di cui 85 mila regolari. In occasione del "clic day" del
dicembre 2007 furono presentate 13mila domande d'ingresso, rispetto ad
una quota fissata di appena 3mila: di questi via libera teorici, finora
a causa della lentezza delle procedure amministrative ne sono stati
concessi solo mille. È questo il quadro che ha convinto la Cgil
trevigiana a lanciare la sua idea: "Stop a nuovi ingressi. Prima
regolarizziamo quei 13mila che vivono da clandestini nella nostra
provincia. Poi fermiamoci. Se la Lega è d'accordo con me - dice Barbiero
- ben venga, significa che si sono convertiti alla linea della Cgil".

Il segretario della Cgil di Treviso si riferisce alla richiesta di maxi
sanatoria, ma la proposta di chiudere le frontiere di qui in avanti
trova appoggi imbarazzanti. Il primo a dare ragione al segretario Cgil è
il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, anch'egli trevigiano:
"Ha ragione Barbiero. Finché non riusciremo a trovare un'alternativa di
lavoro ai disoccupati italiani e stranieri, blocchiamo i nuovi
ingressi". Applausi anche dal sindaco leghista di Treviso Gian Paolo
Gobbo: "La posizione di Barbiero è giusta. Non possiamo essere noi a
farci carico di un problema internazionale". Sia Gobbo sia il vice e
"maestro" Giancarlo Gentilini sono comunque d'accordo con il blocco di
due anni degli ingressi proposto dal ministro Maroni.

La mossa di Barbiero non è però piaciuta a Cisl e Uil. Che non ne
contestano la sostanza, ma che non sia stata concordata. Infine,
Unindustria: "Sì, la domanda di manodopera straniera è calata, ma il
problema non è il blocco dei flussi, bensì la riforma del meccanismo
degli ingressi, troppo macchinoso".