[Forumlucca] I lavavetri, Toschi e Asor Rosa

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Author: massimiliano.piacentini@tin.it
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To: forumlucca
Subject: [Forumlucca] I lavavetri, Toschi e Asor Rosa
Se l'ordinanza emessa dal comune di Firenze contro i lavavetri è
indecente, altrettanto lo è il silenzio (rotto solo da qualche
dichiarazione "dovuta") della sinistra (con aggettivi e senza).
Se una
cosa del genere fosse successa in un altro periodo o fosse stata emessa
da un sindaco di centrodestra, la reazione sarebbe stata ben diversa.
Invece, quasi nessuno si scompone.
Dov'è il sindacato? E certi
esponenti, locali e non, della sinistra radicale, sempre pronti ad
intervenire su qualsiasi tema?.
Tocca allora a un outsider "moderato"
come Asor Rosa, denunciare una vergogna del genere, mentre l'assessore
al perdono Massimo Toschi, "illuminato" esponente della giunta
regionale "Unionista"(a proposito: e al Comune di Firenze quando si
celebrerà la nascita dell'unione? Perché non assumere il provvedimento
anti lavavetri come base per un percorso di avvicinamento?), non
perdona questi pericolosi delinquenti muniti di secchio e spazzola.

Di
seguito, la lettera di Asor Rosa al Corriere della Sera, e l'intervista
di Toschi al Tirreno.

massimiliano

MI DIMETTO DA INTELLETTUALE DI
SINISTRA
L'intervento di Alberto Asor Rosa sul caso lavavetri
1/09/2007

Caro Direttore, trovo indecente l’ordinanza del Comune di
Firenze sui lavavetri di strada, non perché rappresenta un’offesa alla
morale rivol u z i o n a r i a , ma perché è una cialtronata. Sarebbe
come se, in presenza di una g r a v i s s i m a e m e r g e n z a
igienica, le autorità preposte andassero in giro ad ammazzare l e
mosche con i giornali arrotolati. Mi spiego.
Le condizioni delle città
italiane sono mediamente fra le peggiori d'Europa. Roma è la città più
sporca dell'emisfero occidentale (se si esclude Napoli). Il centro
storico di Firenze ha preso l'aspetto e le abitudini di un suk arabo
(oddio, che lapsus!). Bologna non riesce a risollevarsi dalla grigia,
spenta aura guazzalocchiana. Milano, un tempo capitale morale e
culturale d'Italia, sembra un sobborgo di Rogoredo. Napoli, appunto, è
sommersa dall'immondizia. Ovunque, ogni giorno, ci si deve confrontare
con degrado e speculazione del territorio e dell'ambiente, di cui
spesso le amministrazioni locali sono complici. Questo sì che sarebbe
un tema interessante per una grande inchiesta: il confronto, su valori
ben accertati (pulizia, servizi, trasporti, traffico, sanità, ecc.),
tra le più importanti città italiane e, poniamo, Parigi, Londra,
Berlino, Zurigo, Bruxelles e Madrid. Vediamo sul serio a che punto le
cose sono. Perché allora cominciare a prendersela proprio con i
lavavetri di strada? Per due motivi, credo. Innanzitutto, perché quando
io vado a caccia di mosche a casa mia con il giornale arrotolato
(retaggio, me ne rendo conto, di abitudini antiche, sorpassate dalle
alte tecnologie contemporanee), meno tali fendenti che il mio cane
spaventato corre in un'altra stanza: lui crede che sia scoppiata la
Terza Guerra Mondiale.

Nello stesso modo si comportano i sindaci di
casa nostra (come me; non come il mio cane). Menano fendenti sulle
mosche: così il pubblico si distrae e non pensa ad altro. In secondo
luogo, perché l'ordinanza costituisce un piccolo ma significativo passo
avanti nella realizzazione di quella ormai onnipresente costituzione
materiale, che sta alla base del PUCD = Partito Unico del Conformismo
Dominante. Per forza che la maggioranza, la grande maggioranza, sta con
l'ordinanza del Comune di Firenze: mettete insieme la quasi totalità
dell'elettorato di centrodestra con la maggioranza di quello di
centrosinistra, e avrete questa spaventosa miscela di conformismi,
questo incontro di volontà armate, che, invece di confrontarsi e
scontrarsi, come sarebbe giusto, beatamente si incontrano e si sommano
sui principi fondamentali, il più importante dei quali dice: per
favore, preferirei non essere disturbato. Resta solo da chiarire quale
sarà il prossimo soggetto disturbante (ma non c'è che l'imbarazzo della
scelta: il Pucd, perciò, ha possibilità infinite davanti a sé).
Naturalmente — voglio dirlo proprio solo alla fine, perché tanto so che
i miei interlocutori sono del tutto insensibili a questo tipo di
argomento —, a me fa impressione anche che, nella catena infinita dei
problemi, i nostri amministratori comincino esattamente dagli ultimi
(ultimi in tutti i sensi: in ordine di importanza; e dal punto di vista
della miserabilità della condizione umana dei soggetti interessati). Ma
questo è un riflesso condizionato d'ordine morale: cosa d'altri tempi,
e non mette neanche conto parlarne.

P.S. So benissimo che Pierluigi
Battista è abituato alle distinzioni e alla complessità dei problemi;
perciò mi stupisco che da qualche tempo a questa parte usi categorie
troppo generali, la cui correttezza mi pare ormai poco fondata.
«Intellettuali di sinistra»? Mi pare che la categoria non esista più:
almeno da quando si è totalmente svuotata o perlomeno fortemente
indebolita e confusa quella di «politici di sinistra». Comunque io ne
sono uscito volontariamente da almeno un decennio, da quando ho
scoperto che stare nello stesso contenitore con altri intellettuali che
si definivano in qualche modo di sinistra, non era più commendevole.
Quindi, faccio da me. Del resto, come è noto, chi fa da sé fa per tre.
O almeno lo spero.
___________________________________________________________________________________
Da "Il Tirreno2 28/8/2007
Da notare, oltre alle risposte di Toschi, il
livello di alta retorica delle domande, specie l'ultima.

TOSCHI:
FAVOREVOLE
Solidali ma severi

La giunta di sinistra di Firenze ha
deciso lo stop ai lavavetri. La scandalizza questa decisione?
«Per
nulla. Anzi credo che la sinistra debba riflettere sulla necessità di
una nuova cultura della solidarietà», risponde l’assessore regionale
alla pace Massimo Toschi.
In che senso?
«Guardi, io non voglio
entrare nel merito della decisione del comune di Firenze. Però in
generale osservo che non è tollerabile nessun atto di sorpruso nei
confronti delle categorie più deboli».
Si spieghi meglio.
«Se un
lavavetri è un povero che chiede di lavorare per poter vivere con
dignità, la politica deve saper esprimere il massimo di accoglienza».

Se il lavavetri compie violenze e sorprusi, magari nei confronti dei
più deboli, come le donne e gli anziani?
«Allora non c’è dubbio che
bisogna essere severi. Una legalità senza solidarietà diventa chiusura
e una solidarietà senza legalità è destinata a trasformarsi in
privilegio di alcuni a danno dei veri poveri». (m.l.)