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E POLIS DI DOMANI
Samarcanda
A DE GENNARO SUCCEDE DE GENNARO
Gigi Malabarba
Accontentarsi della forma, indifferenti alla sostanza. Com'è possibile che
la più evidente delle continuità - quella del vicecapo vicario della polizia
Antonio Manganelli che sostituisce il capo della polizia Gianni De Gennaro
al termine del suo mandato - sia presentata come condivisibile da parte
della sinistra di governo? Parlo di chi ha chiesto per anni le dimissioni
del responsabile della pubblica sicurezza perché accusato di varie
nefandezze, tra cui l'aver ordito la mattanza al G8 di Genova. Si trattava
allora di un 'problema personale' verso De Gennaro?
Com'è possibile d'altro canto che un centrodestra che ha concoradato da mesi
con il centrosinistra tempi, modi e proposta concreta di avvicendamento al
vertice della polizia si eserciti per giorni in invettive di golpismo per
l''occupazione' anche di questo apparato dello Stato? Salvo poi sostenere
come un sol uomo l'annunciata nomina di Antonio Manganelli.
Tutto ciò è possibile per quello che si chiama gioco delle parti, che
fingono scontri epici mentre in realtà fanno accordi sottobanco.
Manganelli è De Gennaro, la sua ombra in tutti i passaggi nell'apparato di
polizia da sempre. Che non fosse fisicamente presente a Genova perché 'in
ferie' nei giorni dell'uccisione di Carlo Giuliani, dei pestaggi alla scuola
Diaz, nella caserma di Bolzaneto e nelle piazze è una spiegazione che
rasenta il ridicolo. Neanche De Gennaro era a Genova! Chi ha preparato e
costruito per mesi 'la più grave sospensione della democrazia dal
dopoguerra', per usare le parole di Amnesty International? Il vicecapo
vicario della polizia non c'entra nulla? E' colpevole solo il singolo
poliziotto che ha rotto la testa a un giovane o il carabiniere che ha
sparato?
Il giustificazionismo e il trasformismo, che passano come uno schiacciasassi
sopra la ricerca della verità pur di conservare la poltrona di governo, non
è un problema solo di altri, ma nostro, della sinistra, anche di quella
'radicale'.
E intanto il potere forte che controlla il Viminale e tra breve anche
l'intelligence, che assume nel frattempo - come Negroponte - il ruolo di
consigliere internazionale di Prodi, si perpetua e si rafforza nonostante
l'iscrizione nel registro degli indagati. A garanzia perpetua
dell'impunibilità delle forze dell'ordine e della loro catena di comando.
Per consenso bipartizan e per ricatto.