Re: [Cm-milano] ieri in massa

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Author: schizo-mobile
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To: critical mass milano - crew ::: http://www.inventati.org/criticalmass/ ::: la rivoluzione non sara' motorizzata !!!
Subject: Re: [Cm-milano] ieri in massa
"tandala\@libero\.it" <tandala@???> writes:

> A me è piaciuto molto il brano intitolato "il piacere di mangiare"
> invece il "Manifesto del Contadino Impazzito" mica tanto, perchè mi
> pare che si rivolga solo agli uomini e questo pezzo:


> "Finché la donna non ha molto potere, dai retta alla donna più che all'uomo.
>
> Domandati se quello che fai potrà soddisfare la donna che è contenta di avere un bambino.
>
> Domandati se quello che fai disturberà il sonno della donna vicina a partorire"
>
> mi pare un po' maschilista..


Berry e' un fervente sostenitore delle comunita' locali
alla base delle quali pone la famiglia.

Premetto che, sino a prima di trovarmi
nel mezzo del cammin di nostra vita... per una selva oscura,
ho sempre considerato le comunita' locali come oppressive e limitanti
le possibilita' di ricerca individuali di percorsi di vita scelti
nell'autonomia dell'esperienza il piu' possibile svincolata dagli
obblighi e dal controllo. Pero' le considerazioni che Berry fa
relative a questi aspetti mi danno molto da pensare anche se,
effettivamente, rimango preplesso di fronte ad alcune affermazioni.

Mi e' sempre piaciuto poter vivere l'anonimia resa possibile dalla
citta', ma con l'esprienza sono arrivato a pensare che l'esistenza
debba essere amorevolmente legata al PROPRIO territorio inteso anche
come cultura... questo senso di appartenenza (PROPRIO) penso possa
essere riferito alle comunita' locali.


- il primo aforisma dal mio punto di vista e' da interpretare come
attacco alla concezione di una vita, come quella che ognun di noi
vive, che si basa sui vari livelli di POTERE e relative
sottomissioni che strutturano le nostre societa' libere d'essere
ciecamente individualistiche e competitive.

Cito...

"... La liberta' cosi come ne parliamo oggi e' intesa quasi sempre
come un'idea pubblica che ha a che fare con le liberta' degli
individui. Il dialogo pubblico su di essa riguarda quasi sempre i
tentativi di questo o quel gruppo di strappare le liberta' individuali
al governo o di proteggerle da un altro gruppo. In questa situazione
e' inevitabile che la liberta' sia intesa come un fatto di
POTERE..."

"... occorre interporre tra gli interessi pubblici e privati... quello
della comunita'... La liberta' definita rigorosamente come liberta'
individuale tende ad essere considerata una fuga dai vincoli della
vita comunitaria... Ma tutto cio' contiene un paradosso... Per la
gente comune - chi non e' ricco ne' privilegiato - diventa sempre piu'
difficile scegliere un genere di lavoro per il quale ha preferenza,
talento o vocazione, scegliere dove vivere, decidere di lavorare (o di
vivere) in casa e perfino allevare i propri figli. La maggior parte
degli individui (<<liberati>> o meno) decide di conformarsi non alle
maniere e condizioni locali (comunita') ma a una monocultura, senza
radici e senza luoghi, di aspettative e prodotti commerciali..."


- Per quanto riguarda gli altri punti se non fossi diventato padre
forse potrei essere d'accordo con te, ma una volta vissuta la magia
della nascita mi sembra che questa esperienza sia talmente profonda
da far riflettere su quanto le nostre esigenze di
liberazione/realizzazione individuale siano superficialmente legate
ad una realta' fittizia rispetto a quella piu' profonda che regola i
flussi energetici vitali.

La procreazione e' un atto "magico".

Un'esperienza simile penso possa essere raggiunta con un ritorno alla
terra. Lavorare la terra, vivere in sintonia con le compagne piante e
i cicli della natura, legati ad un locale che e' sia di paesaggio sia
di cultura (entrambi ormai, se non in alcuni casi, prevalentemente
disgregati), e' in queste condizioni che l'amore puo' diventare
l'ingrediente fondamentale col quale infondere vita alle proprie
azioni ed esistenza.

In entrambe i casi siamo di fronte alla "materializzazione" dei flussi
energetici vitali che ci circondano ed attraversano anche nella nostra
piu' completa ciecita'.

A me sembra che realmente ci siano degli aspetti profondi e spirituali
della vita che prevalentemente tendiamo, offuscati dai nostri sensi e
dagli affanni quotidiani, a non "vedere"; la procreazione e
l'agricoltura, secondo me, sono delle pratiche semplici e alla portata
di tutt che possono dare l'opportunita' di scorgerne in lontananza la
sconvolgente esistenza.

Sempre, comunque, risulta fondamentale l'ascolto...
mettersi in contatto.

Comunque... boh,
puo' anche darsi che mi stia prendendo una cantonata allucinante,
vedro' col tempo :)