Autore: Marco Pierfranceschi Data: To: Prepariamoci a invadere Roma Oggetto: Re: [Cm-roma] Festa alla bicicletta!
Il giorno 22/set/06, alle ore 16:23, nunzio ha scritto: > così pensavo, stamattina. C'è qualcosa che non mi convince, perché
> un giorno all'anno questi (questi) fanno la festa della bicicletta
> e gli altri 364 (365 nei bisestili) fanno la festa alla bicicletta.
Perché sennò gli toccava fare la settimana europea "in città senza la
mia auto", così se la cavano in corner e fanno finta di aver fatto
qualcosa... :-/
> Stamattina ho fatto da "tutor" ciclico per una neo bike commuter
> metropolitana
> (cut)
> Mi sono drammaticamente reso conto che andare in bici a Roma è una
> roba da kamikaze.
Benvenuto all'inferno! :-(
Magari ripensa anche a quante me ne hai dette in tempi lontani perché
non tentavo il suicidio quotidianamente su via di Tor Cervara...
:-)
> Mi sono reso conto di appartenere ad una specie privilegiata, forse
> in via di estinzione, me la cavo con 4 o 5 km al giorno per i
> tragitti casa lavoro
Questo è uno dei problemi più grossi: qui è _normale_ abitare
lontanissimo dal posto di lavoro.
Io ho un cognato che abita ad Acilia e lavora a Fiuggi, avanti e
indietro tutti i giorni!!!
(btw, non che ad arrivare ci metta poi tanto di più di quelli che
lavorano in centro e vivono fuori dal Raccordo..)
Se ci fossero delle politiche che semplicemente si attivassero per
ridurre questo "urban sprawling", anche solo riducendone la
desiderabilità nell'immaginario collettivo, sarebbe un passo avanti.
Macché.
Viviamo in case di proprietà (80%) e non ci spostiamo nemmeno morti.
Salvo poi passare una frazione significativa della nostra vita a
guidare l'automobile. Con la pubblicità che fa i salti mortali per
farcelo sembrare desiderabile.
> Si salpa di nuovo venerdì 29 settembre ore 18 piazzale delle masse
> critiche, la vera festa della bicicletta.
Daje cor fomento! :-)
Ciao
--
Marco Pierfranceschi
(mammifero bipede)
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"Non condivido il tuo pensiero...
ma sarei pronto a morire per il tuo diritto ad esprimerlo."
(Voltaire)