[Hackmeeting] LIBERATE LE FOTO

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Author: Carlo Gubitosa
Date:  
Subject: [Hackmeeting] LIBERATE LE FOTO
Il giorno 13:40 20/06/2005, Null ha scritto:
>Carlo Gubitosa wrote:
>
>>INFORMATION WANTS TO BE FREE
>>
>>LIBERTA' DI PENSIERO - PAROLA - SCRITTURA - FOTOGRAFIA
>>
>>NO ALLO SBIRRISMO STRISCIANTE
>>
>>SI' ALLA CURIOSITA'
>Inanzitutto, non c`e` nessun bisogno di urlare


Non erano urla, era un sommario delle cose che stavo per dire. Confesso che
la mail e' partita anche da un naturale moto di incazzatura nel leggere che
qualcuno e' stato oggetto di violenza verbale mentre cercava solo di fare
una foto.

>A me sembra veramente basilare, semplice, efficace far si che chi vuole
>fare la foto, chiede.


Il diritto al "prima chiedi, poi mi fotografi", vale solo per te o per
tutti? Mi spiego meglio: il diritto alla "richiesta gentile" vale solo per
te o riconosci questo diritto anche allo sbirro che fa ordine pubblico, e
quindi quando sei in manifestazione chiedi il permesso agli sbirri di
fargli le foto?

Ovviamente si tratta di domanda retorica per spiegare che non esiste solo
il diritto alla privacy INDIVIDUALE ma esiste anche un DIRITTO DI CRONACA
che va a beneficio di un'intera collettivita'.

Se si e' in un evento pubblico questo diritto di cronaca e' stabilito dalla
legge, dal buon senso e anche da quella liberta' di espressione e di
accesso alle informazioni che diciamo di voler difendere.

>Chi non vuole farsi fotografare, puo` rifiutare.


Per quanto mi riguarda, chi non vuole farsi fotografare puo' mettersi una
manina davanti alla faccia o voltarsi di spalle.

>E la ragione se la puo` pure tenere per se. Magari e` brutto, magari la
>sua religione e` contraria alle foto, magari e` allergico, o ha detto ai
>genitori che sara` d`altra parte, ecc.


Allora vada in giro col sacchetto del pane in testa stile charlie brown
alla colonia estiva.

>Hackmeeting e` un evento che va vissuto, no visto.


Chi sei tu per deciderlo? E chi sei tu per negare la liberta' di
espressione ad uno che vuole usare le foto di un evento positivo per farci
sopra un articolo di una ezine indipendente o una galleria di immagini che
trasmetta un pezzettino del valore di questo evento? O vogliamo rimanere
chiusi nelle solite riserve indiane a raccontarcela tra di noi? Per fare
cultura basta limitarsi alle quattro mura che contengono un evento oppure
bisogna cercare di far uscire questa cultura il piu' possibile per
raggiungere anche chi e' vittima delle manipolazioni e della propaganda, e
gli hanno ficcato nel cervello che l'hacking e' una pratica criminale?

>Che puo` documentare una foto di quattro ragazzi davanti a un pc?


Ad esempio: "guardate che l'hacking non e' una cosa clandestina da
delinquenti, ma una pratica sociale che puo' fare la differenza tra un
ragazzo alienato davanti ad una playstation ed un altro che ragiona, si
confronta e fa esperimenti usando la propria testa, assieme ad altri
ragazzi curiosi come lui".

>E` quello hackmeeting? Mah. Il fatto che puoi girar in hackmeeting sapendo
>che ci sia una certa probabilita` che nn ti fotografino senza consenso ti
>fa rilassare, la tua presenza li` qualcosa tra te e chi c`e`.


Mi sta bene che ci siano dei locali "Off-camera", ma basta segnalarli. Qui
stiamo parlando di un episodio accaduto *all'esterno* - *per strada* -
*all'aperto*

>Non si tratta ne di "aver da nascondere" ne di "paranoia" ma di "scelta"


Le scelte non possono essere fatte sulla pelle degli altri, se una mia
scelta limita un tuo diritto e reprime una tua liberta' e' una scelta
fascista, anche se ci diamo trenta mani di vernice rossa e la ricopriamo di
slogan sulla liberta'.

> facile facile "chi nn ha niente da nascondere nn ha niente di temere

l`ha detto Hitler ;) ;) ).

Hitler era anche vegetariano, ma non per questo io ho smesso di essere
vegetariano...

>La "paranoia" autistica, giusto due righe di disclaimer, nn si basa su
>aver da nascondere, ma sul fatto che la verita` e` sempre nel occhio di
>chi osserva. E una foto puo` viaggiare ovunque.


Quindi a chi e' allergico alle foto non e' richiesto quel minimo di
cervello per riconoscere tra la sbirra e la ragazzina che fa foto sull'onda
dell'entusiasmo per un evento a cui partecipa per la prima volta?

>E` un altro, e` usare criticamente strumenti.
>Con modi e misure.
>Ripensando.
>Non dando cose per scontato.


Concetti fumosi, che nascondono un dato di fatto: tu puoi usare gli
strumenti con tutta la criticita' che vuoi, con i modi e le misure piu'
opportune, pensandoci mille volte e non dando nulla per sconato, ma questo
non ti da' il diritto di maltrattare, fanculizzare, abbaiare o aggredire
verbalmente chi sta facendo *solo* *una* *fottuta* *foto* e non certo per
rivendersela alla CIA. Se scendiamo dal terreno celeste degli slogan e
scendiamo nella concretezza minimale del rispetto e dell'ascolto che merita
chiunque, allora bisogna capire che non fanno bene a nessuno certi
atteggiamenti da "setta segreta" (cazzo vuoi vai via e' una riunione
privata), da "iniziati" (leggi tutto il fottuto archivio della lista senno'
sei una merda e non hai diritto di parola) o da "capetti" (qui le regole
sono cosi', se ti sta bene ok, senno' cazzi tuoi, le regole non si discutono).

>E` uso consapevole di tecnologia che e` un "diritto", no far quel cazzo
>che ti pare, se no prendo la stessa tua fotocamera in un attacco di
>curiosita` e vado a confermare le tesi di Galieo sulla caduta dei gravi.


Possibile che la tua cultura Galileiana ti mantenga allo stesso livello
dello sbirro con la quinta elementare che non sa un cazzo di caduta dei
gravi, ma quando qualcuno gli fa girare i coglioni fa esattamente quello
che minacci tu, e cioe' spaccare macchine fotografiche.

>Si, dico dialogo perche` per me scattare le foto a go go senza cogliere il
>"chieder permesso" come una occasione per dialogo, e` voayeristico e VUOTO.


Questo non ti da' il diritto di maltrattare cose o persone. La tua liberta'
finisce dove comincia quella di chi ti sta davanti. Tutto il resto sono
seghe mentali per nascondere dietro belle parole il sacrosanto principio
del "faccio i cazzi miei, e tu non devi rompermi le scatole mentre faccio i
cazzi miei, e me ne frego se tu hai qualcosa da ridire". Esattamente quel
"me ne frego" di antica memoria...

>Guarda nel dizionario il termine "delirare", e poi dare di sbirro alla
>gente che desidera/pretende un po` di calma/privacy/consapevolezza/dialogo ale`


Ripeto che il concetto di privacy varia a seconda del luogo e della
circostanza, un conto e' la privacy che puoi pretendere nel salotto di casa
tua (totale), per strada mentre fai i cavoli tuoi con la tua ragazza (e li'
anch'io chiederei al fotografo "scusa, ma perche' mi hai fotografato"?),
nella sala macchine di un hackmeeting dove hai appeso sulla porta il
cartello "no foto", oppure in un fottuto giardino dove possono vederti
anche i satelliti della CIA.

>Hai notato quante volte hai scritto "cattivo"?


Tante, proprio perche' mi fa ridere la cultura manichea che divide il mondo
in amici buoni e nemici cattivi, e trasforma una ragazza con fotocamera in
un bersaglio della propria aggressivita'.


>Cos`e` informazione?
>Foto di quattro ragazzi con pc e` informazione?


Dipende da come usi quella foto. Se la uso per sdrammatizzare la cappa di
mistero che favorisce la criminalizzazione dell'hacking quella foto e'
informazione preziosa.

>Cos`e` liberta`?
>Far coglione senza pensar due volte o l`uso consapevole della tecnologia?


Cos'e' consapevole? Quello che decidi tu o quello che puo' decidere una
persona che ha raggiunto un livello di consapevolezza magari inferiore al
tuo, e quindi fa foto ingenuamente senza conoscere le regole della tribu'?
Sei pronto a rispettare anche chi non ha raggiunto la tua stessa
consapevolezza o chiunque si mostra un po' meno critico e consapevole di te
e' un coglione che non va rispettato?