[Cerchio] L'islam politico in un libro

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Aihe: [Cerchio] L'islam politico in un libro
L'islam politico in un libro dello studioso Paolo Branca
      Di islam politico si parla molto, soprattutto dopo che gli eventi
dell'11 settembre 2001 hanno portato alla ribalta le sue espressioni più
radicali e violente. Tuttavia, al di là delle facili accuse, quello composto
dai movimenti islamisti è un universo variegato e assai eterogeneo, che non
può essere semplicemente ridotto alle azioni di al Qaeda o ai proclami
bellicosi di Osama bin Laden. È una galassia che si compone di varie
componenti, molto diverse tra loro e spesso peraltro in aperta
contrapposizione. Ecco quindi che, di fronte alle pericolose assimilazioni e
ad un certo riduzionismo dominante, appare opportuno segnalare il recente
libro di Paolo Branca (Moschee inquiete. Tradizionalisti, innovatori,
fondamentalisti nella cultura islamica, il Mulino, € 12). Docente di arabo
all'Università cattolica di Milano, Branca cerca di offrire una panoramica
di tutti quei movimenti che si sono posti, dall'interno della cultura
musulmana, obiettivi di carattere politico. Obiettivi che non sono
necessariamente l'islamizzazione integrale della società o l'imposizione
della shari'a, ma che possono assumere le più difformi istanze di riforma
sociale: «in quattordici secoli e in un'area compresa tra il Marocco e
l'Indonesia i musulmani hanno avuto occasione di dar vita a forme molto
diversificate di relazione tra la loro fede religiosa e le strutture
fondamentali delle società di rispettiva appartenenza». Nella sua opera per
lo più compilativa, che riprende vari studi più o meno specialistici
condotti sull'argomento e analizza gli scritti dei protagonisti di questa
temperie, l'autore riprende e sviluppa una tesi che gli è cara: l'idea che
l'affermazione dei movimenti islamisti sia in qualche modo una terza fase
della decolonizzazione, conseguenza del fallimento del nazionalismo laico e
delle rivoluzioni che esso ha generato. Una tesi simile a quella esposta
negli ultimi anni prima da Olivier Roy (L'echec de l'islamisme politique) e
poi da Gilles Kepel (Jihad, ascesa e declino, Carocci), che hanno peraltro
avanzato l'assunto secondo il quale l'islam politico aveva fallito la sfida
con il potere e aveva quindi perso la propria spinta propulsiva.
Diversamente da questi ultimi, e in particolare da Kepel, che si è detto
convinto che l'11 settembre non sia stato altro che il «colpo di coda di un
movimento che ha esaurito la sua carica eversiva», Branca sottolinea come
gli ultimi spettacolari avvenimenti abbiano invece ridato un certo mordente
alle idee dell'islamismo più radicale, facendogli guadagnare consensi
soprattutto fra i ceti meno abbienti. E abbiano invece posto in ombra
movimenti e personalità più moderate che, tanto nei paesi musulmani quanto
in Europa, sostengono posizioni più critiche e innovative. (s.li.)