[Consumo critico - Milano Social Forum]Boicottaggio E$$O - r…

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Author: daniele iannuzzo
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New-Topics: [Consumo critico - Milano Social Forum]Boicottaggio E$$O - riflessioni da http://www.malamente.com/campagna/boicottaggio.ht
Subject: [Consumo critico - Milano Social Forum]Boicottaggio E$$O - riflessioni da http://www.malamente.com/campagna/boicottaggio.htm
Carissima Cate, carissimi tutti,

intanto, sono a Milano anche io, e per martedì ci
sono.

Poi....

'L'estremismo è la malattia infantile del comunismo'.
Visto che non siamo più comunisti, la possiamo
parafrasare in 'L'estremismo è la malattia infantile
degli estremisti'. Non molto informativa, come
asserzione, però è una constatazione che mi fa cascare
i coglioni lo stesso.

Non so chi siano questi signori 'malamente', ma mi
sembra di capire che siano delusi di qualunque
iniziativa che non faccia cadere il capitalismo in due
mesi. Intrisi di ideologia del logo alla Naomi Klein
(travisata), hanno deciso che il movimento voleva
colpire il MARCHIO Esso, cioè l'immagine dell'azienda.
Il fatto che, boicottandola, alla corporation
arrivassero dei soldi in meno lorsignori lo
considerano trascurabile. E sarebbe trascurabile
perché la Esso 'non esiste', 'è solo capitali' e
infine perché 'il complesso militare industriale'
coprirà le perdite comprando la benzina Esso a prezzi
più elevati.

Ma dove cazzo le hanno lette queste cose? Ma ve
l'immaginate la Shell o la BP che comprano la benzina
Esso per tirarla fuori dai guai?

Poi, non dovevamo boicottare solo la Esso, ma anche la
Mobil, dicono gli intellettuali dell'ultima ora. Ma il
boicottaggio è stato lanciato da Greenpeace che si è
preoccupata da subito di segnalare tutti e tre i
marchi dell'azienda (Exxon, Mobil e Esso), e la
centralità di quest'ultimo era dovuta solo al fatto
che la causa tra la Exxon e GP è nata da una disputa
sull'uso delle $$ al posto delle s della Esso.

Insomma, finalmente colpiamo il bersaglio grosso, la
più grande multinazionale del mondo (per fatturato,
che è secondo me l'indice più importante del potere di
un'azienda), con tutti i vantaggi simbolici che questo
comporta (la conoscono tutti, portiamo il popolo a
riflettere sul fatto che non si può essere così grossi
senza commettere nefandezze di tutti i tipi, anche se
sulle malefatte della Exxon abbiamo insistito ancora
troppo poco), e c'è chi vuole sabotare tutto giocando
a fare l'intellettuale sulla base di ideologie
spicciamente interpretate.

Un'ultima considerazione, riguardo un malcostume del
movimento: dovremmo imparare a mettere in giro
documenti in cui siano riportate e rintracciabili le
fonti delle informazioni riportate, e applicare un
sano scetticismo a quello che leggiamo quando le fonti
non ci sono. O ci troveremo tutti a essere antisemiti
perché, come tutti sanno, 'l'undici settembre non
c'erano ebrei alle due torri'.

vostro

Daniele


--- Cat <cat@???> ha scritto: > Giro queste
riflessioni - provocazioni...
>
> Buona lettura e pensieri!
>
> Cate
>
> PS le sette sorelle sono cmq state sostituite dalle
> 3 supersorelle, Esso, Bp e
> shell. Consiglio anche la lettura del libro "la
> guerra del petrolio", di
> Michele Paolini,editrice berti (che vendiamo pure
> noi...)
>
> ----
> Metti un tigre di carta nel tuo cervello, o, perché
> boicottare (solo) la E$$o
> non serve a nulla
>
> Ciò che ultimamente ci dà da pensare, e ci
> preoccupa, non è tanto il calo di
> energie che affligge il movimento contro la Guerra
> Infinita, cosa che ci si
> poteva aspettare dopo la conclusione della campagna
> irachena (a proposito,
> visto il pudore che alcuni sembravano avere nel
> dichiarare di sperare in una
> guerra lunga, dovremmo avere lo stesso pudore nel
> dichiarare che la conclusione
> di questa guerra, con l’invasione, la guerra civile,
> e tutti gli annessi, ci è
> sfavorevole, no?), ma la perdita di lucidità di cui
> sembrano soffrire tante
> delle sue componenti.
>
> Uno dei modi in cui questa mancanza di lucidità si
> esprime è il cosiddetto
> “boicottaggio” della Esso. A noi, l'idea che
> concentrandosi sulla Esso si
> ottenga qualcosa sembra talmente sciocca che
> crediamo gli agenti d'influenza
> delle multi USA, volendo depotenziare un vero
> boicottaggio, non avrebbero
> potuto elaborare di meglio.
>
> Premessa: la Esso è uno dei marchi di una
> megacorporation, che si usa chiamare,
> fin dagli anni '50, "le sette sorelle".
>
> Creare delle difficoltà ad un solo marchio di tale
> immensa lobby sarebbe un
> risultato certamente misero. Ma in difficoltà la
> Esso non si troverà mai,
> perché:
>
> 1. Le “sette sorelle” hanno sempre dimostrato una
> totale solidarietà d’intenti
> e d’azione. Il fatto che la maggioranza degli
> esponenti del governo Bush abbia
> interessi nelle varie branche di tale confraternita
> fa capire che è fuorviante
> considerare la Exxon avversaria della Unocal, o
> della Texaco, o della Conoco.
> Tra l’altro, in questo frangente storico, non
> vediamo neppure il motivo per cui
> si debbano considerare su un diverso piano, sia
> nell’ottica di un boicottaggio
> strategico che di uno etico (ma su questo abbiamo
> qualcosa da dire più sotto),
> la spagnola Repsol o la britannica BP, oppure la
> francese Elf – che sta
> anch’essa tornando rapidamente in linea insieme al
> suo governo – tra le aziende
> del petrolio che ricaveranno vantaggi diretti dalla
> rapina a mano armata
> dell’Iraq.
>
>
>
> 2. Boicottare un marchio di benzina ha poco senso in
> sé. Ciò è dovuto alla
> specificità del prodotto benzina, che è del tutto
> fungibile: ossia, non porta
> su di sé nessun tipo di marchio, non nasce con
> caratteristiche peculiari legate
> ad un brand, e non può essere distinto in alcun modo
> in quanto alla sua
> origine. Se io boicotto un marchio come la
> Coca-Cola, ed ammesso che il
> boicottaggio raggiunga i numeri necessari, il danno
> sarà molto alto, in quanto
> il marchio, in questo caso, si identifica
> completamente con il prodotto. La
> bevanda Coca-Cola, senza il suo marchio, vale poco
> più di zero; la Coca-Cola
> corporation, di quell’acqua colorata e gassata, non
> saprà cosa farsene, ed è la
> stessa esistenza della multinazionale che ne verrà
> minata.
>
> Allo stesso modo, se io boicottassi con grande
> efficacia i personaggi Disney,
> alla Disney corporation non rimarrebbe in mano nulla
> di vendibile. Tuttavia, in
> questo caso, resterebbe una struttura produttiva che
> potrebbe essere scissa,
> fusa con altre, utilizzata in varie maniere, ma con
> un valore ormai bassissimo
> rispetto a quello precedente (c’è però un altro
> aspetto: per molti dei clienti
> della Disney, i loro prodotti non sono sostituibili
> con prodotti simili).
>
> Le cose cominciano a cambiare nel caso si boicotti
> un marchio come la Nike.
> Certamente il logo costituisce qui una parte
> maggioritaria del valore del
> prodotto consumer, del capo d’abbigliamento, ma la
> struttura produttivo-
> comunicativa che è alla base dell’azienda resta
> suscettibile di una certa
> valorizzazione nel caso i cali di vendita dovuti ad
> un boicottaggio, o
> qualunque altro problema, costringano a snellire gli
> asset. Infatti, tale
> struttura è perfettamente intercambiabile con quelle
> che producono per altri
> marchi.
>
> Andiamo più avanti nella stessa direzione, e
> facciamo l’esempio di un marchio
> di personal computer, come la Dell. La struttura
> produttiva richiesta è molto
> leggera: la Dell non fa che assemblare pezzi
> prodotti da altre aziende, apporre
> il proprio logo sulla scatola metallica o in
> plastica esterna (un prodotto
> generico e a bassa tecnologia) e garantire la
> qualità dell’assemblaggio. Non
> esiste un microprocessore Dell, né esistono un disco
> rigido oppure una scheda
> video Dell. In questo caso, tutto quello che
> l’azienda farà nel caso di un calo
> delle vendite sarà ridurre gli ordini, e la sua
> perdita corrisponderà ai
> mancati guadagni, senza rischi ulteriori. Se
> proseguiamo in questo percorso, il
> margine estremo lo raggiungiamo proprio con prodotti
> come la benzina (o
> l’acciaio, la carta e altri prodotti semilavorati
> che tuttavia non sono
> boicottabili in quanto non arrivano direttamente al
> consumatore).
>
>
>
> La domanda nasce naturale: cos’è realmente la Esso?
> Cos’è realmente la benzina
> Esso?
>
> La Esso non esiste – al di là del marchio c’è poco o
> nulla.
>
> La Esso non sono altro che capitali, che di volta in
> volta vengono investiti in
> affari che riguardano i combustibili. Non esiste una
> benzina Esso, per la
> semplice ragione che la benzina Esso è una qualunque
> benzina che, nel momento
> in cui arriva ai distributori che portano l’insegna
> Esso, diventa “benzina
> Esso”. La Esso riceve inoltre concessioni per lo
> sfruttamento di giacimenti di
> greggio (su questo gli unici in grado di attuare un
> boicottaggio sarebbero i
> governi dei paesi in cui tali giacimenti si trovano,
> e il governo iracheno è un
> ostacolo in meno, oggi, a questo riguardo) ed
> appalti per forniture di prodotto
> raffinato. Forse boicottando il marchio abbasseremo
> il valore delle strutture
> estrattive? No, perché tali strutture sono quasi
> interamente prese a noleggio.
> Ci sono aziende, come la Burlington o la Halliburton
> (di cui il vicepresidente
> USA Cheney è un importante azionista) che si
> occupano della fornitura di tali
> strutture a tutte le aziende, e che, ancora, non
> sono boicottabili, non certo
> dai consumatori.
>
> Ancora: non esiste solo un prezzo all’ingrosso per
> il greggio, ma anche per la
> benzina, quotata al NYMEX (New York Mercantile
> Exchange). Ma sarebbe sciocco
> credere che, in circostanze come quelle legate ad un
> boicottaggio,
> potenzialmente pericolose per tutta la confraternita
> del petrolio, questa non
> solidarizzi condividendo con Exxon le eventuali
> perdite. Per fare questo,
> potrebbe semplicemente comprare da essa la benzina
> ad

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