PK, questo è lo specchietto che tu ti sei fatto di me e che se per certi
versi può anche essere vero per altri è sbagliatissimo.
Tu dici che io distinguo tra cosa è bene e cosa è male, tra cosa è
giusto e cosa è sbagliato ma la stessa identica cosa la fa tu quando
dici che le porte vanno aperte, le genti vanno fatte fuggire, ecc. Non
ti illudere di non avere un tuo giudizio perchè ciò è semplicemente
impossibile. Tu dici a me che vado per il mondo a fare il dio redentore
ma la stessa cosa la fai tu, al mio stesso pari, come, del resto, si fa
tutti perchè tutti hanno un criterio per giudicare tra ciò che per loro
è/sarebbe bene e ciò che é/sarebbe male.
Per te è bene che le porte si spalanchino e basta? OK, nessun problema.
Per me il modo di aprire le porte è un'altro. Tu ne saresti toccato dal
mio modo di aprire le porte? Non credo dal momento che dici che non ti
interessa di chi ci sta dietro e di che gli succederà. Quindi mi chiedo
perchè tante storie sul mio modo di aprire le porte? Forse che reputi il
tuo modo il modo giusto?
Aggiungo inoltre che più della metà delle cose che mi ribatti non le ho
mai scritte ne tanto meno pensate. È il solito, vecchio problema. Io
dico una cosa tipo che aiuterei chi esce e tu salti subito alla
conclusione che ne vorrei fare una marionetta del mio esercito di
redenti. Non ti sembra di esagerare un tantino? Tra l'altro, cosa oramai
ritrita, io parlo per me, mai mi sognerei di dire che tu devi fare come
dico io. Ti ho ripetuto mille volte che se tu vuoi fare in un modo
diverso fallo pure io faccio come credo che sia più giusto (per me
naturalmente), dove sta il problema?
Qui si sta parlando, giusto? Ognuno scrive ciò che pensa e io
pure, se per me un'idea è idiota o buona lo dico punto e cerco di
sostenere la mia opinione come del resto si fa tutti.
Ciao
On Mon, Apr 21, 2003 at 12:55:15AM +0200, PkRainer wrote:
>
> ----- Original Message -----
> From: "Linbo" <aborrone@???>
>
>
> > PK Io non dico assolutamente che le gabbie debbano restare con le porte
> > sprangate ma considero semplicemente che le si debba spalancare sapendo
> > ciò che si fa. Se io apro una gabbia lo faccio non perchè mi stanno sul
> > culo le gabbie chiuse ma per chi ci è costretto dentro, per (ri)dargli
> > la libertà. Penso però che alcune volte questo possa essere anche una
> > cosa potenzialmente dannosa se fatta senza considerazione. Ti ripeto che
> > pure io vorrei eliminare tutti i reparti psichiatrici (per esempio) ma
> > vorrei anche che le persone che ci stanno dentro non pagassero per una
> > mia idea. Non è questione di adottare o fare per lui ma dargli la
> > possibilità di fare ciò che lui vuole e non trovarsi in un mondo
> > sconosciuto, aiutare una persona non vuol dire costringerla a fare ciò
> > che io voglio.
> >
> > Il discorso che fai, dal mio punto di vista, è molto egoista, siccome a
> > me va così allora me ne frego di come potranno viversela, sono cazzi
> > loro. Mi sembra che sia lo stesso discorso di chi ce li sbatte nelle
> > gabbie: siccome a me non va che stiano fuori li sbatto qui dentro e me
> > ne frego se potranno fare danni o farsi dei danni.
> >
> > Non si tratta della porta in se ma delle persone (o degli animali) che
> > ci stanno dietro, non cose inanimate.
>
> Allora, la cosa possiamo vedercela sia come metafora, sia come fatto
> specifico. Badiamo a non passare troppo da un piano all'altro, però, sennò
> si finisce nel casino. Dunque, io non ho mai fatto l'esperienza di aprire
> gabbie, o di far scappare gente dal manicomio (Conosco chi l'ha fatto, però,
> e so alcuni dei problemi). Sono però evaso dal carcere, con altri, e di
> fatto coinvolgendo anche persone che non c'entravano, alcune delle quali non
> volevano proprio entrarci. Mi é capitato di organizzare un'evasione di
> massa, poi non attuata, in cui avremmo aperto tutte le celle, di chi voleva
> e di chi non sapevamo se voleva (per ovvi motivi non potevamo indire un
> referendum), e poi ciascuno si arrangiava. Quindi non parlo solo in
> astratto, anche se la cosa trascende il caso singolo, e può essere assunto a
> criterio generale.
> In realtà il nostro contrasto ricade sempre sulla visione generale che io e
> te abbiamo della vita, di quella che si fa ora, e di quella che si potrebbe
> fare, e si vorrebbe fare. Tu ti poni il problema del bene dell'umanità e a
> questo miri, a far sì che tutti stiano meglio, secondo un criterio che
> ritieni di avere in forma generale individuato e che identifichi con
> l'anarchia. Parli del fatto che le persone dovrebbero cambiare
> interiormente, che le cose dovrebbero essere diverse, che é giusto così e
> che é sbagliato cosà. Tu ami la libertà perché la reputi la cosa giusta, e
> la percepisici insieme a tutta una serie di altre cose. In particolare tieni
> molto alla difesa della vita, vedi la questione degli ospedali, etc. La tua
> passione é eminentemente umanitaria. per cui credi che sia bene che chi sta
> rinchiuso sia libero, purché appunto non finisca sotto a una macchina, o non
> si suicidi, o insomma vada a cascare peggio di come sta ora. In certo qual
> modo ti poni dal punto di vista di Dio, vorresti il bene di ciascuno, bene
> che secondo te corrisponde a criteri obiettivi, meglio vivo che morto,
> meglio fuori che dentro, meglio non sfruttato che sfruttato, meglio in
> salute che malato, etc.
> Il discorso che faccio io percorre un tratto di strada insieme col tuo ma é
> diversissimo. Io non pretendo di sapere che cosa sia il bene per gli altri e
> dubito che esista un bene oggettivo, cui fare riferimento. Non ho la più
> pallida idea se un ricoverato psichiatrico stia meglio dentro o fuori (ne ho
> conosciuti degli uni e degli altri, e spesso le stesse persone cambiavano
> idea in momenti diversi), e neppure un carcerato o un canarino. Soprattutto,
> non mi importa. Io non sono il redentore, non viaggio per il mondo a portare
> il bene e la giustizia, ma a correggerlo secondo i miei criteri. Se poi
> siano quelli che convengono agli altri, non lo so proprio. Ad alcuni di
> certo sì, ad altri probabilmente no.
> A me piace la libertà e piacciono le porte aperte. Se uno esce esce, se no
> rimane. Alcuni chiuderanno essi stessi la porta (che in carcere é percepito
> come la degradazione massima "quello é uno che si chiude il cancello da
> solo" indica chi é sbirro di sé stesso, che ha perso dignità e libertà), mi
> figuro. Alcuni non si accorgeranno neppure che é aperta. E' la loro vita,
> non la mia. Fra le loro libertà esiste quella di non essere liberi. Ma
> tutti, che lo vogliano o no, dovranno interrogarsi sulla loro libertà:
> questo é quello che, se posso, voglio fare io. Aprire porte, abbattere muri,
> gettare ponti, calare funi, alzare scale, scavare gallerie; e lasciarle dopo
> che sono passato per chi ne vuole profittare. Come diceva il compagno Caino
> "sono forse io il guardiano di mio fratello"? Io no
>
>
> per cancellarsi dalla lista, andare su https://www.inventati.org/mailman/listinfo/cerchio
--
Le conquiste ottenute con la forza
richiedono un continuo ricorso alla forza
per poter essere mantenute;
è preferibile, perciò, convincere anziché costringere,
motivare anziché obbligare.
Mahatma Gandhi