----- Original Message -----
From: "Linbo" <aborrone@???>
per il canarino potrà risultare molto più difficile trovare > da mangiare o difendersi, per il ricoverato potrà risultare difficile
> muoversi in un ambiente cittadino in balia degli altri.
questo é più che probabile: ma se tu ti ponessi quest'ordine di problemi,
non li libereresti, ti porresti come nuovo gestore, un gestore buono, delle
loro vite. Basandoti su quali criteri, con quale autorità? e ne avresti
voglia, poi? io no, ad esempio. Distruggere gli ospedali psichiatrici mi va,
accompagnare il rientro di chi ora ci sta rinchiuso é l'ultimissima delle
mie aspirazioni, anche perché qualcosa dell'argomento conosco e non ho
voglia di conoscere il resto. E allora che cosa dovrei fare? tenerli chiusi,
per timore di mali peggiori? in sostanza, é peggio essere prigionieri o
rischiare di morire (che poi, pure prigionieri, si muore facilissimamente:
io non so se fra i canarini liberi ci sia davvero più mortalità che fra i
canarini in gabbia, non ci giurerei)? la libertà non garantisce né felicità
né sopravvivenza, né altro. E' uno spazio vuoto che ciascuno riempire se ci
riesce.
> Comunque, sono il primo a dire che le porte vanno aperte, tutte le
> porte, ma non perchè sono porte chiuise ma per chi ci sta costretto
> dietro e allora la mia azione non si limita ad aprire la porta ma anche
> a far si che chi ci sta dietro possa finalmente godersi la libertà.
> Questo non vuol dire, come mi dice il PK, ne far fare ciò che io voglio
> ne costruire altre gabbie ma semplicemente non abbandonare le persone,
> che escono da quel buco, a se stesse ma dargli un possibile punto di
> appoggio e aiuto.
ammesso che lo gradiscano e che tu ne sia capace e ne abbia pure voglia. Il
presupposto per cui tu, stando fuori, sia davvero in grado di aiutare chi
oggi sta dentro, non so quanto sia fondato. E non mi pare che si debba
rinviare una liberazione possibile al momento in cui le persone saranno
capaci di badare a sé stesse o di badarsi a vicenda.