No, si vede che non mi sono spiegato bene: il fatto che questo o quel
rapporto prenda forma familiare, è conseguenza del fatto che in questa
società i rapporti di tal sorta hanno tutti forma familiare. Ti facevo
l'esempio del lavoro; qualsiasi cosa tu faccia, dal momento che é in rete
con ciò che fanno tutti gli altri, ed ha forma di lavoro, nel senso che si
misura a tempo, si scambia con una retribuzione, che l'elemento riproduttivo
(lo faccio per campare, chi non lavora non mangia) prevale su quello
produttivo (penso che ciò che faccio sia utile che qualcuno lo faccia: tu ed
io, e molti altri, facciamo lavori che nemmeno ci fanno schifo al 100% ma
che riconosciamo come perfettamente superflui), etc. POiché tutti lavorano,
quel che fai tu é un lavoro anch'esso, e anche lo studente, il pensionato,
il disoccupato, l'ozioso, paiono lavoratori particolari. Cosa tanto più vera
perché il consumo si esso pure irreggimentato come un lavoro, e la stessa
condizione di cittadino orami é convertita in una sorta di impegno attivo,
dalla raccolta differenziata a spostare la macchina a inseguire i lavaggi
delle strade, dal pagare le tasse al canone tv, dalla prescrizione dei figli
all'estratto contributivo alle elezioni, alla firma per i referendum, alla
festa della parrocchia alla manifestazione contro la guerra alla gita a Roma
per la canonizzazione di padre Pio, a quella a Torino per la canonizzazione
dell'avvocato, sperando che ci siano presto nuove cerimonie di tal sorta ad
Arcore,a Cracovia, etc...
Così se due persone si amano e sono povere, possono unicamente prendersi una
casa: se per caso hanno resistito a questa tendenza, con grandi sacrifici,
se finalmente arrivano dei bambini, non c'é scampo: ecco una bella famiglia.
Per non fare così, occorrerebbero tempo, soldi, amici, relazioni ricche e
molteplici, una maturità che non si capisce in quali situazioni potresti
esserti costruito.(esiste un solo caso di mia conoscenza, in cui ci sono
delle persone che si amano, dei bambini, e non si possa definirla famiglia;
e forse un altro, all'interno d'una comune)....altrimenti le cose poi vanno
bene magari ugualmente, perché tu non eri partito perlomeno con l'ideologia
della famiglia (che é non solo diffusa, ma montante, specie quella della
coppia, della persona giusta e via idealizzando...), ci si piace e ci si ama
e ci si rallegra a vicenda, ma innanzi tutto è un caso, e un caso raro (la
maggior parte delle relazioni che mi vengono in mente sono andate in merda,
e parecchie che non lo sono, farebbero meglio, o avrebbero fatto meglio a
scoppiare), e comunque anche dove le cose filano piuttosto bene (e credo di
potermi, dopo 23 anni annoverare nel mucchio), é innegabile che ci sono
anche elementi di freno, di routine, di ruolo. Fare i genitori senza
diventare degli stronzi, lasciatelo dire, é un'impresa che in certi momenti
ha del metafisico. Perché la famiglia é davvero la cellula primaria della
società, in cui ciascuno (non più solo il padre, ma di comune accordo - e
già non é che sia la cosa più semplice accordarsi davvero su qualcosa di
reale) é chiamato a difendere i valori sociali contro le tendenze
centrifughe che ciascuno, e specie i figli, avanzano di tempo in tempo.
La famiglia é e resta una galera: ma posso confermare che anche nella galera
non metaforica, se ci si imbrocca bene con i compagni di cella, si può
passarsela discretamente, e vivere momenti davvero eccezionali, m,meglio di
tanti che se ne stanno in cella singola e che devono consolarsi unicamente
col fatto che nessuno chiede loro nulla (che é qualcosa, ma non é poi molto)
----- Original Message -----
From: "marina" <fe11408@???>
To: <cerchio@???>
Sent: Saturday, January 25, 2003 4:19 PM
Subject: R: [Cerchio] Tuula e gli uomini
Cioè per te il fatto di "avere" (e la parola la dice lunga...) una
famiglia è pura conseguenza dei legacci della società? Il desiderio di
condividere molto e molto quotidiano con una donna e un figlio che ami
non c'entra? Dai paolo ...
m
ttps://
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