Re: [Hackmeeting] [Comunicato] Solidarietà a Gigi: quando …

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Author: comelanotte
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To: hackmeeting
Subject: Re: [Hackmeeting] [Comunicato] Solidarietà a Gigi: quando la repressione colpisce attivisti e ambiente
Il 29/07/25 06:42, ZeroRh- via Hackmeeting ha scritto:
> Ciao tutti,
>
> leggo con attenzione e rispetto la lettera di solidarietà nei
> confronti di Gigi, e pur non conoscendolo di persona, mi sento di
> condividere l’apprezzamento per il suo impegno sociale, ambientale e
> culturale, che – per chi lo ha conosciuto – sembra sincero, profondo e
> generoso.
>
> Proprio per questo credo valga la pena articolare un pensiero più
> ampio sul contesto in cui si collocano le vicende giudiziarie che lo
> riguardano, e in generale sul modo in cui interpretiamo le dinamiche
> Stato/attivismo nel 2025.
>
> 1. Lo Stato e il "gioco delle parti"
>
> Lo Stato, come istituzione, non è neutro, certo. È un campo di forze,
> spesso in conflitto, dentro cui si gioca una partita complessa tra
> potere, dissenso, diritto, e partecipazione. È legittimo e giusto
> lottare per cambiarlo, contrastarne le derive oppressive, svelarne le
> contraddizioni. Ma proprio perché lo Stato non è un monolite, ma un
> sistema con regole, strumenti, contrappesi e (almeno formalmente)
> diritti, dobbiamo riconoscere che in quel "gioco delle parti" ci sono
> anche delle regole che vanno comprese, affrontate e – se serve –
> sovvertite con lucidità, non solo con indignazione.
>
> 2. Il ruolo della magistratura
>
> La magistratura italiana – pur con i suoi limiti – è tra le più
> indipendenti al mondo. I giudici italiani non rispondono al potere
> esecutivo, non sono soggetti a pressioni politiche come avviene
> altrove, e godono di garanzie enormi proprio per evitare che la
> giustizia diventi uno strumento di vendetta. Sono imperfetti, umani,
> fallibili – come lo siamo tutti – ma in media, il livello di
> indipendenza e di tenuta del sistema giudiziario italiano è tra i più
> alti. È difficile trovare in altri paesi un sistema che consenta tre
> gradi di giudizio pieni, e un eventuale ricorso alla Corte Europea dei
> Diritti dell’Uomo.
>
> Proprio perché è un sistema così garantista, credo che dovremmo
> evitarne una lettura puramente binaria – “giudici buoni quando
> assolvono, giudici servi del potere quando condannano” – perché alla
> lunga questa posizione svuota ogni spazio di confronto razionale. Se
> davvero vogliamo un diritto uguale per tutti, allora dobbiamo
> riconoscere che la sua applicazione può non piacerci, ma non per
> questo è automaticamente "ritorsiva".
>
> 3. Condanne, reati e responsabilità
>
> Lottare per cause giuste è una delle cose più nobili che si possano
> fare. Ma se durante quella lotta si violano delle leggi (giuste o
> sbagliate che siano), è inevitabile che lo Stato – attraverso le sue
> strutture – reagisca. E può farlo anche in modo duro. Non perché “odia
> gli attivisti”, ma perché quella è la funzione che gli è attribuita:
> mantenere un ordine, che possiamo (anzi dobbiamo) criticare e sfidare,
> ma senza pensare che sia un soggetto irrazionale o puramente punitivo.
>
> 4. La sentenza e il principio di realtà
>
> Non conosco i dettagli della sentenza, e non credo li conoscano in
> molti tra noi. Ma parlare di “vendetta”, “terrorismo giudiziario”, o
> “repressione becera” senza aver letto le motivazioni di primo o
> secondo grado rischia di trasformare ogni condanna in un atto
> arbitrario per definizione. Non è così che si costruisce uno sguardo
> critico sul potere: serve rigore, documentazione, lucidità.
> L’emotività è comprensibile, ma non può sostituire la realtà.
>
> 5. La complessità come valore
>
> Infine, penso che continuare a interpretare le dinamiche
> Stato/movimenti in modo puerilmente oppositivo – come se fossimo
> ancora negli anni ‘70 – non aiuti nessuno. È vero, spesso a pagare il
> prezzo più alto sono gli attivisti, e questa è una realtà. Ma proprio
> per questo servono strumenti nuovi, una capacità di analisi più
> sofisticata, e un’etica della responsabilità che ci aiuti a
> distinguere tra repressione e legalità, tra ingiustizia e sconfitta.
>
> Tutto il mio rispetto a Gigi come persona, e piena fiducia che saprà
> far valere le sue ragioni nei prossimi gradi di giudizio. Ma se
> vogliamo essere credibili, come movimenti, dobbiamo imparare a
> confrontarci con la complessità del mondo in cui operiamo. Anche
> quando ci fa male.
>
> Un saluto critico e solidale,
>
> Z.
>
> Il 2025-07-24 14:58 jops ha scritto:
>> Solidarietà a Gigi: quando la repressione colpisce attivisti e ambiente
>>
>> link: https://bida.im/news/comunicato_20_07_2025/
>> <https://bida.im/press.html#Terza_assemblea_istanza>
>>
>> Gianluigi Di Bonaventura, “Gigi”, è stato condannato a 10 mesi di
>> arresti domiciliari senza poter svolgere la propria attività
>> lavorativa di apicoltore [1].
>>
>> Conosciamo Gigi da anni, dai tempi di Indymedia Abruzzo e grazie a
>> lui e all’interesse di molte compagne e compagni siamo riusciti a
>> farci conoscere in Abruzzo affrontando tematiche a noi care: diritti
>> digitali, autodifesa digitale e legale (con il Mutuo Soccorso) [2],
>> piattaforme alternative e molto altro.
>>
>> Gigi lo conosciamo anche come apicoltore che collabora con moltissime
>> associazioni attraverso attività didattiche volte a sensibilizzare
>> tematiche legate alla natura e l’ambiente [3].
>>
>> Siamo esterrefatti da quanto è accaduto. Crediamo che la pena
>> inflitta non abbia niente a che fare con la “pericolosità sociale”
>> decantata dai giudici. Quello che vuole essere colpito è il suo
>> attivismo sociale, politico e culturale, importantissimo per le lotte
>> in Abruzzo.
>>
>> Lotte per la casa, per il lavoro e per la giustizia climatica. Non a
>> caso questo procedimento è frutto della sacrosanta lotta contro i
>> progetti di gasdotti SNAM, dalla dannosissima ricaduta ambientale sul
>> territorio.
>>
>> Troviamo assolutamente ingiusta la pena inflitta e crediamo si tratti
>> di una ritorsione dettata dalla vendetta, un uso terroristico della
>> pena che non ha nulla a che vedere con il “diritto”.
>>
>> È una forma di becera repressione che, colpendo sia la persona che le
>> api, rischia di causare persino un danno ambientale. Per questo
>> vogliamo manifestare tutto il nostro sdegno.
>>
>> Come collettivo Bida e HacklabBo esprimiamo la nostra solidarietà e
>> vicinanza a Gigi.
>>
>>
>> [1]
>> https://soccorsorossoproletario.noblogs.org/post/2025/07/05/liberta-per-gigi-la-solidarieta-non-si-arresta/
>> [2] https://mutuosoccorso.noblogs.org/
>> [3]
>> https://www.cityrumorsabruzzo.it/teramo/presentato-a-torre-cerrano-lapiario-realizzato-da-dimensione-volontario-con-lamp-foto.html
>>
>>
>> /~ *Collettivo BIDA* / ~
>>
>> https://bida.im
> _______________________________________________
> Hackmeeting mailing list
> Hackmeeting@???
> https://www.autistici.org/mailman/listinfo/hackmeeting

Questa lezioncina su senso profondo dello stato e di come è giusto o
sbagliato interfacciarsi ad esso è di un ingenuità e supponenza al
medesimo tempo che davvero mi stupisce.

Io personalmente mi domando, quando si vive in un mondo in cui Israele è
uno stato, come si fà a difendere l'esistenza di una struttura cosi'
mortufera ed in grado di giustificare se stessa? Per non parlare di un
anno e mezzo di stati di tutto il mondo che difendo un genocidio in nome
di una morale offesa? E di 80  anni di diritti negati, spazi violati,
violenza gratuita e pulizia etnica in nome della creazione dello stato
per dei cittadini che finalmente possono rivendicare di averne uno?

Ma io e te viviamo nello stesso stato? Quello di Gladio? Quello di
Ustica? Di Pinelli? Delle migliaia di persone affogate nel mediterraneo
in nome della sicurezza dei confini?

Io non sono un fan di Gigi e nemmeno del gridare allo scandalo quando
veniamo repressi, ma questo elogio alla razionalita' fatto di ingenua
creduloneria nei confronti di una democrazia che è il nuovo nome per
sfruttamento oppressione e dileggio del vivente mi pare davvero
distaccato dalla realta'. E ti chiedo per me e per tutt quelli di noi
che pagano il prezzo delle loro scelte consapevoli con anni di galera e
forme varie di privazione della liberta' di farti due domande in piu'
prima di sbrodolare lezioni di vita e diritto.

E capisco che questa mail non è piena di insuti e stai civilmente nel
tuo diritto d'opinione, ma spiegare allx altrx cose che probabilmente
sanno e trattarli come se fossero dei superficialottx, quando si tratta
della libertà e della possibilita' di scelta di ogni individux suona
come un insulto parecchi peggiore di altri.