"In questi giorni in cui si sta dibattendo attorno alla manifestazione del 15 marzo, ci è venuto in mente che questa è la seconda volta che un quotidiano della famiglia Agnelli/Elkan arriva a convocare una manifestazione di massa. La prima volta fu nell’ottobre 1980, con la convocazione della “marcia dei 40.000” dipendenti della Fiat, quadri, capi, capetti, crumiri. Dalle pagine del giornale “La Stampa” fu lanciato l’appello a tornare al lavoro, in una fabbrica praticamente occupata, per sconfiggere gli operai Fiat che erano in sciopero contro il licenziamento di decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici. La seconda è arrivata nei giorni scorsi, con la chiamata alle armi lanciata da “la Repubblica” per sostenere – il resto sono chiacchiere confuse – la guerra tra Nato e Russia in Ucraina. Una guerra che, lo ribadiamo ancora una volta, non ha nulla di eroico o di umanitario/liberatorio da nessuna delle due parti a scontro. La dimostrazione di domani 15 marzo a Roma serve solo a prolungare la guerra in modo da consentire all’Unione Europea, fino ad oggi esclusa dalla divisione del bottino di guerra, di entrare nella spartizione dell’Ucraina, dei suoi territori, delle sue risorse. Non è così? E allora come mai questa mobilitazione è partita dal giornale italiano più ferocemente russofobo? e come mai è stata lanciata – come manifestazione per l’Europa – esattamente nei giorni in cui la Commissione europea ha messo all’ordine del giorno il gigantesco piano di riarmo accelerato da 800 miliardi di euro?" (segue...):
https://pungolorosso.com/2025/03/14/15-marzo-come-sempre-la-guerra-divide-senza-scampo/