[1]
(nuovo)Partito comunista italiano
Comitato Centrale
Sito: www.nuovopci.it [2]
e.mail: nuovopci@???
Delegazione
BP3 4, rue Lénine 93451 L'Île St Denis (Francia)
e.mail: delegazione.npci@???
Contattaci in modo sicuro [3]
Facebook: Nuovo - Partito comunista italiano
_ [4] _
-------------------------
Comunicato CC 05/2025 - 14 marzo 2025 (142° anniversario della morte di
K. Marx, fondatore insieme a F. Engels del movimento comunista cosciente
e organizzato)
_[Scaricate il testo del comunicato in Open Office [5] / Word [6]]_
Dare uno sbocco politico unitario alle mille manifestazioni di protesta,
lotta e ribellione che crescono in ogni settore delle masse popolari
contro il corso delle cose imposto dalla borghesia!
La manifestazione del 15 marzo a Roma indetta da Potere al Popolo e
Rifondazione Comunista contro la corsa europea al riarmo, le
manifestazioni provinciali per lo sciopero nazionale dei metalmeccanici
del 28 marzo, l'assemblea "mandiamoli tutti a casa" organizzata da
Ottolina TV il 29 marzo a Roma, le mobilitazioni territoriali contro la
NATO indette per il 4-6 aprile dal Coordinamento Nazionale No Nato, la
manifestazione nazionale "abbassare le armi, alzare i salari" indetta
per il 5 aprile a Roma da USB, la giornata internazionale dell'11 aprile
per la giustizia climatica organizzata da Fridays for Future, la
manifestazione nazionale in sostegno alla Resistenza palestinese indetta
per il 12 aprile a Milano da Giovani Palestinesi d'Italia e Unione
Democratica Arabo Palestinese, la campagna "primavera rumorosa" lanciata
da Extinction Rebellion, le manifestazioni della "settimana rossa" tra
il 25 Aprile e il 1° Maggio: sono le principali mobilitazioni nazionali
già in programma per i mesi di marzo e aprile, a cui si aggiungono
scioperi e altre mobilitazioni e iniziative locali.
Il (n)PCI impegna tutti i propri organismi e chiama i compagni e gli
organismi che simpatizzano per la rivoluzione socialista che il Partito
promuove
- a fare tutto quello di cui sono capaci perché la mobilitazioni di
marzo e aprile siano partecipate su larga scala dal più ampio numero di
lavoratori e di organismi popolari,
- a fare di tutto perché le mobilitazioni, la loro preparazione e i loro
sviluppi servano a moltiplicare le organizzazioni operaie e popolari, a
rafforzarle, a sviluppare il coordinamento tra esse, a mobilitare
ovunque e ad ogni livello la sinistra e isolare la destra,
- a fare di tutto perché la mobilitazioni di marzo e aprile si combinino
tra loro per dare il via a un movimento di agitazione, di proteste e di
lotte che duri e cresca fino a cacciare il governo Meloni e a
sostituirlo con un governo d'emergenza delle organizzazioni operaie e
popolari,
- a portare sulla scala più ampia di cui già oggi sono capaci nelle
mobilitazioni dei prossimi giorni le parole d'ordine di organizzarsi e
coordinarsi, rendere il paese ingovernabile a Meloni, Mattarella, soci e
complici, costituire un governo di emergenza popolare che mette fine al
protettorato USA, alla complicità con i sionisti di Israele, alla gabbia
della UE e rimedia da subito con misure d'emergenza almeno agli effetti
peggiori della crisi.
Siamo in una situazione di grandi e crescenti sconvolgimenti del sistema
di potere della borghesia imperialista nei singoli paesi e del suo
"ordine mondiale": il dominio del mondo che essa ha ripreso in mano dopo
la dissoluzione dell'URSS e del campo socialista è sfociato nella Terza
guerra mondiale in corso. Siamo in una situazione di guerra e
rivoluzione per tanti versi analoga a quella della prima metà del secolo
scorso, ma aggravata dall'inquinamento della terra, delle acque e
dell'aria e dalla crisi climatica che mettono a rischio la sopravvivenza
stessa del pianeta e della specie umana. In ogni paese imperialista si
contrappongono più apertamente due vie: lo sviluppo accelerato della
rivoluzione socialista o lo sviluppo della mobilitazione reazionaria e
della guerra e l'avanzamento della rivoluzione socialista nel contesto
da esse creato. Per cercare di "restare in sella" la borghesia
imperialista non può che soffiare con maggiore energia sul fuoco della
mobilitazione reazionaria e della guerra. Non le è sufficiente ricorrere
alla repressione e ai suoi sistemi di intossicazione delle idee e dei
sentimenti: deve "mettere in moto" le masse. Nel nostro e negli altri
paesi europei il "o si fa l'Europa o si muore", con la mistificazione
della "Europa patria della democrazia e dei diritti per tutti" e con la
realtà della corsa al riarmo, dell'economia di guerra e dell'assunzione
di un maggior ruolo nella prosecuzione della guerra per procura contro
la Federazione Russa, sta diventando la bandiera della mobilitazione
reazionaria delle masse popolari.
"Subito alla fine della Seconda Guerra Mondiale furono i gruppi
imperialisti USA a dare inizio al processo da cui risulta l'attuale UE.
Essi dovevano far fronte al movimento rivoluzionario (socialista e
anticoloniale) che si sviluppava vigorosamente in tutto il mondo e in
particolare dovevano soffocare l'Unione Sovietica, base rossa mondiale
della rivoluzione proletaria, uscita dalla vittoria sul nazifascismo con
un enorme prestigio, e rimettere all'opera lo Stato Maggiore tedesco con
la sua grande esperienza militare (allo scopo fondarono la Repubblica
Federale Tedesca con alla testa Adenauer e altri meno presentabili
professionisti che avevano convissuto con il nazismo). Per soffocare il
movimento comunista nei paesi europei, in particolare in Italia e in
Francia, la ripresa economica era indispensabile (bisognava mostrare
alle masse popolari che "con il capitalismo è meglio che con il
comunismo", sintetizzò in Italia Amintore Fanfani). A questo dovevano
provvedere 1. l'intervento economico dei gruppi USA (Piano Marshall del
1948 con investimenti, prestiti, trasferimento di derrate alimentari e
impianti, contributi finanziari: con gli Accordi di Bretton Woods del
1944 i gruppi imperialisti USA si erano messi nelle condizioni di creare
moneta internazionale a loro discrezione) e 2. il maggior grado
possibile di collaborazione tra i gruppi imperialisti europei alle prese
con le distruzioni della guerra e (in particolare quelli francesi e
inglesi) con le rivolte nelle colonie e nei protettorati d'Africa e
d'Asia. L'istituzione della NATO (1949) e l'organizzazione della
collaborazione tra i gruppi imperialisti europei furono due processi
paralleli che inquadrarono l'attività dei più importanti Stati europei
formalmente indipendenti e che comunque restano titolari di Forze Armate
e di Forze dell'Ordine. Il benevolo supporto del Vaticano e l'adesione e
la collaborazione di fatto dei partiti comunisti europei (in particolare
di PCI e PCF capeggiati da revisionisti alla Togliatti e alla Thorez che
non volevano proseguire la rivoluzione socialista cresciuta con la
Resistenza e con una sinistra alla Pietro Secchia che non aveva un piano
per proseguirla) furono fattori indispensabili perché gli Stati europei,
retti formalmente da Costituzioni che quando erano liberi di parlare i
capitalisti definivano "sovietiche", potessero collaborare a realizzare
i propositi dei gruppi imperialisti USA.
Compiuta la ricostruzione e con l'URSS e i paesi socialisti dell'Europa
orientale avviati sulla via della reintegrazione graduale e pacifica nel
sistema imperialista mondiale, iniziò la seconda crisi generale del
capitalismo per sovraccumulazione assoluta di capitale. Nel 1971
(Richard Nixon presidente) i gruppi imperialisti USA avevano imposto a
tutti i gruppi imperialisti il dollaro come moneta fiduciaria mondiale:
essi e i loro Stati dovevano accettare come mezzo di pagamento
internazionale il dollaro che la Federal Reserve USA creava a propria
discrezione, senza la pretesa, prevista invece negli Accordi di Bretton
Woods, di chiederne la conversione in oro. Il diritto di conversione,
agitato in particolare dai gruppi imperialisti francesi sotto la
presidenza di Charles De Gaulle, divenne lettera morta.
I gruppi imperialisti europei, con alla testa quelli tedeschi e
francesi, presero allora essi in mano il processo di unificazione
europea. Addirittura chiamarono (nel 1979) tutti i cittadini dei paesi
allora membri dell'Unione Europea a votare a suffragio universale il
Parlamento e nel 1992 ribattezzarono Unione Europea l'aggregato di
istituzioni chiamato nel 1957 Comunità Economica Europea.
Era per essi indispensabile proseguire con più energia l'eliminazione
delle conquiste strappate dalle masse popolari nel periodo del
"capitalismo dal volto umano" e dei "lacci e laccioli" (espressione di
Guido Carli, tra il 1960 e il 1992 governatore della Banca d'Italia, poi
presidente di Confindustria e infine Ministro del Tesoro, veste nella
quale è stato uno dei firmatari del trattato di Maastricht) che
ostacolavano le operazioni finanziarie e commerciali. I singoli Stati
già avevano liberato le rispettive banche centrali dal vincolo di
servire la politica economica ufficialmente dichiarata (in Italia il
"divorzio" tra Tesoro e Banca d'Italia è del febbraio 1981), ma i
partiti deputati a governare e soggetti al suffragio universale dovevano
fare apparire alle masse come ineludibile costrizione esterna
l'eliminazione delle conquiste, la distruzione del settore economico
pubblico e la privatizzazione (vendita, appalto, ecc.) dei servizi
pubblici (sanità, autostrade, istruzione, manutenzione del territorio e
dell'ambiente, edilizia e lavori pubblici, ecc.).
L'Unione Europea è la veste sotto la quale i gruppi imperialisti europei
organizzano tutta questa operazione, cercando in qualche modo di mediare
con i contrasti che ancora oggi oppongono tra loro i gruppi imperialisti
europei" (_Farla finita con l'Unione Europea_ [7], in _La Voce_ 66 -
novembre 2020)
Possiamo sbarrare la strada alla mobilitazione reazionaria.
L'opposizione alla guerra, all'economia di guerra e alla corsa al
riarmo, all'eliminazione delle conquiste di civiltà e benessere
strappate quando il movimento comunista era forte, ai licenziamenti,
alla disoccupazione e alla precarietà, alla devastazione e
all'inquinamento della terra e alla crisi climatica è diffusa in larga
parte delle masse popolari del nostro come degli altri paesi
imperialisti. Questa opposizione si rafforzerà e crescerà fino a mettere
fine alla Terza guerra mondiale se si trasforma in avanzamento della
rivoluzione socialista: dipende quindi dalla capacità e attività di chi
la anima, orienta e promuove, in primo luogo dai comunisti.
La rielezione di Trump ha fatto emergere che i contrasti dei gruppi
imperialisti tra loro hanno assunto un ruolo particolarmente alto nella
lotta generale in sviluppo nel mondo. La lotta tra la rivoluzione
proletaria (socialista e di nuova democrazia) e la difesa del proprio
dominio da parte della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti
USA, sionisti, europei e annessi (CI) resta il quadro di fondo, ma la CI
è turbata e indebolita in misura crescente dai contrasti tra i suoi
membri. Nel nostro paese si acuisce lo scontro tra "partito americano" e
"partito europeo", scontro che attraversa ognuno dei partiti di governo
indebolendolo ulteriormente, così come il polo PD delle Larghe Intese e
i suoi cespugli. È in grado di sfruttare questi contrasti solo chi
lavora alla mobilitazione delle masse popolari e in questo lavoro
costruisce le basi e raccoglie le forze per un corso delle cose che ha
come protagoniste le masse popolari organizzate.
No a confondere (come fanno i portavoce e i succubi dei gruppi
imperialisti) i contrasti attinenti alla lotta di classe e quelli
attinenti alla concorrenza tra gruppi imperialisti, benché i due tipi di
contrasti concretamente "convivano"! Non è vero che a causa della
"guerra dei dazi" e delle altre mosse della nuova amministrazione USA il
futuro del nostro paese dipende e si decide "in Europa". Il futuro del
nostro paese non si decide in Europa, nelle istituzioni dell'UE e della
CI: da qui verranno e possono venire solo manovre e misure che
sprofondano ancora più il nostro e gli altri paesi nella catastrofe
della crisi generale del capitalismo e nelle guerre imperialiste e lo
coinvolgono nella "guerra fredda" che monta all'interno della stessa CI.
La tesi che il futuro del nostro paese dipende dall'Europa e si decide
in Europa, implica che il futuro dell'umanità è in mano alla borghesia
imperialista, che le masse popolari non sono in grado di giocare un
ruolo politico indipendente da essa, che ogni trasformazione passa
attraverso le sue istituzioni. Chi la sostiene, è rassegnato al
predominio della borghesia imperialista, rinuncia a lottare per
instaurare il socialismo o attende che la rivoluzione scoppi. È la tesi
dei rassegnati, dei disfattisti, degli agenti nemici nelle file delle
masse popolari e dei traditori.
La rotta che può e deve seguire il nostro paese la si decide in Italia,
il futuro del nostro paese si decide in Italia! La possono e devono
decidere le masse popolari organizzate costituendo il Governo di Blocco
Popolare. La possiamo e dobbiamo decidere noi comunisti con
l'orientamento che siamo capaci di portare (direttamente e
indirettamente) 1. tra le masse popolari perché si organizzino,
costituiscano organismi operai in ogni azienda capitalista e organismi
popolari in ogni azienda pubblica e in ogni zona e 2. tra gli organismi
operai e popolari perché costituiscano un proprio governo d'emergenza
che prende in mano il paese, dà forma e forza di legge alle loro
aspirazioni, stabilisce su questa base un rapporto di solidarietà, di
collaborazione e di scambio con tutti i popoli e i movimenti che nel
mondo lottano anche loro per sottrarsi alla dominazione dei gruppi
imperialisti USA e dei loro complici, satelliti e concorrenti.
Con l'UE i gruppi imperialisti europei servendosi degli Stati dei paesi
membri costringono in una camicia di forza le masse popolari dei paesi
europei, con l'obiettivo 1. di finire di eliminare le conquiste che
queste hanno strappato nel periodo del "capitalismo dal volto umano"
(1945-1976) quando il movimento comunista era forte nel mondo, 2. di
soffocare la resistenza delle masse popolari al corso delle cose e
impedire la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato,
3. di far fronte ai gruppi imperialisti USA e di altri paesi che sono
anche loro alle prese con la seconda crisi generale per sovrapproduzione
assoluta di capitale [8] entrata nel 2008 nella sua fase acuta e
terminale.
Quindi mettere fine al corso catastrofico delle cose nel nostro come
negli altri paesi europei implica la rottura con l'Unione Europea e con
la NATO: il vortice di guerra, miseria e devastazione ambientale è
quello che i gruppi imperialisti europei sono in grado di fare, stante
la loro natura e la crisi generale del capitalismo, ed essi hanno creato
le istituzioni dell'UE espressamente per imporlo alle popolazioni e agli
Stati nazionali. Proporsi invece di fare dell'UE il contesto della
collaborazione tra i popoli europei è come proporsi di fare l'acqua
secca: un albero nato e cresciuto storto non si raddrizza, si abbatte!
Mettere fine al catastrofico corso delle cose in Italia implica
ristabilire la sovranità nazionale e riorganizzare il nostro paese a
partire dalle attività produttive. Quindi bisogna finirla con UE e NATO:
non solo nel senso di uscirne, ma anche nel senso di sovvertirle.
Quattro o cinque paesi NATO che disubbidiscono o ritirano le loro truppe
dalle operazioni NATO fuori dei loro confini e mandano a casa truppe e
agenzie NATO, e la NATO è finita. Un paese delle dimensioni dell'Italia
che trasgredisce anche nel campo dell'austerità e in altri gli ordini
UE, e l'UE è finita.
Cambiare il corso delle cose richiede che il governo del paese sia in
mano a chi vuole cambiarlo. Non basta impedire al governo Meloni e ai
padroni di fare, non basta opporsi alla borghesia che cerca di uscire
dalla crisi con la mobilitazione reazionaria delle masse (guerra
all'esterno e sopraffazione sui lavoratori e sugli immigrati). Opporsi è
necessario, ma serve solo a ritardare l'opera criminale della borghesia.
Se ci si oppone e basta, prima o poi le cose vanno nel verso in cui la
borghesia spinge.
L'opposizione deve avere una prospettiva, occorre indicare e promuovere,
preparare e organizzare una via d'uscita favorevole alle masse popolari,
dare uno sbocco politico comune a ogni lotta. Questo sbocco è "mandarli
tutti a casa" (per dirla con Ottolina TV) o "dare il foglio di via al
governo" (per dirla con Extinction Rebellion), cioè cacciare il governo
della guerra e dell'economia di guerra, della repressione, della
censura, della Bibbia a scuola, del sostegno allo Stato sionista
d'Israele e al regime banderista di Kiev e sostituirlo con un governo di
emergenza popolare deciso e in grado di "abbassare le armi e alzare i
salari, rompere con le scelte di guerra dell'UE e orientare la politica
economica e industriale al rilancio del mercato interno dando la
priorità allo sviluppo di tutto il sistema dei servizi e delle
infrastrutture, della cura del territorio, rilanciare il sistema
abitativo popolare e ridurre le forti disparità regionali" (per dirla
con USB), deciso e in grado di "attuare la Costituzione del 1948" (per
dirla con la Via Maestra), perché si fonda sulle organizzazioni dei
lavoratori e del resto delle masse popolari, le uniche che hanno
l'interesse e la forza per farlo.
Fare delle manifestazioni e delle altre iniziative nazionali e locali in
programma a marzo e ad aprile le componenti di un movimento generale per
cacciare il governo Meloni e sostituirlo con un governo di emergenza
popolare!
_----------------_
Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalle Forze dell'Ordine borghesi,
una via consiste nell'usare TOR [vedere
https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html [3]], aprire una casella
email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i
messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere
https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html [3]].
Per difendersi dalla repressione e controllo dello Stato è necessario
attrezzarsi!
Uno degli strumenti più avanzati per difendersi su Internet è TAILS
ISTRUZIONI E CONSIGLI PER L’USO DI TAILS [9] [9]
Links:
------
[1]
https://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2025/indcom25.html
[2]
https://nuovopci.it/index.html
[3]
https://nuovopci.it/contatti/infocont.html
[4]
https://nuovopci.it/voce/voce78/La_Voce_78.pdf
[5]
https://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2025/com05-25/Com.CC._5-2025_Foglio_di_via_al_governo_Meloni.odt
[6]
https://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2025/com05-25/Com.CC._5-2025_Foglio_di_via_al_governo_Meloni.doc
[7]
https://nuovopci.it/voce/voce66/farfin-ue.html
[8]
https://nuovopci.it/scritti/RS/RS_00_09.1985/RS_00_sec.crisi_IIed.html
[9]
https://nuovopci.it/contatti/TAILS/USA_TAILS.html

