Re: [Hackmeeting] alibi, giustificazioni e assoluzioni

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著者: arnihacker
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To: HackMeeting, karlessi
題目: Re: [Hackmeeting] alibi, giustificazioni e assoluzioni
"Senza dati l'AI non puo' lavorare. Essendo una simulazione dell'intelligenza umana,
non puo' che alimentarsi di dati. Su cui fa statistica. Con il risultato che vince
il dato piu' grosso. La normazione e' il rischio peggiore, secondo me."
Amazon buys nuclear-powered data center from Talen
https://www.ans.org/news/article-5842/amazon-buys-nuclearpowered-data-center-from-talen/
"
non e' un segreto militare, pero' non lo dicono e cio' basta perche' il fatto "non sussista"..... 🙂
La rivista e' quella degli operatori sull'energia nucleare, quindi sicuramente
non e' una fake news di qualche ossessionato ambientalista antinucleare! 🙂
Non ti dico quante centrali nucleari si stanno costruendo in giro per il mondo.... 60 solo in cina
La green-economy (l'ho scritto in tempi non sospetti) serviva solo per tirare la volata al nucleare...
https://www.ft.com/content/f073b54d-9290-49b4-8ee7-56b4fb3d8177
Amazon presses the nuclear button
E' bastato spingere al massimo i consumi, promuovere le energie alternative e....
il rischio che non ci sia abbastanza energia ha fatto il resto!
Quando vedi gli sceicchi che investono i loro petrodollari sul nucleare
(e anche sul green) qualche domanda te la devi fare...." cit

come dice l"autore del libro sei mezzo green e mezzo nucleare:
dvoresti fare una scelta...
> Il 27/07/2024 14:31 CEST karlessi <karlessi@???> ha scritto:
>
>
> ciao
>
> ho la sensazione che alibi, giustificazioni e assoluzioni siano i motivi
> per cui vengo interpellato a proposito di "tecnologie" e di "usi
> giusti", "usi sbagliati". Con la marea montante dell'idiozia IA la cosa
> ha assunto proporzioni grottesche.
>
> chiedo il vostro parere, visto che non ho idee chiare in merito. ecco
> qualche esempio, di persone molto diverse in contesti molto diversi
> (personali, lavorativi, ecc)
>
> - l'attivista tal dei tali chiede: trovo estremamente funzionale
> ricorrere a Canva AI [non sapevo esistesse...], i volantini che faccio
> sono migliori. Non è questo un buon uso dell'IA? Che ne dici?
>
> - il professore tal dei tali chiede: trovo molto comodo chiedere a X (un
> qualsiasi sistema di identificazione di plagio, ce ne sono sempre di più
> in giro) di riconoscere se i compiti degli studenti sono plagiati. Non è
> questo un buon uso dell'IA? Che ne dici?
>
> - il conoscente tal dei tali chiede: per buttar giù idee su copy (o
> anche: abbozzare due righe di python, ottenere rapidamente enne proposte
> di sketch da realizzare in una rappresentazione/formazione, ecc ecc)
> ChatGPT mi funziona benissimo (o qualsiasi altro LLM a disposizione, a
> scelta). Non è questo un buon uso dell'IA? Che ne dici?
>
> potrei continuare a lungo. troppo a lungo perché siano dei casi, mi
> sembrano situazioni con somiglianze di famiglia, le Familienähnlichkeit
> di Wittgenstein...
>
> la cosa mi inquieta, e non so dire esattamente perché. ci penso da un
> po'. mi sono confrontato con altre persone con cui collaboro ecc, di
> seguito vi sintetizzo le riflessioni che ne sono uscite.
>
> innanzitutto queste persone pongono domande a me come "esperto" (non lo
> sono, tanto meno nello specifico dell'IA, ma dal momento che nel mondo
> dei ciechi l'orbo è re, non volendo esser re che poi finisce decapitato,
> purtroppo non abbastanza di frequente, mi ritrovo a far l'esperto...).
> sono loro a collocarmi in quella condizione, a cui io mi presto
> (probabilmente per abitudine, ma anche perché gratifica il mio
> narcisismo, ecc.). mi rimane però un senso di fastidio che rapidamente
> evolve in irritazione incazzatura ecc.
>
> poi, non si tratta di vere domande: nel senso che quando cerco di
> replicare, hanno già un discorso pronto, e in ogni caso una linea di
> difesa della loro condotta, che va dal "così fan tutti" al "tanto cosa
> cambia, se io mi astengo? la mia sottrazione singola è irrilevante" al
> "fare i duri e puri non paga", fino a "hai un atteggiamento ideologico",
> "vuoi sempre avere ragione", "non tieni in considerazione che non tutte
> le persone hanno le tue capacità, usiamo le cose che abbiamo a
> disposizione, che alternative ci date voi tecnici???" (pure questa... ma
> vaff...), ecc.
>
> se replico: guarda, fai come ti pare, non vorrei mai porre un veto
> proibizionista, ma considera che l'impatto energetico (e quindi
> ecologico ecc.) di 'sta roba è devastante,
>
> mi sento rispondere: sì ma io ne faccio un uso modesto! E poi, dovrei
> sentirmi in colpa per qualcosa che non ho creato io? è solo uno
> strumento, dopotutto.
>
> fin qui siamo agli alibi e giustificazioni. C'è poi la ricerca di
> assoluzione, cioè una persistente richiesta di derubricare certi usi da
> "scorretti, quindi sbagliati, ergo da evitare" a "tutto sommato
> accettabili" fino a "meno peggio di altri" o perfino "risolutivi,
> risparmiatempo, migliorativi" con l'attenuante generica del "cmq uso
> questa cosa per scopi nobili". Quindi, dismetto i panni dell'esperto e
> devo passare al sacerdozio, perché mi viene richiesto di formulare al
> limite delle penitenze (usalo meno, non esagerare, moderazione che poi
> diventi cieco, ecc.; oppure: prova questa o quella IA che hanno
> dichiarato "etica", ecc.); e infine di assolvere e mandare in pace.
>
> questa sensazione dipende dalla mia inevitabile (cultura italiana...)
> tendenza all'interpretazione cattolica, oppure risuona anche al di là
> delle mie idiosincrasie? non è una domanda retorica.
>
> tutto ciò mi fa pensare che questa idiozia pericolosa e nociva dell'IA
> debba il suo successo a un profondo radicamento nelle più inconfessate e
> inconfessabili fantasie di dominio delle persone. Una persona appena
> capace di far due ragionamenti non capziosi penso concorderebbe che, con
> catastrofi ecologiche in atto, devastazioni su scala massiva senza
> precedenti ecc. investire quantità favolose di energie e denari,
> sfruttando risorse e persone in una concentrazione straordinaria di
> potere per mettere in piedi una faccenda gigantesca che non si sa bene
> come funziona (ma funziona senz'altro in maniera probabilistica,
> tradotto: accazzo)... e che dovrebbe sistemare le cose (la fame nel
> mondo, il riscaldamento globale, la carenza di personale medico per
> diagnosi rapide, ecc ecc), è SUICIDA. con rispetto per il suicidio come
> scelta di sottrazione, s'intende un suicidio lento e sofferto, non
> rapido e indolore.
>
> Allora come mai queste persone, stereotipate negli esempi sopra, ma
> senz'altro non stupide, non si rassegnano e vogliono a tutti i costi
> giustificare degli usi ingiustificabili? Da dove viene questa
> caparbietà, che si manifesta sempre nel ribattere: "sì ma... se
> investissimo meglio, se l'IA (che non esiste, d'accordo, ma chiamiamola
> così per capirci - [ma perché non possiamo cambiare nome allora???])
> fosse nelle mani giuste, se correggessimo i dati, se sistemassimo gli
> errori, se pagassimo bene chi annota, se le persone fossero più
> consapevoli, se limitassimo la grandezza, se costruissimo sistemi non
> biased (!!! NON SI PUO'!!!), se migliorassimo gli algoritmi, se i
> modelli di fondazione fossero aperti, se il pubblico limitasse lo
> strapotere dei miliardari bianchi padroni sociopatici che hanno in mano
> 'sta roba, se la distribuissimo alle minoranze oppresse, se se se...,
> non sarebbe una fantastica occasione???"
>
> Non mi spiego questa ostinazione se non ipotizzando che c'è del pensiero
> magico in tutto ciò. Non di quello emancipatorio e liberatorio, non di
> magia gentile e meravigliosa, ma di magia nera, perversa e reazionaria.
>
> Anche qui, non so se è dovuto alle lenti della mia cultura e formazione
> (illuminismo, enciclopedismo, ecc.), ma percepisco un irrazionalismo
> tenace, una volontà di non guardare le cose per quello che sono, un
> rifiuto del reale a favore di una fiction condivisa dai più, per
> mascherare le cose brutte con dei desiderata fittizi, consolatori. Una
> sorta di "rifugio in un mondo senza cuore" (cf. Christopher Lasch),
> anzi: un prompt che dà accesso a una dimensione fantastica.
>
> Pur da relativista convinto, al là dei differenti punti di vista,
> continuo a pensare che una bomba rimane una bomba. Nulla potrà farla
> diventare una zappa, a meno che non ci raccontiamo la favoletta che
> delle bombe sganciate con precisione chirurgica (da un'IA sviluppata per
> il bene comune, s'intende!) possono creare dei solchi rettificati pronti
> per la semina, con un costo e una fatica assai inferiore rispetto ad
> altri metodi... Alibi, giustificazioni e assoluzioni.
>
> Ipotizzo che ci sia dietro la figura dell'apprendista stregone. La
> fantasia di qualcuno che fatica al posto tuo. La fantasticheria
> dell'automazione automatica, della parola che si fa operazione,
> attività, creazione. La perversione della divinità onnipotente,
> onnisciente. Il sogno morboso di poterla dominare, asservire per i
> propri (giusti, ci mancherebbe!) scopi e necessità.
>
> Se le cose stanno così, ragionare, spiegare, distinguere, criticare sono
> azioni magari adeguate per confortarsi, per non farsi travolgere dal
> delirio generalizzato di discorsi insensati, ma difficilmente possono
> aiutare a cambiare direzione.
>
> Mi sento sempre più usato da queste persone che mi chiedono alibi,
> giustificazioni e assoluzioni. Siccome alla fine mi ritrovo esausto e
> insoddisfatto, cerco di elaborare delle tattiche di diserzione. Ipotesi
> attuali: Non voglio dibattere. Non voglio replicare. Non voglio
> impegnarmi in finti dialoghi che sono in effetti monologhi di persone
> che hanno già deciso che è tutto OK, bisogna solo non esagerare, fare
> attenzione, ma cmq siamo i buoni, non siamo i cattivi, mica ammazziamo,
> mica deprediamo, mica facciamo del male, suvvia!
>
> Senza mezzi termini, temo che questo atteggiamento di finta richiesta
> sia un'estensione dei piccoli Eichmann a cui accennava Lewis Mumford:
>
> "In every country there are now countless Eichmanns in administrative
> offices, in business corporations, in universities, in laboratories, in
> the armed forces: orderly obedient people, ready to carry out any
> officially sanctioned fantasy, how­ ever dehumanized and debased."
>
> Mumford, Lewis (1970). The Pentagon of Power: The Myth of the Machine,
> Vol. II. New York City: Harcourt Brace Jovanovich. p. 279
>
> https://archive.org/details/pentagonofpower00mumf/page/278/mode/2up
>
> Eichmann non è abbastanza però, perché nella stereotipia della banalità
> del male (cf. Hannah Arendt) è un uomo qualunque e basta, che per far
> avanzare la sua carriera fa cose orrende, ma senza odio e senza senso di
> colpa; cioè non è un sociopatico né uno squilibrato né uno psicopatico.
> qui invece parliamo di persone che sono convinte di far cose buone: un
> peggioramento notevole a livello psichico, un evidente aumento di
> alienazione tecnica (non capiscono o non vogliono capire le implicazioni
> di quel sistema tecnico) che conduce a un aumento di alienazione
> psichica (faccio una cosa pensando che sia OK, ti chiedo insistentemente
> perché non vuoi dirmi che è OK...) e ad un aumento di alienazione
> sociale (IA è OK, chi dice il contrario ha un atteggiamento ideologico).
>
> le obbedienti persone ordinarie a cui si riferisce Mumford in questi
> casi non obbediscono solo a una moda esteriore, a una pressione
> socio-psicologica esterna, ma anche e soprattutto a motivazioni
> interiori: obbediscono a una brama di controllo sulla materia, sul mondo
> esterno, svincolata dalla conoscenza delle specificità locali, dalla
> familiarità e dalla cura delle situazioni concrete; obbediscono a un
> desiderio apparentemente disincarnato di creazione ex nihilo, del tutto
> falso vista la quantità di materia ed energia e sistemi complicati che
> funzionano necessari a rendere operativo il prompt, ma convincente a
> livello di fiction perché veicolata attraverso la rassicurante
> interfaccia del servo meccanico sempre disposizione, gentile e
> premuroso, pronto a scusarsi per le catene di parole fattualmente
> scorrette che metterà insieme; un'evoluzione dell'elettrodomestico che
> aiuta non solo le casalinghe frustrate e sfruttate dal sistema
> patriarcale, ma qualsiasi persona vessata dalla società della
> prestazione, che trova sollievo all'angoscia di non essere all'altezza
> grazie all'aiutante magico.
>
> obbediscono, infine, al godimento dell'autoabuso dopaminergico, di
> buttar dentro la qualsiasi nel prompt e cliccare, e godere della zona
> della macchina, dell'aura della macchina che fa, opera, mentre ce ne
> stiamo lì in panciolle ad aspettare il responso...
>
>
> ok s'è fatto tardi e c'è parecchio da fare, nel mondo reale, tanto per
> divertirsi a passare il tempo che rimane :D
>
> ciao ciao
>
> k.
>
> --
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>
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