grazie per iniziare a parlare dell'argomento
(27.Jul 14:31:27) karlessi wrote:
>chiedo il vostro parere, visto che non ho idee chiare in merito. ecco
>qualche esempio, di persone molto diverse in contesti molto diversi
>(personali, lavorativi, ecc)
Io penso che gli esempi che riporti siano dei puri giochini, che stanno
facendo divertire le persone, e come da tua preoccupazione, stanno
creando delle posture sbagliate di utilizzo della rete. Ma è un fenomeno
che ricade nella categoria di servizi free e online, che in questa
ultima decade siamo stati incoraggiati ad usare, niente di più. Sono
software che gestisce qualcun'altro al tuo posto, e tu non hai proprietà
ne del software e spesso nemmeno dei dati. Che dietro ci siano dei
modelli o meno per me fa poca differenza.
Tra gli argomenti per scoraggiarne l'uso quello energetico a me sembra
anche il più sterile, mio personale punto di vista, penso che possedere
una automobile oggi o usare l'aereo per viaggi di piacere sia
altrettanto scellerato e più devastante per l'ambiente. (Mi piacerebbe
cambiare idea, ma anche no, se non usate la bici siete delle merde).
Le cose che a me preoccupano seriamente:
1. Non sono questi LLM generici, ma i futuri (o probabilmente già
esistenti) LLM specializzati, che seriamente potrebbero creare dei nuovi
poteri in rete, basati su saperi chiusi. Ad esempio G[1] che già adesso
probabilmente può prevedere il meteo meglio di altri. Non va comunque
sottovalutato che la ricerca aperta[2][3] potrebbe produrre risultati
importanti.
2. I modelli etichettati come "open". E qui open non ha niente a che
vedere con il termine che associamo al software. Sono modelli
scaricabili e usabili offline, se si ha un hardware adeguato. Ma sono
oggetti binari, chiusi, opachi, che anche senza nostro consenso stanno
per essere introdotti nei sistemi operativi desktop e mobili, per
attività che ci sembrano normali: ascolto un podcast, ho la trascrizione
in tempo reale; clicco sul testo di una foto, lo posso copia/incollare;
etc.
Mi trovo d'accordo con questa analisi[4]
3. La forma "oracolare" in cui molti si stanno abituando a cercare
informazioni. I motori di ricerca che conoscevamo non funzionano più (e
la fine del loro potere può anche essere un elemento di positività). Ma
stiamo perdendo lo spirito critico e la capacità di scegliere cosa ci
sembra più utile o ci sembra vero.
Sull'argomento non sono un catastrofista e nemmeno un tecnoentusiasta,
semplicemente finora non ho visto cose per me estremamente interessanti.
MA, c'è un comportamento che mi causa disagio:
per arginare questa schizofrenia delle IA (che si basa
sull'estrattivismo dei dati) sento parlare sempre più spesso di
balcanizzazioni e limitazioni del web: impediamo agli scraper della IA
di rubare i nostri contenuti e prodotti creativi. Le soluzioni tecniche
sono inefficaci, e le soluzioni del legislatore non mi interessano.
Dagli inizi della rete abbiamo professato come un mantra la necessità
dei saperi liberi. E per anni abbiamo utilizzato il web, meraviglioso
strumento, nel migliore dei modi: producendo contenuti (anche ricerca
scientifica), piratando contenuti, facendo nascere idee e comunità
intorno alle idee.
Qualcuno questi contenuti li ha presi, ci ha investito dei soldi, e ha
prodotto gli LLM. Gli LLM sono il risultato della nostra intelligenza
collettiva (con i limiti che conosciamo, intelligenza bianca maschia e
occidentale).
Cosa dovremmo continuare a fare? Usare il web come facevamo, pubblicando
contenuti, con licenze permissive. E impiegare il nostro tempo a
leggere delle cose, e non farcele suggerire dalle macchine.
[1]
https://deepmind.google/discover/blog/graphcast-ai-model-for-faster-and-more-accurate-global-weather-forecasting/
[2]
https://www.science.org/doi/10.1126/scitranslmed.aba4373
[3]
https://github.com/yala/Mirai
[4]
https://www.linkedin.com/posts/jonippolito_opensource-meta-data-activity-7223676317009879041-fydO
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