[nuovopci] Sviluppare la rivoluzione proletaria e porre fine…

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Author: Delegazione del (nuovo)PCI
Date:  
To: Npci Inter
Subject: [nuovopci] Sviluppare la rivoluzione proletaria e porre fine alla terza guerra mondiale!
         [1]
(nuovo)Partito comunista italiano

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Comunicato CC 16/2024 - 30 maggio 2024

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Sostenere la resistenza palestinese contro lo Stato sionista d'Israele
con tutte le forze di cui disponiamo!

Sostenere la lotta delle masse popolari russe e ucraine contro il
governo Zelenski, agente degli imperialisti USA-NATO e UE!

Sviluppare la rivoluzione proletaria e porre fine alla terza guerra
mondiale!

O promuovendo la rivoluzione proletaria poniamo fine alla guerra

o approfittando dello sviluppo della guerra acceleriamo la rivoluzione
proletaria

Anche noi comunisti italiani siamo già coinvolti nella guerra mondiale a
mosaico, la guerra a pezzi (per usare le parole di papa Bergoglio), che
è la forma propria della terza guerra mondiale, la forma dettata dal
punto a cui è arrivata l'epoca imperialista. Infatti la terza guerra
mondiale si svolge in ogni paese imperialista in un contesto di
relazioni sociali sue proprie e di relazioni internazionali comuni: un
contesto in cui da più di cento anni due vie si scontrano tra loro.

Una è sviluppo della rivoluzione proletaria (socialista e di nuova
democrazia) promosso dai gruppi, organismi ed esponenti del movimento
comunista cosciente e organizzato (MCCO), l'altra è la decadenza della
società borghese. Questa, dall'inizio dell'epoca imperialista, è
caratterizzata da predominio del capitale finanziario sul capitale
produttivo di merci, dal capitalismo monopolistico di Stato [7], dalle
forme antitetiche dell'unità sociale [8], dalla controrivoluzione
preventiva [9] e la sua decadenza sfocia nella guerra e nella
devastazione dell'ambiente e della Terra.

Per svolgere in questo contesto il ruolo di promotori della rivoluzione
proletaria, cioè per essere membri di un partito comunista all'altezza
dei suoi compiti, bisogna avere una comprensione abbastanza avanzata
delle condizioni, della forma e dei risultati dello scontro tra le due
vie. Questo scontro a sua volta è connesso con lo scontro tra le due
classi fondamentali dell'epoca imperialista (classe operaia e borghesia
imperialista) e allo scontro tra due linee nel MCCO.

Il maoismo [10], terza superiore tappa della scienza marxista, illustra
anche teoricamente questo scontro tra due linee nel partito che Lenin e
Stalin avevano su larga scala praticato.

Per avere una comprensione adeguata a promuovere con successo la
rivoluzione proletaria e quindi lo scontro tra le due vie nel nostro
paese, bisogna 1. non subire l'influenza dei geopolitici (quelli che
mettono al centro del corso delle cose i contrasti tra paesi e tra Stati
invece della lotta tra classi) né l'influenza dei consiglieri del
principe (questi si occupano a illustrare misure che farebbero andare
meglio le cose se la borghesia le prendesse invece di quelle che essa di
fatto prende perché conformi alla sua natura) e 2. avere assimilato la
ricostruzione logica del percorso storico della società umana almeno a
partire dall'inizio dell'epoca imperialista (intendendo percorso logico
e percorso storico nel senso illustrato da F. Engels nel secondo
articolo [11] della sua recensione dello scritto di Marx Per la critica
dell'economia politica).(1) Infatti per comprendere causa, modalità e
risultati della guerra mondiale in corso e trarne vantaggio ai fini
della rivoluzione socialista bisogna aver elaborato la successione
logica, la successione causa-effetto, delle componenti principali (cioè
portanti) della storia dell'epoca imperialista.

Marx inizia il capitolo 1 del libro primo di Il capitale con
un'affermazione importante per capire che la società in cui oggi noi
viviamo non è più la società capitalista di cui egli ha descritto la
nascita e lo sviluppo plurisecolare nella sua opera: "La ricchezza delle
società nelle quali predomina il modo di produzione capitalista si
presenta come una 'immane raccolta di merci' e la merce singola si
presenta come forma elementare della sua ricchezza."

Una simile affermazione certamente Marx non la farebbe trattando della
società nell'epoca imperialista iniziata a cavallo tra i secoli XIX e
XX, quando lo sviluppo della vecchia società borghese portò i
capitalisti a creare, in campo economico, le caratteristiche illustrate
da Lenin nell'opuscolo L'imperialismo, fase suprema del capitalismo
pubblicato nel 1916.(2) Oggi la ricchezza non è più costituita da una
'immane raccolta di merci': la ricchezza è principalmente denaro. Resta
tuttavia valido ancora oggi, a più di 100 anni di distanza, quello che
Lenin all'ottavo Congresso del PCR(b) dichiarava il 19 marzo 1919 nel
suo Rapporto sul programma del partito.(3) Infatti a livello mondiale la
produzione e circolazione di merci (beni e servizi prodotti per la
vendita) resta la base su cui ancora oggi poggiano sia ogni società
capitalista sia, ai suoi inizi, ogni società socialista. Anche nei paesi
imperialisti, cioè governati dagli esponenti politici dei gruppi
imperialisti, una parte del capitale è impiegata ancora oggi nella
produzione e circolazione di merci. Si tratta però di una parte piccola
del capitale complessivo. In proposito in La Voce 69 (novembre 2021)
pagg. 37-38, riferendosi all'anno 2013 Dante Goffetti PIL mondiale e
capitale finanziario [12] indica che questa parte costituisce meno
dell'8% e Fosco Giannini e i suoi soci del Movimento per la Rinascita
Comunista nel capitolo 1 del loro 'manifesto' Primi appunti
politico-teorici [13] (2024) sostengono che è meno del 10% ma, in
realtà, oggi la percentuale è certamente molto minore anche di quanto
Goffetti indicava per il 2013. E nonostante i consiglieri del principe e
il comune buon senso ogni capitalista cerca ad ogni costo di valorizzare
(cioè far crescere) la parte del capitale complessivo di cui egli è
proprietario o comunque gestore, avvalendosi anche, più che gli riesce,
del concorso dello Stato (nell'ambito del capitalismo monopolistico di
Stato e del regime di controrivoluzione preventiva): donde la guerra e
la devastazione del pianeta.

D'altra parte i paesi socialisti poggiano su tre pilastri: la dittatura
del proletariato (il potere politico nelle mani di chi lotta per
costruire il socialismo), la gestione pubblica e pianificata della
produzione dei beni e dei servizi, l'accesso crescente della massa della
popolazione alle attività specificamente umane. L'esperienza delle
rivoluzioni socialiste ha mostrato sia che, anche una volta instaurato
il socialismo, la gestione pubblica e pianificata della produzione dei
beni e dei servizi si afferma gradualmente e che possono verificarsi dei
passi indietro. Parimenti ha mostrato che anche la partecipazione della
massa della popolazione alle attività specificamente umane si afferma
gradualmente e che anche in questo campo vi possono essere dei passi
indietro. In Unione Sovietica i revisionisti moderni (Kruscev, Breznev
&Co.), che hanno portato l'URSS alla dissoluzione del 1989-1991, hanno
preso la direzione dopo che nel corso di più di 30 anni la costruzione
del socialismo aveva mostrato grandi risultati, tanto grandi che hanno
ispirato e mobilitato una larga parte delle masse popolari di gran parte
di paesi del mondo intero. Non a caso il materialismo dialettico è alla
base della concezione comunista del mondo.

1. Marx-Engels, Opere complete, Editori Riuniti 1983, vol. 16 pagg.
472-481, F. Engels Recensione a Per la critica dell'economia politica di
Marx. Nel suo articolo dell'agosto 1859 Engels illustra il metodo
logico, tratto dalla storia ma contrapposto al metodo storico, che Marx
ed Engels impiegarono nel trattare lo sviluppo dell'economia capitalista
della società borghese.

2. Lenin, Opere complete, Editori Riuniti 1966, vol. 22 pagg. 187-303,
L'imperialismo, fase suprema del capitalismo.

3. Lenin, Opere complete, Editori Riuniti 1967, vol. 29 pagg. 147-176,
Rapporto sul programma del partito e Conclusioni al dibattito sul
programma del partito.

Ai fini della comprensione del corso delle cose e quindi a premessa di
un'attività efficace per promuovere lo sviluppo della rivoluzione
socialista in Italia e contribuire allo sviluppo della rivoluzione
proletaria nel mondo è indispensabile distinguere la produzione e
sovrapproduzione di merci dalla sovrapproduzione di capitale. Cosa che
invece oggi è ancora elusa dalla gran parte degli esponenti del MCCO
italiano. Marx ci ha insegnato non solo che anche la storia della
società borghese è storia di lotta tra classi, ma anche che i comunisti
si distinguono dagli altri rivoluzionari per la comprensione più
avanzata che hanno delle condizioni, della forma e dei risultati della
lotta tra le classi.

La società borghese si è sviluppata in Europa a partire dal secondo
millennio dopo Cristo ad opera di proprietari di capitale (per evitare
equivoci a proposito di quello che intendiamo con i vocaboli capitale e
capitalisti rinviamo alla nota 5 [14] pag. 9 del n. 8 della rivista
Rapporti Sociali novembre 1990, reperibile sul sito del (n)PCI) che per
valorizzare (accrescere) il proprio capitale facevano produrre merci
(beni e servizi destinati allo scambio) a lavoratori salariati.
L'analisi marxista dell'economia capitalista (la critica marxista delle
dottrine relative all'attività economica dei capitalisti fino ad allora
elaborate) ha mostrato che ogni merce aveva un valore d'uso e un valore
di scambio, che il valore di scambio di una merce era basato sul tempo
di lavoro socialmente necessario per produrla e che il suo prezzo (la
quantità di denaro con cui veniva scambiata) era connesso con il suo
valore di scambio ma non era determinato unicamente da esso. Basandosi
sulla sua analisi Marx ha mostrato (capitoli 13-15 del libro terzo di Il
capitale) anche che per sua natura la società borghese, sviluppando la
produzione di merci, sarebbe arrivata ad accrescere il capitale oltre la
quantità che i capitalisti potevano valorizzare impiegandolo tutto nelle
produzione di merci. Questa importante previsione di Marx è illustrata
in dettaglio nell'articolo Marx e la sovrapproduzione di capitale [15]
(nel n. 8 - dicembre 1990 - della rivista Rapporti Sociali).
Nell'articolo La crisi attuale: crisi per sovrapproduzione di capitale
[16] reperibile sul sito del (n)PCI nel n. 0 - settembre 1985 - di
Rapporti Sociali e come appendice dell'Avviso ai naviganti 8 del 21
marzo 2012. Questi articoli illustrano come avviene che, a pari quantità
di beni e servizi prodotti (e non a caso nell'epoca imperialista
l'aumento della quantità dei beni e servizi prodotti è una delle
tendenze irresistibili per i capitalisti al punto da inquinare la Terra
producendo sostanze - molte decine di migliaia, non solo sostanze
perfluoroalchiliche, acido perfluoroottanoico, alimenti e animali
geneticamente modificati e simili [17] - che non esistevano in natura e
rifiuti di cui la società borghese non sa come disfarsi), la stessa
quantità di capitale dia luogo a incrementi differenti di valore
(profitti) a seconda della composizione organica (rapporto tra quantità
di capitale costante C - apparecchiature, materie prime, energia, ecc. -
e quantità di capitale variabile V - acquisto di forza lavoro) a cui
viene impiegato. Ed è ovvio che la composizione tecnica e quindi anche
organica di impiego del suo capitale è dettata a ogni capitalista dalla
condizione sociale in cui opera (non è una libera scelta di ogni
capitalista a meno che si condanni al fallimento).

L'articolo di Rapporti Sociali 0 (1985) non dà alla tendenza della
borghesia ad aumentare la quantità di beni e servizi prodotti e a
variarne la qualità (e all'inquinamento della Terra e alla devastazione
dell'ambiente che ne derivano) il rilievo che ha nella realtà attuale e
che ci sarebbe utile dare ai fini della nostra propaganda, ma la indica
chiaramente nei capitoli 4 e 5 come una delle tendenze messe in moto
dalla sovrapproduzione assoluta di capitale. Parimenti non dà un rilievo
adeguato alla tendenza alla guerra mondiale, ma nei capitoli 6 e 7
indica chiaramente che la sovrapproduzione assoluta di capitale sfocia
nella guerra.(4) È quello che è avvenuto con la prima guerra mondiale,
alla quale i gruppi imperialisti hanno posto precipitosamente fine
perché da essa era nata la rivoluzione socialista: vittoriosa
nell'Impero zarista essa minacciava di estendersi al resto dell'Europa.
Da allora lo scontro tra le due vie divenne scontro tra guerra e
rivoluzione come ben insegnarono prima Lenin e poi Stalin: essi
illustrarono anche la linea che i comunisti dovevano di conseguenza
applicare, linea confermata dai brillanti risultati.

4. Per facilitarne la comprensione abbiamo messo a disposizione nel sito
del (n)PCI una versione migliorata dell'articolo di _Rapporti Sociali_ 0
[18].

È vero che noi comunisti dei paesi imperialisti nel secolo scorso
abbiamo invece subito una grave sconfitta. I disfattisti (loro esponente
esemplare è Oliviero Diliberto, che a pag. 51 di Ricostruire il partito
comunista (2011) giustifica il suo tradimento affermando che non
esistono ancora le condizioni oggettive per instaurare il socialismo)
seguono e i demoralizzati subiscono la dottrina della borghesia
imperialista: l'instaurazione del socialismo è impossibile, "la storia è
finita". In realtà noi comunisti dei paesi imperialisti abbiamo subito
una grave sconfitta a causa dei nostri limiti nella comprensione delle
condizioni, della forma e dei risultati della lotta delle masse popolari
contro la borghesia imperialista nei nostri paesi, ma 1. abbiamo
contribuito alla mobilitazione di gran parte dei proletari e delle masse
popolari del resto del mondo e 2. la borghesia non ha soluzione da
offrire alle masse popolari degli stessi paesi imperialisti che non
siano guerra e devastazione della Terra con connessa distruzione delle
condizioni stesse dell'esistenza umana.

Per ben due volte, negli anni 1918-1922 (Biennio Rosso) e 1943-1947
(governi del Comitato di Liberazione Nazionale), i comunisti italiani
hanno sprecato le condizioni favorevoli alla rivoluzione che avevano
creato e anche l'eroica lotta dei membri delle Organizzazioni Comuniste
Combattenti [19] (Brigate Rosse e altre) contro le criminali attività di
Gladio (CIA), Servizi segreti del regime DC e gruppi fascisti è stata
sconfitta. Tanta è la demoralizzazione che ne è seguita tra le masse
popolari che poche sono ancora oggi le forze che abbiamo raccolto in
trenta anni di lavoro per la ricostruzione del partito comunista. Ma lo
scontro tra le due vie è arrivato a un punto tale che è oggettivamente
impossibile fallire un'altra volta: la terza guerra mondiale e la
devastazione del Pianeta sono in corso.

Che lezione abbiamo tratto dalle occasioni mancate? Che linea seguiamo
noi comunisti italiani per arrivare all'instaurazione del socialismo nel
nostro paese e promuovere la rinascita del MCCO negli alti paesi
imperialisti?

Queste sono in sintesi le domande alle quali deve rispondere oggi il
partito comunista per essere all'altezza del suo compito. L'esposizione
più sistematica delle risposte del (n)PCI a queste domande sono nel
Manifesto Programma del (n)PCI [20] (2008) e nell'Avviso ai naviganti 7
[21] - 16 marzo 2012.

Il (n)PCI esorta ogni organismo, gruppo e individuo che si considera e
si dichiara comunista a partecipare a un dibattito franco e aperto sulle
risposte che altri esponenti del MCCO danno a queste domande. A nostra
volta siamo sistematicamente intervenuti, pur nei limiti delle nostre
forze, sulle risposte che altri hanno dato ad esse e siamo pronti a
intervenire su quelle che verranno date e a imparare anche da esse
quanto c'è da imparare. In particolare chiediamo di prendere posizione
sulla sovrapproduzione assoluta di capitale (distinta dalla
sovrapproduzione di merci) come tratto fondante e caratteristico
dell'epoca imperialista.

Contro la rassegnazione, la sfiducia e il disfattismo, eleviamo il
dibattito franco e aperto nel MCCO italiano sugli insegnamenti della
prima ondata mondiale delle rivoluzioni proletarie!

Vincere è possibile e dipende da noi: facciamo dell'Italia un nuovo
paese socialista!

Rafforzare, allargare ed elevare il livello della resistenza che le
masse popolari spontaneamente già oppongono agli effetti della seconda
crisi generale del capitalismo!

Cacciare il governo Meloni, continuatore delle politiche dei governi
delle Larghe Intese e agente italiano degli imperialisti USA-NATO,
sionisti e UE, sostenuto dal Vaticano, dalle organizzazioni criminali e
dalle associazioni padronali e sostituirlo con il Governo di Blocco
Popolare!

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalle Forze dell'Ordine borghesi,
una via consiste nell'usare TOR [vedere
https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html], aprire una casella
email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i
messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere
https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html].



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[7] https://www.nuovopci.it/voce/voce65/ruolostateco.html
[8]
https://www.nuovopci.it/scritti/RS/RS_04_07.1989/RS_04_02_Rapporto_di_capitale_III.html#creazfaus
[9]
https://www.nuovopci.it/scritti/mpnpci/01_03_imperialismo_ultima.html#1.3.3._La_controrivoluzione_preventiva
[10] https://www.nuovopci.it/voce/voce41/ottavad.html
[11] https://www.nuovopci.it/classic/marxengels/crtecpol.html
[12] https://www.nuovopci.it/voce/voce69/ancorasullacrisi.html
[13]
https://movimentorinascitacomunista.com/wp-content/uploads/2024/05/libro-1-1.pdf
[14]
https://www.nuovopci.it/scritti/RS/RS_08_11.1990/RS_08_02_Marx_e_la_crisi_per_sovrapproduzione_di_capitale.html#1.
[15]
https://www.nuovopci.it/scritti/RS/RS_08_11.1990/RS_08_02_Marx_e_la_crisi_per_sovrapproduzione_di_capitale.html
[16]
https://www.nuovopci.it/scritti/RS/RS_00_09.1985/RS_00_sec.crisi.html
[17]
https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/28/trovati-pfas-in-tutta-italia-ma-il-70-dei-test-avviene-in-sole-4-regioni-del-nord-e-in-molise-e-calabria-mai-nessun-controllo/7564389/
[18]
https://www.nuovopci.it/scritti/RS/RS_00_09.1985/RS_00_sec.crisi_IIed.html
[19] https://www.nuovopci.it/scritti/cristof/indlibr.htm
[20] https://www.nuovopci.it/scritti/mpnpci/indicmp.html
[21] https://www.nuovopci.it/dfa/avvnav07.html