Re: [Hackmeeting] Social e dipendenze

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Autor: Agnese
Data:  
A: hackmeeting
Assumpte: Re: [Hackmeeting] Social e dipendenze
Ciao,

Il 27/02/24 23:36, blallo via Hackmeeting ha scritto:
> <script src="bestemmia.js"></script>
> gente, quanto sieti difficili e cervellotici 🙂
>
> /memo mai gettare un link sulla lista HM senza farci attorno una
> disamina di almeno 6 cartelle.
>
> +++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
>
> Provo ad essere piu' chiaro: ho letto un post su un blog che descrive
> una situazione che ho vissuto anche io, piu' volte, e che l'autrice ha
> affrontato nello stesso modo in cui le ho affrontate io.
>
> Segue elenco delle mie esperienze rilevanti.
>
> ## Dipendenza fisica 1 (sostanza classica)
>
> Ho fumato sigarette per 10 anni, ho provato varie volte a smettere in
> modo dolce, ci sono riuscito solo quando ho avuto una motivazione
> personale forte e ho interrotto completamente (cold turkey).
>
> ## Dipendenza social 1 (nuovo tipo di sostanza)
>
> Ho avuto un profilo facebook dal 2008-2009 (?) e l'ho usato in maniera
> compulsiva. Ad un certo punto passavo una frazione consistente del mio
> giorno da sveglio a scorrere il wall (no smartphone, sul caro vecchio
> PC). Avevo attacchi d'ansia correlati con i comportamenti, peculiari di
> quel medium, delle altre persone virtuali (ansia che non avevo quando
> interagivo fisicamente con le medesime).
> Ho affrontato nella stessa maniera la dipendenza: cold turkey.
>
> ## Dipendenza fisica 2
>
> Ho avuto un rapporto troppo stretto con l'alcol per un po' di tempo.
> Arrivavo ad essere nervoso se la sera non avevo la birra o il bicchiere
> di vino.
> Come ho affrontato la cosa? Cold turkey, ovviamente: ho smesso di bere
> completamente per un anno.
>
> ## Dipendenza social 2
>
> Dopo qualche anno, dato che sono scemo, sono caduto nella stessa forma
> di dipendenza, ma su un altro social media: twitter. Passavo ORE della
> mia giornata a scorrere il feed. Il mio umore era fortemente dipendente
> dai contenuti che incontravo durante il doom scrolling. Durante l'inizio
> dell'attacco russo in ucraina sono arrivato ad avere una leggera
> depressione (bella storia la propaganda, cazzo quanto funziona).
> Indovinate come l'ho affrontata: cold turkey.
>
> # E adesso?
>
> Non sono mica pulito, eh. Adesso sono nel vortice di reddit (credo di
> essere vicino alla solita uscita brusca anche da li').
>
> Quello che mi preme pero' e' sottolineare, almeno nella mia esperienza
> personale, l'assoluta sovrapponibilita' dei due tipi di dipendenza (la
> chiamo con questa parola perche' veramente secondo me sono la stessa cosa).
>
> Nessunx di voi ha avuto esperienze simili? Ho letto il libro di Agnese
> ("Internet, mon amour") e anche se un po' didascalico l'ho trovato
> utile, corretto e sentivo che andava nella giusta direzione di
> minimizzazione del danno.
>
> Rincaro la dose sulla questione dipendenza linkando uno scritto di unit
> hacklab, di cui faccio parte
>
> https://unit.abbiamoundominio.org/nolike.html
>
> Nessunx di voi ha esperienze simili da condividere?


Sì, rispetto ai social media ho avuto esperienze simili, negli anni 10
lavoravo come social media manager per il cinema. In certi periodi
moderavo migliaia e migliaia di commenti Facebook per 8/9 ore al giorno
per estrarne il sentiment, facevo un lavoro da bot e certe volte quando
dovevo rispondere ai commenti mi davano proprio del bot, era molto
frustrante.

Ma non era questa la parte peggiore, la parte peggiore era che mi
sanguinavano gli occhi: commenti violenti, offensivi, razzisti e tutta
la cacca che vi potete immaginare, a un certo punto, scorrere tutte
quelle migliaia di commenti di gente che diceva la propria cosa inutile
come fossero criceti nella ruota mi inondava di una grande tristezza ,
al di là del contenuto dei commenti,

Quando finivano le ore di lavoro ero triste e svuotata, sconfortata
dall'umanità e ferita ma non riuscivo a staccarmi dal social, presa in
uno scroll infinito continuavo a stare lì scimmiata anche dopo le ore di
lavoro.

Per riuscire a emanciparmi da questo senso di vuoto e dipendenza, visto
che quello era il mio lavoro e non potevo fare il "tacchino freddo" ho
cercato un modo di interrompere il flusso per cui salvavo le immagini
del profilo dei commentatori che mi turbavano di più, a fine turno le
stampavo, spegnevo il computer e poi con la tecnica del decollage le
strappavo e ricomponevo creando quelli che avevo chiamato i miei
"Wastebook friend".

Questa cosa mi serviva a staccarmi dal monitor e a fare una cosa con le
mani, scotch, forbici. Era lenta e faticosa rispetto allo scroll
infinito ma era incredibilmente emozionante, ogni volta che un wastebook
friend prendeva forma mi sentivo come una novella dott. Frankenstein che
dava la vita a una nuova creatura. Alcune di loro sono ancora appese
sulle pareti della mia casa. Forse le hai già viste, le trovi qui:
https://cloud.newmacchina.net/index.php/s/bHj26jaBRWoMj99

Praticamente sostituivo una routine (lo scroll infinito) con un'altra
(la realizzazione di artefatti artistici). Forse sono cose che si fanno
anche a san patrignano, non so, arteterapia forse, ma è una delle tante
strade, cioè le routine tossiche non vanno necessariamente sostituite
con altre routine tossiche, possono anche essere sostituite da pratiche
virtuose.

Ciao!
a-


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