Re: [Aisa.circuli] SNAPP

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Auteur: Roberto Caso
Date:  
À: Mario Annunziato
CC: 380°, aisa.circuli
Sujet: Re: [Aisa.circuli] SNAPP
Buongiorno,
intervengo sulla definizione di "scienza aperta".
Esistono molte definizioni di scienza aperta.
AISA intende scienza aperta nel senso di "scienza libera" (non solo con
riferimento a Stallman quindi alla libertà di pensiero, ma anche con
riferimento all'art. 33 Cost. it. libertà + autonomia).
Ricordo ai lettori della lista che AISA cura un dizionario della scienza
aperta:
https://aisa.sp.unipi.it/attivita/dizionario-della-scienza-aperta/
A presto,
rc


Il giorno gio 29 giu 2023 alle ore 14:47 Mario Annunziato via Aisa.circuli <
aisa.circuli@???> ha scritto:

> Buongiorno Giovanni,
>
> le rispondo sinteticamente in linea
>
> Il 2023-06-28 19:33 380° ha scritto:
> > Buongiorno Mario
> >
> > "Mario Annunziato via Aisa.circuli" <aisa.circuli@???>
> > writes:
> >
> > [...]
> >
> >> Insomma paghi, dai in pasto i dati a Google, e se non ti sta bene
> >> sei fuori dal giro.
> >>
> >> Adesso dovrò rispondere al capo editore.
> >
> > (premetto che non lavoro in ambito accademico o della ricerca
> > scientifica, quindi sono alieno più che alienato)
> >
> Sì mi ricordo.
>
>
> > una modesta domanda: non credi che questo sistema di /privatizzazione/
> > della conoscenza scientifica - del quale l'editoria è parte integrante
> > assieme alla gestione degli incentivi per i lavoratori in abito
> > accademico e della ricerca - meriti di essere semplicemente dismesso e
> > sostituito con uno nel quale l'etica scientifica possa essere
> > **pragmaticamente** esercitata, abbandonando finalmente il feticismo
> > delle merci che determina la reificazione non solo della conoscenza ma
> > anche e soprattutto delle persone?
> >
> non so se si possa parlare di privatizzazione della conoscenza
> scientifica.
> Ma non saprei. In linea di principio non sono contrario all'attività
> privata in ambito scientifico. Più in là forse scriverò qualcosa per
> spiegare
> meglio cosa intendo.
>
>
>
> > è davvero necessario accettare di essere ostaggi di coloro che con
> > tutta
> > evidenza non hanno nulla di nuovo da dire ma solo molto da _distrarre_?
> >
> > gli scienziati hanno davvero bisogno degli editori per far conoscere il
> > loro lavoro e contribuire a quello degli altri quando è diventato alla
> > portata di qualsiasi istituzione accademica o di ricerca dotarsi di
> > sistemi di pubblicazione indipendenti via web ed altro?
> >
> Non lo so. Posso solo dire che il lavoro di ricerca scientifica, come
> creazione 'di conoscenza' e di verifica, necessita di alcuni passaggi,
> più o meno questi
>
> - un'idea.
> - lo sviluppo di questa idea seguendo certi canoni (documentazione, uso
> di
> conoscenza precedente, spiegazioni chiare, verifiche sperimentali)
> - cristallizzazione di quanto sopra, in una forma scritta e invariabile
> nel tempo.
>
> La creazione di conoscenza avviene studiando, pensando, discutendo con
> altri colleghi, sperimentando, etc. Poi tutto ciò viene scritto per
> comunicarlo al
> mondo. Magari chi ha fatto tutto questo lavoro ne potrebbe desiderare la
> paternità.
> Anche gli editori possono contribuire a migliorare il testo di una
> pubblicazione.
>
> Molte riviste scientifiche del mio settore sono progetti editoriali
> creati da
> altri colleghi che si sono riuniti per favorire la diffusione di un
> certo tipo
> di argomento. Ad esempio molti anni fa iniziai a pubblicare su una
> rivista matematica
> sita nei paesi baltici. fu promossa da alcuni docenti del luogo e poi
> crebbe,
> finché fu acquistata dalla Taylor & Francis. Oggi è ancora attiva.
> Tutto ciò comporta per l'editorial board
> ed il chief un serio impegno, per far fare un 'nome' al proprio progetto
> editoriale.
> Se uno delle centinaia di articoli pubblicati ogni anno su una rivista
> ha un particolare successo, un po' di merito lo prende anche la rivista.
> L'opera di selezione, revisione e diffusione, nonché protezione dei
> diritti, può contribuire alla
> creazione della conoscenza e, perché no, può anche essere affidata ad un
> privato.
>
> Il problema è il prezzo.
> Se un'università paga oltre 7 milioni di euro per l'abbonamento alle
> riviste,
> come da articolo della Prof. Pievatolo, c'è qualcosa che non va.
> Ho visto articoli costare singolarmente 40/70 euro. In fase di
> documentazione
> di una mia ricerca posso consultare un centinaio di articoli, però
> quelli
> utili potrebbero essere una decina. non spendo 5000 € dei miei fondi di
> ricerca per documentarmi, ma se ogni articolo costasse 0,5 € forse sarei
> disposto
> a spendere 50 € senza pensarci troppo.
>
>
>
> > non sono così naïf da non sapere che c'è il fenomeno del "publish or
> > perish" provocato da un sistema di finanziamento e incentivazione della
> > carriera progettato _precisamente_ per ottenere come risultato il
> > controllo di ogni aspetto della ricerca scientifica da parte di una
> > ristretta elìte, del quale fa parte lo "scientific capture" [1] gestito
> > dalle multinazionali...
> >
> > ...però mi pare evidente che in ambito scientifico l'alienazione sia
> > arrivata a livelli tali da risultare insopportabile, quindi mi chiedo
> > se
> > non sia il caso che tutte le persone di buona volontà diano il proprio
> > contributo ad abbattere "il muro", anche solo boicottando quello che
> > possono boicottare.
> >
> C'è a chi fa comodo questo sistema. Ho visto pubblicazioni, secondo me
> di scarso
> avanzamento scientifico, che già dopo un paio di mesi dalla data di
> pubblicazione,
> avevano oltre 10 citazioni.
>
> Il sistema è ormai protetto dalla legge, se non pubblichi,
> e bisogna vedere che cosa significa pubblicare, non avanzi nella
> carriera
> e, col sistema italiano, non avanza il tuo stipendio.
>
>
>
>
> > altro che "Open Access" o scienza aperta": ci vuole scienza libera, con
> > qualcosa di simile alle 4 libertà fondamentali del software libero.
> >
> > ...o sono abbastanza naïf?
> >
>
> Non so qual'è la definizione di scienza aperta.
>
> M.A.
>
>
>
> > sarei felice di leggere cosa ne pensano anche altri iscritti a questa
> > lista
> >
> > un caro saluto, 380°
> >
> > [...]
> >
> > [1] https://carleton.ca/ghostmanagement/scientific-capture/
> --
> Aisa.circuli mailing list
> Aisa.circuli@???
> https://www.autistici.org/mailman/listinfo/aisa.circuli
>



--

Roberto Caso

Professore Ordinario di Diritto Privato Comparato

Università di Trento - Facoltà di Giurisprudenza
La società della mercificazione e della sorveglianza: dalla persona ai dati
<https://www.robertocaso.it/2021/03/13/la-societa-della-mercificazione-e-della-sorveglianza-dalla-persona-ai-dati/>,
Milano, Ledizioni, 2021
<https://www.robertocaso.it/2021/03/13/la-societa-della-mercificazione-e-della-sorveglianza-dalla-persona-ai-dati/>

La rivoluzione incompiuta. La scienza aperta tra diritto d'autore e
proprietà intellettuale, Milano, Ledizioni, 2020
<https://www.robertocaso.it/2019/12/13/la-rivoluzione-incompiuta/>

http://www5.unitn.it/People/it/Web/Persona/PER0000633

https://lawtech.jus.unitn.it/

https://aisa.sp.unipi.it/chi-siamo/

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