PROBLEMI A NON FINIRE PER LA SANITÀ TOSCANA:
A RISCHIO ANCHE IL REPARTO DI CARDIOLOGIA DI CASTELNUOVO G.
https://www.facebook.com/1588694684545056/posts/3953628388051662/
In queste ultime settimane, alle numerose criticità nella gestione della
sanità pubblica toscana si sono aggiunti i problemi delle strutture
ospedaliere della Valle del Serchio e della Garfagnana, al centro del
dibattito politico locale.
Per fare un breve riepilogo delle numerose falle della tanto decantata
sanità pubblica toscana è opportuno ricordare i problemi nel tracciamento
di alcuni mesi fa dovuti alla mancanza di reagenti per effettuare i
tamponi, cui ha fatto seguito la tardiva riapertura - peraltro in pompa
magna - del reparto Covid di Lucca al Campo di Marte, che ha però avuto
vita breve per la carenza di personale competente, facendo presto ritorno
al San Luca con annesse grandi difficoltà organizzative a livello di spazi
e di personale.
Nel mese di marzo sono poi saliti alla ribalta i forti ritardi nelle
vaccinazioni degli anziani, facendo precipitare la Toscana tra le regioni
con le peggiori performance in questo ambito e dando un’ulteriore mazzata
al mito della sanità pubblica toscana come modello da seguire in tutta
Italia. Mito peraltro offuscato fin dall’insediamento del nuovo Consiglio
Regionale con l’approvazione quasi all’unanimità - dal PD alla Lega - della
mozione presentata da Fratelli d’Italia per incentivare la privatizzazione
della sanità per affrontare la pandemia.
Negli ultimi giorni, come se non bastasse, sono passate sotto la lente
d’ingrandimento le carenze di organico all'ospedale Santa Croce di
Castelnuovo, che rischiano di provocare un grave ridimensionamento del
reparto di cardiologia e la chiusura dell'ambulatorio di ecografia.
Alcune prese di posizione su quest’ultima vicenda sono surreali, dato che
provengono da consiglieri regionali PD che sostengono la giunta regionale e
che, quindi, invece di presentare interrogazioni a sé stessi, dovrebbero
riflettere sulle politiche di tagli alla sanità attuate dalla Regione negli
ultimi anni.
Lo stesso si può dire per i leghisti nostrani, esponenti di un partito che
a livello nazionale, e in particolare in Lombardia, ha sostenuto un modello
di sanità basato su una privatizzazione spinta, che ha causato uno
smantellamento dei servizi ai cittadini reso drammaticamente più evidente
durante la pandemia.
I frutti di queste politiche scellerate si ripercuotono oggi sulla vita
delle persone, specie quelle meno abbienti, in modo pesante.
Vogliamo fare solo un esempio. I sopracitati problemi del reparto di
cardiologia e la chiusura dell'ambulatorio di ecografia, hanno una
conseguenza immediata: spingono forzosamente i malati della Garfagnana,
bisognosi di visite o esami, verso l'unica struttura privata presente sul
territorio che, come ci segnalano in tanti, fa affari d'oro. Chi non può
permettersi di pagare, però, non ha alternative: è costretto a rinunciare a
curarsi, mettendo a repentaglio la propria salute. E questo vale anche per
le prestazioni che, a causa delle lunghe liste di attesa del Cup, non
possono essere ottenute a breve termine nella struttura pubblica, ma che il
privato fornisce, contanti alla mano, velocemente.
Una situazione inaccettabile e immorale.
A questo punto le chiacchere stanno a zero: i presidi e i servizi sanitari
pubblici della zona vanno mantenuti e potenziati, e su questo la Regione
deve dare garanzie e assumere precisi impegni.
La pandemia ha aggravato anche in Garfagnana le condizioni di vita di molte
persone. Ai tanti problemi che gli abitanti devono affrontare, non può
sommarsi anche la negazione del diritto costituzionale alla salute, che va
garantito senza se e senza ma.
Potere al Popolo Lucca