On Fri, Aug 21, 2020 at 09:40:17AM +0000, puck@??? wrote: >
> Sostanzialmente Haraway utilizza questa figura nel tentativo sia di superare
> la dicotomia natura-cultura e metterla nei termini di un continuum, come
> dici tu: “siamo carne che macina simboli”; sia come immagine critica per
> descrivere un mondo che vedeva l’informazione giocare un ruolo sempre più
> importante per le scienze e per il capitalismo (Manifesto Cyborg è dell’85).
> Usa il cyborg anche per allontanarsi da un pensiero Umanista
> (antropocentrico, eteropatriarcale, colonialista ecc.), ad esempio lei con
> “cyborg” indica anche la relazione tra umana/o e animale, non solo con le
> macchine. Praticamente usa questa figura ibrida per portare avanti una
> visione relazionale ed ecologica dove tuttu sono attoru e connessu le unu
> con le altru.
>
pero' a me non convince neanche il manifesto di donna haraway,
perche' per superare il dualismo natura/artificiale usa una figura
neutra che diviene contenitore del continuum tra le cose,
ma solo perche' la definisce in questa maniera. Cioe' se
avesse detto siamo "bribrebre", che non vuole dire niente, allora
lo avrei capito come esercizio retorico. Lei scrive in un momento
storico in cui c'era del grosso entusiamo per le tecnologie informatiche.
Si inserisce in quel contesto e cerca di influenzarlo recuperandone parte
della terminologia e riempiendola con il proprio immaginario.
Per usare la figura del cyborg la definisce formandola sulle
caratteristiche utili a sostenere il proprio discorso.
Sono passati 25 anni credo e l'idea della tecnologia che penetra i corpi
non si e' pero' realizzata in questo senso.
Non mi torna il ragionamento, perche' se sono cyborg nel 2020 e la tecnologia
e' fortemente e indelebilmente in me, io non posso staccarmene mai
perche' fa parte di me, ma e' un pensiero che non mi
lascia tranquillo e nn mi aiuta a superare il dualismo
naturale/artificiale, mi fa solo sentire a disagio e tendenzialmente
dominato.
Al posto di cercare una metafora che possa rendere l'idea, per superare
il dualismo del pensiero occidentale, io preferirei dire semplicemente
che non mi piace, non serve identificarmi con un soggetto terzo inventato
e astratto, per riflettere sul rapporto tra persone e mondo basta che ci
poniamo questo obiettivo, per rivendicare la propria autonomia
in termini di gestione e sperimentazione sul corpo, la sessualita', ecc...
basta dire esattamente questo.
Nel 2020 con data science, big data e compagnia
profilante, io onestamente non ho voglia di fare il cyborg, perche'
non e' una figura di cui sento di poter definire il significato
senza che poi arrivi Larry Page e mi dica "vuoi provare i miei google
glass ?"