Autore: Blackflag Data: To: hackmeeting Oggetto: Re: [Hackmeeting] Hackmeeting 2020
On 6/24/20 5:55 AM, ginox@??? wrote:
> On Wed, Jun 24, 2020 at 12:55:02PM +0200, boyska wrote:
>> jigen:
>>> qualcun*, qui mi ritrovo io personalmente, vede come overhead logistico
>>> eccessivo e dispendioso un prehack fisico che esista solo per ratificare
>>> una scelta che potrebbe essere presa in lista (quelle della data e della
>>> modalita' di hm)
> sulla questione che questa lista non serve a poco io vorrei
> soprassedere per quest'anno.
> ovvero questa cosa e' palese da 15 anni, quest'anno che abbiamo gia' tanti problemi,
> possiamo almeno saltare la questione sul senso della lista e che non e' utile
> per organizzare niente a parte raccogliere proposte di seminari ?
> che cmq poi una persona deve organizzare e rendere una griglia. Personalmente ho riscontrato che la pandemia ha obbligato tutt* a
fermarsi un attimo e ripensare... So che a volte nella vita viene piu'
semplice tirare dritto applicando consuetudini consolidate ma forse
anche fermarsi un attimo non sarebbe male e obbliga a mettersi in
discussione.
Tant* compagn* sono compagn* perche' lo sono sempre stat*, dopo questo
periodo sono scompars* perche' forse hanno capito che la militanza non
era poi cosi' importante, che hanno altri obiettivi, altre aspirazioni.
La mentalita' del continuare sempre e comunque e' tipica della societa'
fordista, sempre regolare e cadenzata, molto distante dai cicli naturali
e imprevedibili che sono alla base delle comunita' non-civilizzate che
devono adattarsi ai cambiamenti imprevisti e spesso brutali della natura.
Forse la natura ci ha sbattuto in faccia il fatto che i nostri programmi
e i nostri progetti possono saltare da un momento all'altro e potranno
saltare ancora. Io propongo di fermarci un attimo, se quest'anno c'e'
stato il virus amen saltiamo, mica dobbiamo recuperare il fatturato perso...
Fermarci potrebbe farci capire cosa veramente vogliamo, se le cose le
facciamo perche' ci mancano e ci teniamo o perche' "vanno fatte" in nome
di una sorta di "aspettativa esterna" generata da un nonsochi o
nonsochecosa.