[Pacifistat] Critica della ragione suprematista bianca - DIN…

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Autore: Roberto Badel
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To: pacifistat
Nuovi argomenti: [Pacifistat] It’s time to end nuclear weapons
Oggetto: [Pacifistat] Critica della ragione suprematista bianca - DINAMOpress

"Dietro alle rivolte in seguito all’uccisione di George Floyd c’è la
realtà di una società statunitense profondamente “razzializzata”, dove
la comunità afro-americana soffre ormai in modo strutturale di forme
inaccettabili di povertà e emarginazione. È il segno che il patto
sociale razzista su cui si fonda la democrazia americana sta iniziando a
scricchiolare

(...) Oggi nelle carceri americane ci sono 2,4 milioni di detenuti: si
tratta in assoluto della più alta percentuale di detenuti in rapporto
alla popolazione di ogni altro paese del mondo.

 Gli Stati Uniti rappresentano il 5% della popolazione mondiale, ma
hanno quasi il 25% di tutti i detenuti del mondo. Questo vuol dire che
oggi nel mondo una persona su quattro che è in carcere lo è negli Stati
Uniti, che in questo senso superano di gran lunga ogni altra dittatura o
presunta tale. La storia di quella che è una vera e propria carcerazione
di massa che non ha eguali nella storia recente, risale agli inizi degli
anni Settanta, quando Nixon iniziò una politica di /law&order/ nei
confronti della criminalità urbana.

Nel 1971 c’erano meno di 200mila detenuti, che sono cresciuti quasi del
700% fino a oggi, lasciando delle conseguenze profondissime nel modello
sociale americano. Ma non si capirebbe questo processo di detenzione di
massa senza la sua connotazione razziale. Gli afro-americani, nonostante
siano attorno al 13% della popolazione complessiva americana, nel 2010
costituivano il 40% della popolazione carceraria (leggermente al di
sopra dei bianchi che però sono il 64% della popolazione). Questo vuol
dire che i neri vengono incarcerati almeno 5 volte di più dei bianchi.
Si tratta di numeri estremamente significativi, senza i quali è
difficile comprendere i processi di razzializzazione americana.

La studiosa Michelle Alexander l’ha definito un “nuovo Jim Crow”,
riferendosi alle leggi che fino al 1964 disciplinavano la segregazione
razziale negli Stati del Sud e che, secondo Alexander, lungi dall’essere
state cancellate si sono semplicemente trasformate. Il suo libro, /The
New Jim Crow: Mass Incarceration in the Age of Colorblindness/
<https://newjimcrow.com/>, che è stato uno dei testi di riferimento del
movimento Black Lives Matter comincia infatti con una frase scioccante:
ci sono più neri incarcerati nell’America di oggi di quanti fossero
schiavi nel 1850. (...)"

consiglio di leggerlo tutto su:

//www.dinamopress.it/news/critica-della-ragione-suprematista-bianca/