Cari soci Vi invito alla proiezione del secondo film del nostro " Mese
delle memorie".
che come di consueto sarà preceduto, alle 20.30, da un apericena che questa
volta sarà preparato da Rosalba.
Tra le molte immagini che ci mostrano il dolore, le umiliazioni, la fame e
la morte che segnarono il dramma del Ghetto di Varsavia, ce ne sono due che
raccontano una storia diversa. Una, mostra gli eroici rivoltosi male armati
che, nell’aprile del 1943, vendettero cara la pelle e mandarono all’Europa
un segnale di riscossa contro i tedeschi e, l’altra, ci fa vedere l’anziano
dottor Korczak, assieme all’educatrice capo Stefania Wilczyńska e gli altri
suoi collaboratori, che, il 5 agosto del 1942, guidarono un corteo di
bambini ebrei orfani che marciavano fino al treno che li avrebbe deportati
nel campo di sterminio di Treblinka, cantando e tenendosi per mano, dietro
le loro verdi bandiere. Un’immagine (posta significativamente a conclusione
del bel film del regista polacco Andrzej Wajda, *Korczak*, del 1990) che
colpisce per la dignità e il coraggio. Queste furono le caratteristiche,
assieme all’umanità e al rispetto per i bambini, della vita del dottor
Korczak: un uomo grande non soltanto alla fine della sua vita, ma anche per
le sue idee e per le cose che fece e scrisse.
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*Venerdì 10 gennaio 21.30 *
*Korczak *
Un film di Andrzej Wajda. Con Wojciech Pszoniak, Ewa Dalkowska, Teresa
Budzisz-Krzyzanowska., b/n durata 110 min. - Polonia, Germania, Regno Unito
1990.
Polacco, tedesco, sottotitolato in italiano.
*Un lucido affresco dell'Olocausto**. *
Ciò che salta immediatamente all’occhio, a partire dai primi fotogrammi, è
la scelta di girare l’intero film in bianco e nero. Apparentemente, questa
scelta tecnica sembrerebbe smorzare i toni del racconto, lasciando le scene
della miseria del ghetto di Varsavia e di violenza sfumare nel grigio. In
realtà, a uno sguardo più attento, l’effetto potrebbe sembrare invece
quello di accentare ancora di più la concretezza storica degli eventi, come
in un documentario dell’epoca. Non a caso infatti, è presente un momento di
“cinema nel cinema”: vengono mostrati dei soldati tedeschi mentre
riprendono scene di ordinaria devastazione per le strade del ghetto.
L’inizio del film è di per sé profetico, una delle prime battute del
dottore riguarda il tema del sacrificio. Dice che per lui impegnarsi con i
bambini non è un sacrificio, anzi, lo fa in primis per se stesso, e
ammonisce di guardarsi bene da chi lo intende come tale, definendoli degli
ipocriti.
A rendere la bellezza di questo film hanno contribuito anche altri due nomi
importanti nel panorama del cinema polacco. A firmare la sceneggiatura è
Agnieszka Holland, mentre le musiche sono di Wojciech Kilar (compositore
spesso presente nei lavori di Krzysztof Zanussi). La sua marcia finale, su
cui i bambini camminano guidati da Korczak, rende più di qualsiasi parola.
Il finale immaginario del film aveva creato a suo tempo alcune polemiche, a
causa della scelta di rappresentare Korczak e la schiera di bambini che
scendono dal vagone del treno per correre gioiosamente in libertà su verdi
prati. “La morte è tanto facile, la vita invece è tanto complicata” dice il
dottore in una battuta, lasciandoci la sua battaglia come esempio per
affrontare le complicazioni della vita.
*(tratto da Polinicult.com, recensione di Elettra Sofia Mauri)*
Il Presidente
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