Il giorno mer 6 nov 2019 alle ore 18:08 samba <samba@???> ha scritto:
> per cercare di dirlo con altre parole, qui il problema e' vasto e cambia
> dinamicamente ogni volta che esce una nuova app. Quello che c'e' la'
> fuori e' immenso e tutto quello che possiamo fare, secondo me, e'
> lavorare sull'educazione di chi si approccia a questa tecnologia,
> comprendendo quali comportamenti creano dipendenza, cosa fa male e cosa
> no. Poi il dolore e' pedagogico e ci insegna un sacco di cose col tempo
> se manteniamo una mente aperta.
>
> Riconoscere le dipendenze e imparare a gestirle e' un ottimo punto
> d'inizio, e non parlo solo dei comportamenti online.
>
> Cercare di condividere con lei i tuoi valori e' immenso
> se riesci a farle capire il tuo punto di vista poi potrai darle tutti
> gli strumenti di cui lei avra' bisogno.
Dalla risposta tua e di tibi, penso che forse non mi sono riuscito a
spiegarmi bene.
Sono d'accordo con voi sul modo di gestire/evitare/inquadrare/spiegare
la dipendenza, ma non è questo il punto, il tema che sollevavo io era
quello dell'alternativa al consumo come unica forma di relazione
digitale.
> > l'hanno centralizzata e verticalizzata in modo autoritario) se non riesco a
> > farle vedere altro e a farle vedere la differenza. Persa questa battaglia
>
> non credo tu debba farle vedere tanto altro, credo pero' che sia
> importante fare capire quanto valore si da' alla condivisione e' quanto
> se ne da' alla competizione e centralizzazione
Invece io penso proprio di doverle mostrare altro. sto cercando di
capire come metterla in condizione di usare i dispositivi senza finire
nel delirante vortice dei videocazzata, del trollismo chattistico tra
compagni e della eterodirezione per cui il tuo percorso è segnato
dalle scelte (gerarchia, selezione, persino linguaggio) che hanno
fatto i programmatori (questo è universale e riguarda il play store,
come i social, come i videogiochi), che condizionano quello che vedi,
quello che leggi e persino le tue relazioni sociali. Voglio che abbia
chiaro che tutto può essere diverso e che non c'è libertà dentro un
involucro nel quale l'unica dinamica è quella del consumo.
> > subito, dal battesimo online. Percio insomma penso che ci vorrebbe qualche
> > servizio che lei sia in grado di capire, di installare e di proporre alle
> > sue amiche a scuola.
>
> prova con questo
> e' divertente, c'e' una bella comunita' ed e' tutto da terminale:
>
> http://tilde.town
A dire la verità questo è esattamente il contrario di quello che sto
cercando. A parte il fatto che è in inglese, una cosa totalmente in
testo e difficile da comprendere e da usare e non ha alcuna relazione
col mondo dei bambini le farà apparire il mondo fumettoso del consumo
rincoglionente dei tablet il migliore dei mondi possibili.
Io sto cercando qualche strumento concreto e semplice sul quale
dirottare la sua attenzione in modo da non essere costretto ad
accettare il disastro dei mille ipervideogiochi multiplayer, delle
videochat con whastapp, dei social basati sui video da 15 secondi,
tutte cose che a quell'età sono devastanti (e infatti devastano tanti
bambini), o a vietarle tutto e basta. cerco alternative, e non basta
scratch purtroppo.