[Pacifistat] SIRIA. L’invasione turca spacca l’opposizione a…

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Auteur: Roberto Badel
Date:  
À: pacifistat
Sujet: [Pacifistat] SIRIA. L’invasione turca spacca l’opposizione anti-Assad

http://nena-news.it/siria-linvasione-turca-spacca-lopposizione-anti-assad/

*di Michele Giorgio *

/Roma, 18 ottobre 2019, Nena News/– Il presidente siriano*Bashar
Assad*ieri ha ribadito che la Siria contrasterà l’offensiva turca «su
tutto il territorio e con ogni mezzo legittimo».*Parole forti che non
indicano necessariamente il desiderio di andare allo scontro militare
con Ankara, anzi.*Ad Assad conviene molto di più lasciar fare alla
diplomazia russa e trarre vantaggio dallo sdegno globale provocato
dall’attacco di Erdogan all’Amministrazione Autonoma curda del
Rojava.*Lunedì senza sparare un colpo l’esercito siriano ha fatto
ingresso nelle città di Manbij e di Taqba e successivamente a Kobane,
rientrando in territori che Damasco non controllava più da anni. Per
Assad i frutti migliori sono quelli politici.*I curdi non fanno salti di
gioia ma ora sono suoi alleati. Abbandonati dai falsi amici americani
dovranno cercare con lui e la Russia una via d’uscita.

*«Non credo di sbagliare affermando che, purtroppo per i curdi,
l’Amministrazione Autonoma del Rojava sia già parte del passato*e mi
riesce difficile, a meno di sconvolgimenti eccezionali, che possa
rinascere nella forma che abbiamo conosciuto», ci dice*l’analista Mouin
Rabbani*. «Quella realtà politica e amministrativa – aggiunge – si
sosteneva grazie all’appoggio di Washington. In futuro i curdi potranno
intavolare trattative con il governo centrale ma Damasco non andrà oltre
i temi in discussione prima del 2011, come il possibile riconoscimento
dell’identità culturale e linguistica e la questione della
cittadinanza.*Magari sarà trovata una formula per una autogestione curda
in determinate aree ma il governo non cederà sul principio
dell’integrità del territorio nazionale*».

*Ankara senza volerlo ha rafforzato Bashar Assad nel confronto con
l’opposizione siriana*– la Coalizione nazionale della rivoluzione
siriana e delle forze di opposizione (Snc, sotto l’ala turca) – che ha
visto crollare la sua immagine internazionale. La sua milizia,
l’Esercito nazionale (Ens, già Esercito siriano libero) che combatte per
Erdogan, si è rivelata per quello che è sempre stata e che l’Occidente
fingeva di non vedere: un’accozzaglia di gruppi mercenari – alcuni di
chiara ispirazione jihadista – che si tengono insieme grazie ai soldi e
alle armi che ricevono dalla Turchia e che sono responsabili di atrocità
e rappresaglie.

* Sul piano politico il caos nell’opposizione è totale.*Traditi dagli
americani e disgustati dal giubilo dei loro compagni di schieramento per
l’inizio dell’offensiva turca contro «i terroristi»,*il Partito curdo
del Futuro*ha chiesto che la rappresentanza curda sospenda subito la sua
partecipazione alla Snc. La frattura al momento è insanabile. Com’era
prevedibile,*i Fratelli musulmani siriani, legati all’Akp di Erdogan*(e
ai finanziamenti del Qatar), hanno gioiosamente sostenuto l’attacco
turco che, dicono, «fa gli interessi della rivoluzione siriana e dei
fratelli turchi nella lotta al terrorismo». Per gli islamisti, la
campagna militare non prenderebbe di mira i curdi siriani (sic) ma solo
«le milizie separatiste e terroriste».

*Ma quasi tutta la Snc applaude ad Erdogan e ha già invitato il «suo
governo, i suoi ministeri e le sue direzioni a prepararsi a lavorare in
qualsiasi area liberata».*Proclami che hanno convinto il*Consiglio
nazionale curdo*, che rappresenta 13 partiti, a sospendere l’adesione
alla Snc. Ad allargare la frattura interna c’è inoltre la secca condanna
dell’aggressione turca espressa dal Comitato di coordinamento nazionale
per il cambiamento democratico (Ncc), che rappresenta gli oppositori di
Bashar Assad in Siria.

Quanto tutto ciò influirà sui lavori del*comitato chiamato a scrivere la
nuova costituzione siriana*– composto da rappresentanti del governo,
dell’opposizione e da indipendenti, dovrebbe riunirsi a fine mese a
Ginevra – è difficile valutarlo. Poco secondo Mouin Rabbani. «I curdi  –
spiega l’analista – non ne fanno parte perché erano stati esclusi su
pressione di Erdogan e comunque la Russia eviterà che l’iniziativa possa
saltare del tutto». Allo stesso tempo, aggiunge Rabbani,*«il successo
del comitato costituzionale non è affatto garantito»*. Nena News